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La straziante Deposizione del Rosso Fiorentino è tornata a casa dopo il restauro

La Deposizione di Rosso Fiorentino torna a Sansepolcro dopo l’intervento di restauro eseguito dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

Il progetto per il restauro della tavola di Rosso Fiorentino nasce in occasione della grande mostra “Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della ‘maniera’” che venne organizzata nel 2014 a Palazzo Strozzi a Firenze. In quella occasione, la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro con la Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo fecero notare la grande sofferenza della pellicola pittorica.

Il 20 gennaio 2016 il delicato dipinto fu messo in sicurezza presso il laboratorio di restauro della Fortezza da Basso di Firenze.

Rosso Fiorentino, Deposizione di Cristo dalla Croce, San Sepolcro, Chiesa di San Lorenzo. Immagine in luce diffusa del dipinto durante il restauro, al termine della pulitura e in fase di stuccatura.
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Il restauro

L’intervento di restauro è stato preceduto da una fase accurata diagnostica approfondita che ha permesso di conoscere le tecniche esecutive e i materiali adoperati sia per quanto riguarda l’opera originale che i restauri a cui è stata sottoposta nel corso dei secoli.

Per prima cosa l’Opificio è intervenuto con la rimozione meccanica dell’ammannitura e delle cinque traverse non originali. Dopo aver eseguito il risanamento del tavolato, le due traverse originali sono state rifunzionalizzate mediante un sistema a molle che asseconda, controllandoli, i naturali movimenti del legno.

Successivamente gli addetti ai lavori hanno proseguito con il restauro degli strati pittorici dopo aver eseguito u na pulitura degli strati di vernice non originale.

Il dipinto aveva molte patinature, ridipinture a coprire una superficie molto compromessa in quanto abrasa da puliture aggressive di antichi restauri. Erano presenti inoltre tante sgocciolature e ritocchi alterati. Le lacune, dovute per la maggior parte a pratiche devozionali, non erano fortunatamente di grandi dimensioni e comunque compromettevano parti figurative importanti. Su di esse, dopo aver effettuato la stuccatura e il ricollegamento materico della superficie, è stata eseguita l’integrazione cromatica mediante selezione, mentre le diffuse abrasioni sono state abbassate di tono mediante leggere velature.

Rosso Fiorentino, Deposizione di Cristo dalla Croce, San Sepolcro, Chiesa di San Lorenzo. Immagine in luce diffusa del dipinto prima del restauro.

Il restauro è stato portato a termine nel maggio 2023.

“Il complesso intervento di restauro ha permesso di restituire la completa leggibilità a un testo fondamentale nello svolgimento della pittura della prima Maniera italiana . Le indagini sulla tecnica pittorica dell’artista ne hanno, infatti, rivelato l’espressività e la modernità fuori dal comune: una pennellata caratterizzata da un tratteggio incrociato continuamente spezzato, quasi grafico. Sono emersi, inoltre, interessanti dettagli operativi come l’utilizzo della tecnica detta ‘al risparmio’ che, lasciando intenzionalmente a vista il fondo cromatico bruno, lo rende elemento figurativo. Il restauro ha, infine, svelato commoventi dettagli, come la presenza di una piccola margherita in primo piano, da tempo non più visibili a causa delle precarie condizioni di conservazione della pellicola pittorica”.

Sandra Rossi, Direttore del Settore di restauro dei dipinti mobili, Opificio delle Pietre Dure
Rosso Fiorentino, Deposizione di Cristo dalla Croce, San Sepolcro, Chiesa di San Lorenzo. Immagine in luce diffusa di un particolare del dipinto durante l’intervento di pulitura.
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“Sansepolcro nonostante le perdite subite nel corso del tempo, ha ancora la fortuna di custodire uno straordinario patrimonio di opere d’arte collocate nei luoghi per le quali furono pensate. Non è scontato e spiega la particolare soddisfazione nel vedere nuovamente la tavola di Rosso all’interno della sua cornice settecentesca, a suggello di una collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure ormai ‘storica’ per continuità e qualità di risultati, come mostrano i casi pierfrancescani del Polittico della Misericordia e della Resurrezione”.

Emanuela Daffra, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure –
Rosso Fiorentino, Deposizione di Cristo dalla Croce, San Sepolcro, Chiesa di
San Lorenzo. Immagine in luce diffusa di un particolare del dipinto durante
l’intervento di pulitura.
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La Deposizione di Sansepolcro è tra i capolavori di Giovan Battista di Jacopo, detto il Rosso Fiorentino. L’opera fu eseguita a Sansepolcro dove l’artista, fuggito nel 1527 dal Sacco di Roma, aveva trovato rifugio.

