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Son già trenta anni ch’io ho questa voglia, e ora che son papa non me la posso cavare?

«Egli son già trenta anni ch’io ho questa voglia, e ora che son papa non me la posso cavare? Dove è questo contratto? Io lo voglio stracciare. »

Così il Condivi fa pronunciare a papa Paolo III Farnese nella mia biografia. Dopo la morte di papa Clemente VII che mi aveva commissionato di affrescare la parete d’altare della Cappella Sistina, provai in qualche modo a divincolarmi da quell’impegno nella speranza di poter tornare a lavorare alla tragedia della mia vita: la tomba di Giulio II.

Il mio desiderio fu vano e, ancora una volta, un nuovo papa che da anni ammirava le mie opere, volle legarmi al suo nome con un’opera grandiosa.

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Paolo III non poteva di fatto annullare il contratto con gli eredi di Giulio II per costringermi a lavorare per lui in modo esclusivo ma non era certo uno sprovveduto, anzi.

Non attese nemmeno un attimo prima di ricorrere al breve pontificio, nominandomi il primo giorno di settembre del 1535 supremo architetto, scultore e pittore dei palazzi apostolici.

Non era possibile sottrarsi a un incarico simile: il papa era pur sempre il papa.

«Itaque te supremum Architectum, Sculptorem et Pictorem eiusdem Palatii nostri apostolici auctoritate apostolica deputamus, ac nostrum familiarem cum omnibus et singulis gratiis, prerogativis, honoribus, oneribus et antelationibus [ … ].

«E così, per autorità apostolica, ti nominiamo parimenti supremo architetto, scultore e pittore del nostro palazzo apostolico e nostro familiare con ogni singolo favore, prerogativa, onore, onere e privilegio [ … ] .
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Il nuovo pontefice vide in quella commissione una eccellente occasione per dare avvio a una ricca stagione di rinnovamento per la chiesa che oramai non era più rimandabile.

Il 16 aprile 1535 feci avviare la costruzione del ponteggio dopo aver fatto demolire gli affreschi preesistenti, compresi i miei delle lunette che oggi accolgono gli angeli con gli strumenti della Passione di Cristo.

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Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

I’ve already had this desire for thirty years, and now that I’m pope I can’t get rid of it?

«It’s already been thirty years since I’ve had this desire, and now that I’m pope I can’t get rid of it? Where is this contract? I want to tear it up. »

Thus Condivi has Pope Paul III Farnese pronounce in my biography. In fact, after the death of Pope Clement VII who had commissioned me to fresco the altar wall of the Sistine Chapel, I somehow tried to free myself from that commitment to be able to go back to work on the tragedy of my life: the tomb of Julius II .

My hopes were in vain and once again a new pope who had admired my works for years wanted to bind me to his name with a grandiose work.

Paul III could not actually cancel the contract with the heirs of Julius II to force me to work for him exclusively but he was certainly not naive, quite the contrary. He didn’t wait even a moment before resorting to the pontifical brief, appointing me on the first day of September 1535 supreme architect, sculptor and painter of the apostolic palaces.

It was not possible to escape a similar task: the pope was still the pope.

«Itaque te supremum Architectum, Sculptorem et Pictorem eiusdem Palatii nostri apostolic auctoritate apostolica deputamus, ac nostrum familiarim cum omnibus et singulis gratiis, prerogativis, honoribus, oneribus et antelationibus [ … ].

«And so, by apostolic authority, we appoint you equally supreme architect, sculptor and painter of our apostolic palace and our familiar with every single favour, prerogative, honour, burden and privilege […].


The new pontiff saw in that commission an excellent opportunity to start a rich season of renewal for the church which could no longer be postponed.

On April 16, 1535 I started the construction of the scaffolding while after having demolished the pre-existing frescoes, including mine, of the lunettes which today welcome the angels with the instruments of the Passion of Christ.

For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by making an appointment for the next posts and on social media.

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