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Cristo alla colonna

Il disegno che vi mostro è una prima idea che misi su carta per la pala d’altare della Flagellazione. Un’opera che non avrei dovuto dipingere io ma quello che allora, nel 1516, era sempre un mio amico: Sebastiano del Piombo.

La destinazione finale di quel lavoro sarebbe stata la Cappella Borgherini di S. Pietro in Montorio, a Roma. Come facevo sovente, fornii il disegno per aiutare Sebastiano nella composizione dell’opera.

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Il nostro sodalizio era funzionale per tenere a distanza Raffaello, cercando di sottrargli qualche commissione. Tanto ne aveva in troppe: mica ce l’avrebbe fatta a portare tutta quella mole di lavoro a termine.

A dire il vero, in quello specifico caso, mi ero prodigato anche a trovare un buon committente per Sebastiano del Piombo: il banchiere fiorentino Pierfrancesco Borgherini.

La posizione dei flagellatori di Cristo è pressoché invariata nella trasposizione in pittura che ne fece Sebastiano del Piombo mentre preferì modificare la posizione di Cristo rovesciandola ma mantenendo fermo il capo.

Hirst definì questo disegno come “uno dei più bei disegni compositivi di Michelangelo”.

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Io e Sebastiano del Piombo avevamo intrapreso una collaborazione fruttuosa e fummo capaci di fr grandi cose in quel di Roma.

Senza dubbio, lavorare per la Capella Borgherini, fu una grande opportunità per Sebastiano del Piombo: ne ottenne una grande visibilità e maggior prestigio all’interno degli ambienti artistici e finanche accademici dell’epoca.

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Il Cristo alla colonna, che fece in San Piero a Montorio, infino ad ora non ha mai mosso et ha la medesima vivezza e colore che il primo giorno: perché usava costui questa così fatta diligenza, che faceva l’arricciato grosso della calcina con mistura di mastice e pece greca, e quelle insieme fondate al fuoco e date nelle mura, faceva poi spianare con una mescola da calcina fatta rossa, o vero rovente, al fuoco. Onde hanno potuto le sue cose reggere all’umido e conservare benissimo il colore senza farli far mutazione”.

Scrisse il Vasari in merito all’opera di Sebastiano del Piombo

A proposito, i disegno in questione appartiene alle collezioni del British Museum. Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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Christ at the column

The drawing I show you is a first idea that I put on paper for the altarpiece of the Flagellation. A work that I should not have painted but rather the one who at the time, in 1516, was always a friend of mine: Sebastiano del Piombo.

The final destination of that work would have been the Borgherini Chapel of S. Pietro in Montorio, in Rome. As I often did, I provided the drawing to help Sebastiano in composing the work. Our partnership was functional to keep Raffaello at a distance, trying to steal some commissions from him. He had too many of them anyway: he wouldn’t have been able to complete all that amount of work.

To tell the truth, in that specific case, I had also done my best to find a good client for Sebastiano del Piombo: the Florentine banker Pierfrancesco Borgherini.

The position of Christ’s flagellators is almost unchanged in the painting transposition made by Sebastiano del Piombo while he preferred to modify Christ’s position by reversing it but keeping his head still.

Hirst defined this drawing as “one of Michelangelo’s most beautiful compositional drawings”.

Sebastiano del Piombo and I had undertaken a fruitful collaboration and were capable of accomplishing great things in Rome.

Without a doubt, working for the Capella Borgherini was a great opportunity for Sebastiano del Piombo: he obtained great visibility and greater prestige within the artistic and even academic circles of the time.

“The Christ at the Column, which he made in San Piero a Montorio, has never moved until now and has the same liveliness and color as on the first day: because he used this kind of diligence, which made the thick curling of the mortar with mixture of mastic and Greek pitch, and those together founded in the fire and placed in the walls, he then smoothed with a mixture of lime made red, or actually red-hot, in the fire. Therefore his works were able to withstand humidity and retain their color very well without causing them to change.”

Vasari wrote about the work of Sebastiano del Piombo

For the moment, your always Michelangelo Buonarroti greets you and will meet you in the next posts and on social media.

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