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Il pittore Norberto Pazzini raccontato da Mancini

Eccomi ancora qua a parlarvi di libri ad alto contenuto artistico. Oggi ve ne propongo uno di recente pubblicazione assai interessante perché racconta in modo approfondito l’esistenza, le relazioni e le opere di un pittore non così noto al grande pubblico ma che merita le dovute attenzioni: Norberto Pazzini.

Il volume di 158 pagine ben documentato, scritto da Giovanni Mancini, racconta la parabola artistica di Pazzini che, sebbene fu noto per essere un eccellente paesaggista, fu anche un abile ritrattista e attento illustratore.

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Corredato da foto in bianco e nero delle opere più note ma anche di quelle semi sconosciute e documenti, il libro riporta integralmente anche le ventidue lettere che Nino Costa scrisse a Pazzini fra il 1884 fino al 1902 le quali attestano la stima e l’affetto che intercorrevano fra i due protagonisti dell’arte della seconda metà dell’Ottocento .

Ma chi era Norberto Pazzini?

Nato nel borgo di Verucchio, situato su di una collina a ovest di Rimini a metà dell’Ottocento, fin da bimbetto si interessò all’arte. La sua passione per la pittura fu tale da spingerlo a diciotto anni ad andare ad approfondire le sue conoscenze in merito a Roma, dove rimase per gran parte della vita.

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Pazzini era noto soprattutto per essere un abile paesaggista e prese parte al rinnovamento della pittura che si stava compiendo in quegli anni.

A 23 anni cominciò a lavorare attivamente nello studio di Paolocci mettendo mano ai disegni pubblicati poi sulla rivista “Illustrazione italiana”. Nel 1883 lavorò con con Sacconi al bozzetto per il concorso dell’Altare della patria a Roma.

Sorge il mattino di Norberto Pazzini
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Nel corso degli anni uno dei maggiori esponenti della Scuola etrusca e della Società in Arte Libertas, entrambe associazioni fondate dal pittore romano Nino Costa che Pazzini ebbe modo di avvicinare nel 1884, divenendo un suo devoto allievo.

La nostalgia di casa non lo abbandonò mai. Tornava di tanto in tanto nel paese natìo per trascorrere un po’ di tempo fra la sua gente e i luoghi che aveva frequentato nell’infanzia con l’idea talvolta di non ripartire per Roma alla fine del soggiorno.

Gli spazi agresti della Romagna meridionale erano per lui grande fonte di ispirazione. Si ritrovano puntualmente nelle sue opere con quei colori delle albe e dei tramonti o delle giornate più soleggiate.

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Come riporta l’atto di morte pubblicato anche nel libro di Mancini, Pazzini passò a miglior vita alle ore 11. 30 del 1 aprile del 1937, nella medesima casa in cui era nato a Verucchio a ottant’anni.

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Il libro Il pittore Norberto Pazzini (1856-1937). La vita, lo stile e le lettere di Nino Costa lo trovate QUA.

Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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