Spolverature antiche e moderne nella Cappella Sistina
La spolveratura della Cappella Sistina è una pratica che viene attuata da secoli. Fu papa Paolo III a istituirla il 26 ottobre del 1543, a soli due anni di distanza dal termine dei lavori per il Giudizio Universale. Il primo in assoluto ad essere investito del ruolo di mundator ( così venivano chiamati gli addetti alla pulizia delle pareti) fu l’Urbino, al secolo Francesco Amadori.
Il suo compito era quello di pulire ogni figura con un panno di lino e mollica di pane inumidita con poca acqua. Di questo sistema di pulizia ne fa menzione anche Simone Laghi, un doratore che venne incaricato nel gennaio del 1625 di riportare gli affreschi del Giudizio Universale allo splendore originario.
Un paio di secoli dopo, nel 1897, fu Luigi Lais a iniziare una spolveratura completa sotto l’attenta direzione di Francesco Podesti, un pittore che raccomandava la pulitura con piume e lana: “uso in generale della piuma nelle pitture, e della morbida lana in particolare ove non si può fare a meno, senza timore di ledere menomamente lo strato colorato il quale essendo ricoperto di sottile e trasparente cotenna è divenuto solido come smalto”.
La spolveratura ordinaria veniva comunque eseguita una volta all’anno ma dopo il recente restauro tale pratica era stata rallentata. Antonio Paolucci, nominato direttore dei Musei Vaticani 2007, reintrodusse la figura del mundator con l’Ufficio del Conservatore con lo scopo di trovare soluzioni moderne avvalendosi dei nuovi ritrovati tecnologici per monitorare e salvaguardare lo stato conservativo di tutti gli affreschi presenti nella Sistina.
Le spolverature periodiche vengono effettuate montando ponteggi mobili che arrivano a coprire esclusivamente gli affreschi quattrocenteschi mentre per pulire la volta e la parete del Giudizio viene impiegato un ragno sul quale salgono due restauratori alla volta. Queste operazioni vengono fatte dalle otto di sera fino a mezzanotte per evitare di ostacolare l’enorme flusso di visitatori.
Oltre a pulire con cura tutti gli affreschi, vengono raccolti campioni di polvere che in seguito dovrà essere analizzata dai laboratori scientifici. Viene poi saggiata l’aderenza e esaminata la consistenza del colore con la lampada di Wood.
Insomma, c’è un gran lavoro di squadra e ci sono un gran numero di persone specializzate in diversi settori che da anni lavorano per mantenere le migliore dei modi gli affreschi che io e i miei colleghi quattrocenteschi vi abbiamo lasciato in eredità.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e i suoi racconti
Ancient and modern dustings in the Sistine Chapel
The dusting of the Sistine Chapel is a practice that has been implemented for centuries.
It was Pope Paul III who established it on October 26, 1543, just two years after the end of the works for the Last Judgment. The first ever to be invested with the role of mundator (as the people in charge of cleaning the walls were called) was the Urbino, born Francesco Amadori.
His task was to clean each figure with a linen cloth and breadcrumbs moistened with a little water. Simone Laghi, a gilder who was commissioned in January 1625 to restore the frescoes of the Last Judgment to their original splendor, also mentions this cleaning system.
A couple of centuries later, in 1897, it was Luigi Lais who began a complete dusting under the careful direction of Francesco Podesti, a painter who recommended cleaning with feathers and wool: “I generally use feathers for paintings, and soft wool in particular where one cannot do without, without fear of damaging the colored layer which, being covered with a thin and transparent film, has become solid like enamel “.
Ordinary dusting was still performed once a year but after the recent restoration this practice had been slowed down. Antonio Paolucci, appointed director of the Vatican Museums 2007, reintroduced the figure of the mundator with the Conservator’s Office with the aim of finding modern solutions by making use of new technological discoveries to monitor and safeguard the conservation status of all the frescoes in the Sistine Chapel.
Periodic dusting is carried out by mounting mobile scaffolding that only covers the fifteenth-century frescoes while a spider is used to clean the vault and the wall of the Judgment on which two restorers climb at a time. These operations are carried out from eight in the evening until midnight to avoid hindering the huge flow of visitors. In addition to carefully cleaning all the frescoes, dust samples are collected which must later be analyzed by scientific laboratories. The adherence is then tested and the consistency of the color is examined with Wood’s lamp.
In short, there is a great team work and there are a large number of people specialized in different sectors who have been working for years to keep the frescoes that my fifteenth-century colleagues and I have left you as a legacy in the best possible way.
Always yours Michelangelo Buonarroti with his stories

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L’ha ribloggato su Il Canto delle Musee ha commentato:
se ancor oggi possiamo ammirare la bellezza di capolavori come la Sisitina è anche merito di restauro e conservazione di cui nel corso del tempo sono cambiate le tecniche,ma senza il quale l’opera originale sarebbe stata aggredita dai segni del tempo.
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