17 novembre del 1503: nasce il Bronzino
Era un 17 novembre come oggi quando, a Monticelli di Firenze, nel 1503 nacque il Bronzino, al secolo Agnolo di Cosimo. Figlio di Cosimo, un macellaio, deve forse il suo soprannome Bronzino al colore dei suoi capelli, color bronzo per l’appunto.
Quel bimbetto nato in un contesto non proprio favorevole, lì a poco avrebbe fatto parlar di sé nelle corti d’Europa. Apprese in fretta i primi rudimenti della pittura da Raffaellino del Garbo e successivamente divenne un promettente allievo del Pontormo, iniziando a lavorare nella sua bottega a quattordici anni, fra il 1517 e il 1518.
Appare evidente nelle opere che realizzerà poi il Bronzino, l’influenza che ebbe il suo maestro ma anche quella che ebbi io stesso seppur indirettamente.
Quando nel 1525 Firenze nel pieno della terribile pandemia di peste nera, il Bronzino decise di cambiare aria e città provando a sfuggire da quel disastroso flagello che non faceva altro che mietere vittime.
Si diresse verso la Certosa del Monastero di Galluzzo assieme al suo allievo Bronzino per farsi aiutare nella realizzazione del ciclo degli affreschi dedicato alla Passione di Cristo.
Molto noto è il suo meraviglioso dipinto a olio su tavola con il Ritratto di Eleonora di Toledo con il figlio Giovanni, realizzato nell’estate del 1545, durante un soggiorno della famiglia nella Villa di Poggio a Caiano.
Chi non conosce quel meraviglioso abito in velluto operato tagliato ad un corpo lanciato con effetti bouclé? Bronzino lo riprodusse con uno stupefacente realismo.
Le commissioni più importanti per il Bronzino arrivarono a seguito del matrimonio di Cosimo I con Eleonora di Toledo. Fu avviata allora una grande campagna di ammodernamento di Palazzo Vecchio e proprio al Bronzino fu affidato l’incarico di decorare la cappella privata della granduchessa.
Laddove il Duca, conosciuta la virtù di quest’uomo, gli fece metter mano a fare nel suo ducal palazzo una cappella non molto grande per la detta signora Duchessa, donna nel vero, fra quante furono mai, valorosa, e per infiniti meriti, degna d’eterna lode.
Nella qual cappella fece il Bronzino nella volta un partimento, con putti bellissimi e quattro figure, ciascuna delle quali volta i piedi alle facce, San Francesco, San Ieronimo, San Michelagnolo e San Giovanni, condotte tutte con diligenzia et amore grandissimo. E nell’altre tre facce (due delle quali sono rotte dalla porta e dalla finestra) fece tre storie di Moisè, cioè una per faccia…
Così scrisse il Vasari nelle Vite raccontando quella del Bronzino.
Quando nel 1557 il Pontormo passò a miglior vita, al Bronzino viene affidato il compito di terminare gli affreschi del coro della Basilica di San Lorenzo, che il Pontormo aveva già cominciato a realizzare non molto tempo prima.
Bronzino realizza volti “tanto naturali che paiono vivi veramente e che non manchi loro se non lo spirito”
Vasari
I libri
Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici a cura di Falciani e Natali a mio avviso è uno dei migliori libri sul Bronzino che siano in circolazione. Lo trovate QUA .
Se invece preferite scegliere un libro dedicato esclusivamente ai mirabili disegni del Bronzino, vi consiglio The Drawings of Bronzino di Carmen Bambach. Il libro è in inglese. Lo trovate QUA.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta e vi da appuntamento sui social e ai prossimi post.
November 17, 1503: Bronzino is born
It was November 17th like today when, in Monticelli di Firenze, Bronzino was born in 1503, in the century Agnolo di Cosimo. Son of Cosimo, a butcher, he probably owes his nickname Bronzino to the color of his hair, a bronze color.
That little boy born in an unfavorable context, would soon have been talked about in the courts of Europe. He quickly learned the first rudiments of painting from Raffaellino del Garbo and later became a promising pupil of Pontormo, starting to work in his workshop at the age of fourteen, between 1517 and 1518.
It is evident in the works that Bronzino will later create, the influence that his teacher had but also that which I had myself, albeit indirectly.
When in 1525 Florence in the midst of the terrible black plague pandemic, Bronzino decided to change the air and the city trying to escape from that disastrous scourge that did nothing but reap victims.
He went to the Certosa del Monastero di Galluzzo together with his pupil Bronzino to get help in the realization of the cycle of frescoes dedicated to the Passion of Christ.
Very well known is his wonderful oil on panel painting with the Portrait of Eleonora of Toledo with her son Giovanni, made in the summer of 1545, during a family stay in the Villa di Poggio a Caiano.
Who does not know that wonderful dress in textured velvet cut to a thrown body with bouclé effects? Bronzino reproduced it with amazing realism.
The most important commissions for Bronzino came following the marriage of Cosimo I with Eleonora of Toledo. A major modernization campaign for Palazzo Vecchio was then started and it was precisely Bronzino that was entrusted with the task of decorating the Grand Duchess’s private chapel.
“Where the Duke, having known the virtue of this man, had him put his hand to his ducal palace to fresco a not very large chapel for the Duchess, a valiant woman and for infinite merits, worthy of eternal praise.
In this chapel Bronzino made Bronzino a partition in the vault, with beautiful cherubs and four figures, each of which turns their feet to their faces, San Francesco, San Ieronimo, San Michelagnolo and San Giovanni, all conducted with great diligence and love. And in the other three faces (two of which are broken by the door and the window) he made three stories of Moise, that is, one for each face … “
Thus wrote Vasari in the Lives recounting that of Bronzino.
When Pontormo passed away in 1557, Bronzino was entrusted with the task of finishing the frescoes in the choir of the Basilica of San Lorenzo, which Pontormo had already begun to create not long before.
For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you and gives you an appointment on social networks and the next posts.

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