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Marmi di Carrara per Giulio II

I marmi per le mie opere li ho sempre scelti dalle cave di Carrara non solo perché erano assai pregiati e belli ma anche perché le persone che lavoravano lì erano abituate a praticare con gli artisti. Dalle montagne venivano estratti blocchi di grandi dimensioni e poi imbarcati sui bastimenti.

Quando Papa Leone  X mi obbligò a cavar marmi dalle cave di Seravezza, fu tutto un piangere e purtroppo ci fu anche chi, in quell’impresa, perse  la vita.

Quando Giulio II mi chiese di realizzare la sua colossale sepoltura, mi recai subito a Carrara per cercare tutti i marmi di cui avevo bisogno per cominciare a dar vita al gigantesco mausoleo. Impiegai quasi un anno intero per riuscire a trovare tutti i blocchi che mi servivano e poi me ne tornai a Roma ad aspettare il carico che sarebbe arrivato dopo diverse settimane al porto di Ripetta.

Matteo di Michele mi scrisse una lettera da Carrara avvisandomi che il carico era prossimo alla partenza. Il bello è che quando bussai alle porte del Papa con tutti i marmi per mostrarglieli ed esser pagato, fece pure finta di non conoscermi… ma questa è un’altra storia che avrò modo di raccontarvi prossimamente.

Con stima e riconoscenza, il vostro Michelangelo Buonarroti

Carrara, 24 giugno del 1508

Honorando tanquam pater etc.,

questo serà per dirvi come per la barcha de Menino de Lavagna ve mando caratta vinti una de marmi, conputando quatro caratta de le vostre del vostro segno, che sone pezi quatro; e’ resto pag[h]erette a Francesco de Peliza, al prèso segondo la scritta.

E’ diti marmi vi si mandeno per avere visto lore beleza e bontade, e anchora vedendo non podere esere servitto de’ denari pagati tanto tenpo per voi; e questi serano casone esere sodisfato de tuto, ho in parta almancho.

La figura grosa non mancherà, perché è in su la marina la dita figura e la barcha che l’à a levare. Credo che voi l’arete de curtto a Roma, come da Francesco e da Menino intenderete. Circa a’ fato de’ nolli, vi prego che siate contento de spedire lo ditto Menino; el conpagno suo serà Vichoroso de Montoverdo, patrone de l’altra barcha, per caratta undice de marmi.

Al ditto Menino pagate duchati disotto per pezi tre, cioè dui fugure de tre caratta l’una, e de la figura de la Santitade del Nostro Signore e de’ resto li pagarete carlini sedice per caratta e questi soni per soi nolli.

Vi prego quanto pregare vi posse che dito Menino ve sia rechomandato, che invero nonn ò trovatto homo che abi voluto servire in questi tenpi, se non lui; e libralmenta è stato tiratto interato in tera a la piaza de l’Avensa quindice zorni o più.

Sì che fate che uno paro de duchati non guaste el fato vostro per lo avenire.

E se non fuse lui, non trovave nesune che volese venire. E’ diti duchati disotto fate siano d’oro larg[h]i, come feste l’altra volta.E più verà Francesco de Peliza da Carara, mio cugnato, a Roma, pi[a]cendo a Dio, con questi marmi. Io ve lo arichomande asai, bene che io crede che non bisogne arecomandarvello.

Lui à lo modo de servirvi de marmi in tuta b[o]ntade e beleza, come lui ve dirà a voi in persona. E io Mateo sono parato qua a Carara a servireve de tutto quello che voi me darete aviso. Circa a’ casi mei non ve dicho altro se non che ve ricorde quel perdone de Santo Rocho a Berzolla, e quelo a[s]petto da voi a la venuta de Francesco nostro.

E mandate tanti stivigami de quelo de drudro per una tavolla per fare onore a’ vostri pari quando serano di qua. Vi prego che, podendo voi scanpare la dovana a’ diti patroni, perché lore sone poveri omini, fate che lore ve siano arecomantati. Non altro. Dio vi consalvi in felice statto e sanitade. Per l’altra barcha se scriverà del seguitto. Datece aviso de tuto.

Per lo vostro caro Mateo de Michele de Cucharello, lo qualle a voi continivo a voi se richomande, in Carara.

Domino maestro Michaele Angello, scultore fiorentino de la Santità del Nostro Signore, in Roma.

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michelangelomose

 

1 commento »

    • Anche se son morto da qualche secolo è meglio spargere la voce… chissà qualcuno mi assuma per farsi raccontare le mie vicende artistiche e di vita vissuta. 😉
      Grazie per il tuo gentile apprezzamento e per avermi ricordato quell’episodio della martellata sul ginocchio al povero Mosè.
      sempre devotissimo Michelangelo Buonarroti

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