La Sistina prima del Giudizio
Se la visione della Sistina prima degli affreschi della volta forse ce l’avete ben presente, con quel cielo stellato di Pier Matteo d’Amelia, forse rimane più difficile immaginare come fosse stata la parete dell’altare prima del Giudizio Universale.
Quando oggi si pensa alla Cappella Sistina, il pensiero rimanda subito a quel blu lapislazzuli del Giudizio Universale.
Com’era però quella parete prima che ci mettessi mano io?
C’erano le mie lunette che affrescai anni prima ma anche tre affreschi che dovetti distruggere per far spazio alla mia opera successiva, le finestre e i tendaggi dipinti nel primo registro.
Vincenzo Farinella, professore presso l’università di Pisa, ha ricostruito virtualmente quella parete per il film “Raffaello – il principe delle arti”. Ha scelto non un giorno qualsiasi ma la rappresentazione della Sistina la notte del 26 dicembre del 1519, quando vennero esposti i primi sette arazzi realizzati su disegno di Raffaello.
Il registro inferiore dunque era coperto con questi grandi capolavori tessuti nelle Fiandre mentre il registro superiore presentava i due affreschi che iniziavano il ciclo pittorico di Mosè e di Cristo, entrambi dipinti dal Perugino.
Al centro, sopra l’Altare Maggiore, c’era invece la grande pala d’altare realizzata sempre dal Perugino, dedicata all’Assunzione della Vergine in cielo che fra l’altro vi ho descritto con dovizia di particolari QUA.
Immediatamente sopra i primi quattro pontefici e poi le mie due lunette con gli Antenati di Cristo. A seguire vi propongo l’immagine di quanto ottenuto nella ricostruzione. Ecco, la parete dell’altare era proprio così prima che Clemente VII mi commissionò il grande affresco del Giudizio Universale.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e i suoi racconti per il momento vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social

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Nessuno si è mai chiesto perché fu abbattuto il prezioso e bellissimo cielo stellato di Piermatteo d’Amelia, e quindi quale necessità così incombente ci sia stata da prendere una decisione del genere. Nessuno poi si è chiesto perché furono abbattuti gli affreschi della parete dove c’è il Giudizio comprendenti il titolo della cappella. Abbattere il titolo per me è stata una decisione assurda e gravissima che non trova alcuna spiegazione tanto più se si pensa che c’era a disposizione la parete di controfacciata luogo tradizionalmente destinato all’argomento come nella cappella degli Scrovegni a Padova e a Torcello.
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Beh, non è un segreto che il cielo di Piermatteo d’Amelia fosse rovinato non poco dopo i lavori di consolidamento della Sistina. Gli altri affreschi dovetti farli scalpellare via perché Clemente VII voleva dipingendo la parete d’altare…all’inizio con una resurrezione poi siccome facevo sempre come mi pare cambia il soggetto. Nel Cinquecento la concezione di conservazione non era certo quella di ora altrimenti nemmeno il San Pietro di Costantino sarebbe stato abbattuto con i suoi mille anni di storia per far spazio al nuovo
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