Una poesia in divenire ma non solo…
Il foglio che vedete a seguire appartiene al grande archivio di Casa Buonarroti. Si tratta dell’abbozzo di un componimento poetico che tracciai nero su bianco prima di apportare qualche modifica importante ma non solo.
Come probabilmente saprete, ai miei tempi la carta era cosa preziosa, rara e assai costosa. Non si poteva sciupare e bisognava farne un utilizzo parsimonioso. Ecco perché in basso vedete pure un disegno architettonico che realizzai prima di scriverci i versi sopra.
Mentre i versi sono datati attorno al 1534 in riferimento alla profonda amicizia che strinsi con il mio amato Tommaso de’ Cavalieri, il disegno è del periodo del progetto della Sagrestia Nuova. Lo stesso progetto lo ripresi in seguito per la tomba di Cecchino Bracci adattandolo allo scopo.
Curiosi di sapere quale sia il componimento in questione? Ve lo riporto integralmente a seguire
Sì come nella penna e nell’inchiostro
è l’alto e ‘l basso e ‘l medïocre stile,
e ne’ marmi l’immagin ricca e vile,
secondo che ‘l sa trar l’ingegno nostro;
così, signor mie car, nel petto vostro,
quante l’orgoglio è forse ogni atto umile;
ma io sol quel c’a me propio è e simile
ne traggo, come fuor nel viso mostro.
Chi semina sospir, lacrime e doglie,
(l’umor dal ciel terreste, schietto e solo,
a vari semi vario si converte),
però pianto e dolor ne miete e coglie;
chi mira alta beltà con sì gran duolo,
ne ritra’ doglie e pene acerbe e certe.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti con i suoi versi e i suoi disegni architettonici
