Quando l’Ammannati mi volle spedire i versi della moglie
Il mio parere era tenuto molto in considerazione dai contemporanei. Non mi riferisco solamente a quello che potevo dare su richiesta o meno per il progetto di un’architettura, su un dipinto o su una scultura da realizzare. M’intendevo di poesia e letteratura, mi garbava studiare e come sapete scrivevo versi, annotavo tutto e ho scritto chissà quante lettere a parenti, amici ma anche a i principi di tutta Europa, papi e cardinali.
Fu così che mentre l’Ammannati era tutto impegnato a lavorare al Nettuno commissionatogli da Cosimo I in vista delle nozze di Francesco i de’ Medici e la granduchessa Giovanna d’Austria, mi scrisse una lettera per dirmi che finalmente mi spediva i versi che aveva scritto la su’ moglie.
Come mai li inviava a me? Voleva semplicemente ottenere un mio parere. Aveva atteso tanto per spedirmeli perché volveva ne componesse altri a tema spirituale: sapeva che quelli forse li avrei graditi in modo particolare.
Vi riporto a seguire la lettera integrale, buona lettura.
Firenze, 5 aprile del 1561
Magnifico signor mio osservandissimo, come io fui arivato in Firenze feci aconciare la stanza e col nome de Dio cominciai a lavorare sul marmo del Netuno, dove sento più la pasione d’avere a levare poco marmo che non mi dà fatica e’ levarne asai e sono per questa cosa in tanto fastidio che ne sospiro ogni ora.
Non ho mandato prima e’ libro delle rime di mia moglie, come promessi a Vostra Signoria, perché aspetavo che ella ne facessi certi spirituali, come ella à fatti; i quali pensavo avesino a esere più grati a Vostra Signoria che gli altri, e così gli ò messi nell’ultimo de’ libro.
Haverò piacere che a quella gli sieno di contento. Vostra Signoria non stia a rispondermi altrimenti, per non avere quella noia. A me è bene asai; e ne la priego che mi tenga in sua buona gratia. E senza fine mia moglie ed io ce le racomandiamo. Di Firenze, agli 5 d’aprile del 61.Di Vostra Signoria amorevole servitore Bartolomeo Amannati. Al molto magnifico messer Michelagniolo Buonaruoti mio sempre osservandissimo. A Roma.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti con i suoi racconti

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