11 aprile 1514: muore a Roma il Bramante
Era l’undici di aprile del 1514 quando Bramante morì a Roma, pace all’anima sua. La morte però non lava via tutta l’esistenza e senza peli sulla lingua vi dico a cuore aperto che mai m’andò a genio, anzi. Ci fu un tempo in cui temevo seriamente che alle mie spalle cercasse il modo per farmi fuori e l’avrebbe secondo me fatto se non fossi fuggito da Roma.
Più volte provò a mettermi i bastoni fra le ruote e non faceva altro che provarmi a mettere in cattiva luce con papa Giulio II come quella volta a cena. Il pontefice aveva fatto organizzare un banchetto intimo, modesto per quanto modesto potesse essere quello di un megalomane, beninteso. Era l’occasione creata per valutare certi disegni di Rosselli e per l’appunto del Bramante. Durante la serata venne toccato l’argomento della decorazione della volta della Sistina.

Il Bramante parlando a vanvera affermò d’avermi accennato alla questione ma che già avevo messo le mani avanti rifiutando l’incarico. Roba difficile l’affresco e poi un conto è dipingere in piano e un conto è affrescare le figure di scorcio. Così sostenne davanti al papa riferendosi a me. Fece male i suoi calcoli perché il Rosselli che mi stimava, mi riportò per filo e per segno quella incresciosa vicenda.

Fatto sta, sebbene l’avessi un po’ a schifo, anzi, parecchio, il Bramante qualcosuccia la sapeva fare alla fine dei conti. Era nato a Fermignano, provincia di Pesaro Urbino, nel 1444. Aveva trentun’anni più di me ma arrivai a Roma qualche anno prima di lui. Vi confesso che la questione mi da’ una certa soddisfazione anche perché io fui chiamato a Roma da un cardinale mentre lui arrivò in città per conto suo nel 1499, dopo che Ludovico il Moro che lo aveva prescelto come ingegnere ducale, perse il suo potere.
A Roma ricevette importanti commissioni come l’affresco per l’anno giubilare in San Giovanni in Laterano. Papa Alessandro VI lo nominò sottarchitetto mentre Giulio II gli affidò la costruzione della nuova Basilica di San Pietro fino alla sua morte ma non solo. infatti nel 1505 per lo stesso Giulio II della Rovere progettò i Cortili del Belvedere articolando il progetto su tre cortili: quello inferiore, l’intermedio e il cortile superiore. Aggiunse fontane, sculture antiche e piante creando un vero e proprio museo a cielo aperto. Per accedere dall’esterno ai cortili progetto una scala elicoidale.
L’11 di Aprile del 1514 se ne andò dal mondo lasciando quanto creò in vita ai posteri. Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e i suoi racconti.

Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta qua.
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