Secondo il Vasari, ricevette questa preziosa occasione di lavoro alla generosa rinuncia del pittore biturgense Raffaellino del Colle che, in un primo tempo, aveva ricevuto l’incarico per il dipinto dalla Compagnia di Santa Croce “acciò che in quella città rimanesse qualche reliquia di suo”; ma anche grazie alle raccomandazioni del vescovo Leonardo Tornabuoni al quale il pittore era legato da vincoli professionali e di amicizia.

Il Rosso aveva già rappresentato il tema della Deposizione nella bella tavola di Volterra (1521), ma la critica riconosce nell’esemplare di Sansepolcro una più cupa drammaticità. Un’opera di eccezionale forza espressiva, che rivela una religiosità personale intensa, segnata dalla nascente Controriforma e dalla gravità dei tempi, che vedono la stessa Roma in balìa delle milizie e delle bande dei regnanti; nonché a un esempio tra i più illustri del legame con Roma e la potenza cromatica e le torniture poderose dei miei affreschi sistini.

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The heartbreaking Deposition by Rosso Fiorentino has returned home after restoration

The Deposition by Rosso Fiorentino returns to Sansepolcro after the restoration carried out by the Opificio delle Pietre Dure of Florence.

The project for the restoration of the Rosso Fiorentino table was born on the occasion of the great exhibition “Pontormo and Rosso Fiorentino. Divergenti vie della ‘maniera’” which was organized in 2014 at Palazzo Strozzi in Florence. On that occasion, the diocese of Arezzo-Cortona-Sansepolcro with the Superintendence of Siena, Grosseto and Arezzo pointed out the great suffering of the pictorial film.

On January 20, 2016, the delicate painting was placed in safety at the restoration laboratory of the Fortezza da Basso in Florence.

The restoration
The restoration intervention was preceded by an accurate in-depth diagnostic phase which made it possible to understand the executive techniques and materials used both with regards to the original work and the restorations to which it was subjected over the centuries.

First of all, the Opificio intervened with the mechanical removal of the finishing and the five non-original crosspieces. After carrying out the restoration of the planking, the two original crosspieces were refunctionalized using a spring system which supports and controls the natural movements of the wood.

Subsequently, the workers continued with the restoration of the paint layers after having carried out a cleaning of the non-original paint layers.

The painting had many patinas, repaintings to cover a very compromised surface as it had been abraded by aggressive cleanings of ancient restorations. There were also many drips and altered touch-ups. The gaps, mostly due to devotional practices, were fortunately not large and in any case compromised important figurative parts. On them, after having carried out the grouting and the material reconnection of the surface, the chromatic integration was carried out through selection, while the widespread abrasions were lowered in tone by means of light glazes.
The restoration was completed in May 2023.

“The complex restoration intervention made it possible to restore complete readability to a fundamental text in the development of early Italian Manner painting. Investigations into the artist’s pictorial technique have, in fact, revealed his out-of-the-ordinary expressiveness and modernity: a brushstroke characterized by continuously broken, almost graphic cross-hatching. Furthermore, interesting operational details emerged such as the use of the so-called ‘saving’ technique which, by intentionally leaving the brown chromatic background exposed, makes it a figurative element. Finally, the restoration revealed moving details, such as the presence of a small daisy in the foreground, which had long been no longer visible due to the precarious conservation conditions of the pictorial film.”

Sandra Rossi, Director of the Mobile Paintings Restoration Sector, Opificio delle Pietre Dure

“Despite the losses suffered over time, Sansepolcro is still fortunate enough to preserve an extraordinary heritage of works of art located in the places for which they were designed. It is not obvious and explains the particular satisfaction in seeing Rosso’s painting again within its eighteenth-century frame, sealing a collaboration with the Opificio delle Pietre Dure which is now ‘historic’ for continuity and quality of results, as the cases show pierfrancescani of the Polyptych of Mercy and Resurrection”.

Emanuela Daffra, Superintendent of the Hard Stone Factory –

The Deposition of Sansepolcro is among the masterpieces of Giovan Battista di Jacopo, known as Rosso Fiorentino. The work was carried out in Sansepolcro where the artist, who fled the Sack of Rome in 1527, had found refuge.

According to Vasari, he received this precious opportunity to work at the generous renunciation of the Biturgense painter Raffaellino del Colle who, initially, had received the commission for the painting from the Company of Santa Croce “so that some relics of his would remain in that city ”; but also thanks to the recommendations of bishop Leonardo Tornabuoni to whom the painter was linked by professional and friendship ties.

Rosso had already represented the theme of the Deposition in the beautiful Volterra panel (1521), but critics recognized a darker drama in the Sansepolcro example. A work of exceptional expressive power, which reveals an intense personal religiosity, marked by the nascent Counter-Reformation and the gravity of the times, which saw Rome itself at the mercy of the militias and gangs of the rulers; as well as one of the most illustrious examples of the connection with Rome and the chromatic power and powerful turnings of my Sistine frescoes.

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