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Il Ratto di Ganimede e il mio Tommaso che guardava quel disegno due ore al giorno

“Spero bene, se la fortuna non mi vuole di nuovo cominciare a tormentare, tra pochi giorni esser guarito et venire a fare il mio debito in visitarvi. In questo mezzo mi pigliarò almanco doi hore del giorno piacere in contemplare doi vostri desegni quali quanto più li miro, tanto più mi piacciono…”.

Così mi scriveva il primo di gennaio del 1533 il mio amatissimo Tommaso de’ Cavalieri, mio non perché avessi qualche smania di possesso ma perché mio era il sentimento che mi legava a lui senza lacci.

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I due disegni ai quali Tommaso fa riferimento nella lettera sono quelli della Caduta di Fetonte e del Ratto di Ganimede, entrambe opere cariche di una tangibile sensualità.

Zeus trasformato in aquila rapisce il giovane Ganimede per portarlo con sé sull’Olimpo per farlo divenire il coppiere degli dei. Era troppo bello per rimanere mortale fra i mortali.

Guardando con attenzione più critica il disegno, sono diversi i significati che si potrebbe tentare di leggere. Per esempio è possibile ravvisare, con una lettura in chiave neoplatonica, l’ascesa dell’anima verso una contemplazione più ampia e distaccata dalle cose terrene.

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Ganimede viene infatti sollevato da Zeus che lo stringe saldamente fra i suoi artigli senza ghermirlo violentemente né ferirlo. La loro unione genera estasi e non c’è alcuna resistenza da parte del giovane ma un abbandono totale.

Ganimede con gli occhi socchiusi ha il volto rivolto verso il capo dell’aquila.

Lo splendido ed emozionante disegno di Ganimede con l’Acquila è custodito presso il Fogg Art Museum di Cambridge, in Massachusetts.

Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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The Rape of Ganymede and my Thomas who looked at the drawing two hours a day

“I hope well, if fortune does not want to start tormenting me again, in a few days I will be healed and come to repay my debt by visiting you. In the meantime I will take at least two hours a day the pleasure of contemplating two of your drawings as the more I look at them, the more I like them…”

Thus my beloved Tommaso de’ Cavalieri wrote to me on January 1, 1533, mine not because I had any desire for possession but because the feeling that bound me to him without strings was mine.

The two drawings to which Thomas refers in the letter are those of the Fall of Phaethon and the Rape of Ganymede, both works full of tangible sensuality.

Zeus transformed into an eagle kidnaps the young Ganymede to take him with him to Olympus to become the cupbearer of the gods. He was too beautiful to remain mortal among mortals.

Looking at the drawing with more critical attention, there are various meanings that one could try to read. For example, it is possible to recognise, with a Neoplatonic reading, the ascent of the soul towards a broader contemplation detached from earthly things.

Ganymede is in fact lifted by Zeus who holds him firmly in his claws without violently grabbing him or wounding him. Their union generates ecstasy and there is no resistance on the young man’s part but total abandonment.

Ganymede with his eyes half closed has his face turned towards the eagle’s head.

The splendid and exciting drawing of Ganymede with the Eagle is kept at the Fogg Art Museum in Cambridge, Massachusetts.

For the moment, your always Michelangelo Buonarroti greets you and will meet you in the next posts and on social media.

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