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L’altare di San Giovanni: 200 chili d’argento e 100 anni per portarlo a termine

Cento anni di lavoro e duecento chili d’argento: sono questi alcuni dei numeri del grandioso Altare d’argento di San Giovanni, un capolavoro mozzafiato che unisce arte gotica e rinascimentale.

E’ custodito nella Sala del Tesoro del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze e fu commissionato nel 1367 dall’Arte di Calimala, la corporazione fiorentina che aveva in carico la gestione del Battistero di San Giovanni.

Fu ultimato nel 1483 ed ha una larghezza di 3,10 per un’altezza di un metro e mezzo.

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Un’opera colossale nella quale si possono apprezzare le tendenze dell’oreficeria e della scultura dell’epoca in voga a Firenze che spazia da quella gotica fino alla rinascimentale degli esordi di tal periodo. All’altare, o meglio, al paliotto, lavorarono un gran numero di artisti: da Leonardo di San Giovanni a Betto di Geri da Michele di Monte fino a Cristofano di Paolo per le parti trecentesche.

Tommaso Ghiberti e Michelozzo furono impegnati con la realizzazione dell’edicola centrale e la scultura del Battista mentre Bernardo Cennini, Antonio Pollaiolo, Antonio di Salvi e il Verrocchio si occuparono delle parti laterali.

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In origine il capolavoro in argento, smalti e oro dedicato a San Giovanni, patrono di Firenze, decorava l’altare maggiore del battistero ma successivamente fu rimosso e mostrato ai fedeli solo due volte l’anno: il 13 gennaio per il Battesimo di Cristo e il 24 giugno, in occasione di San Giovanni.

Le dodici formelle finemente lavorate con incredibili dettagli sono dedicate alla vita di San Giovanni. L’ultima a essere eseguita fu quella del Verrocchio in cui si vede la Decollazione del Battista.

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Dovete sapere che l’insieme monumentale è sapientemente sorretto da una struttura lignea ed è formato dall’insieme di migliaia di piccole parti montate assieme.

Quali sono le tecniche adoperate per arrivare al risultato finale? Lo sbalzo, il cesello, la fusione tridimensionale, lo smalto traslucido e opaco.

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Il restauro dell’altare ha avuto una durata di sei anni, dal 2006 al 2012. E’ stato coordinato e diretto dal laboratorio di restauro delle Oreficerie dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, allora diretto da Clarice Innocenti ed eseguito da una nutrita equipe di restauratori composta da ex allievi dell’Opificio.

Fu posto sotto particolare attenzione il risanamento strutturale dell’insieme così come delle singole parti, ottenute dopo lo smontaggio totale dell’altare. Tutte le parti in argento sono state ripulite accuratamente e gli smalti consolidati.

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Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta invitandovi ad andare a vedere di persona questa opera straordinaria al Museo del Duomo di Firenze.

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The altar of San Giovanni: 200 kilos of silver and 100 years to complete it

One hundred years of work and two hundred kilos of silver: these are some of the numbers of the grandiose Silver Altar of San Giovanni, a breathtaking masterpiece that combines Gothic and Renaissance art.

It is kept in the Treasure Room of the Museo dell’Opera del Duomo of Florence and was commissioned in 1367 by the Arte di Calimala, the Florentine corporation in charge of the management of the Baptistery of San Giovanni. It was completed in 1483 and is 3.10 meters wide and one and a half meters high.

A colossal work in which one can appreciate the goldsmith and sculpture trends of the time in vogue in Florence which ranges from the Gothic to the Renaissance of the beginning of that period. A large number of artists worked on the altar, or rather, on the frontal: from Leonardo di San Giovanni to Betto di Geri, Michele di Monte up to Cristofano di Paolo for the fourteenth-century parts.

Tommaso Ghiberti and Michelozzo were busy with the creation of the central aedicule and the sculpture of the Baptist while Bernardo Cennini, Antonio Pollaiolo, Antonio di Salvi and Verrocchio took care of the lateral parts.

Originally the masterpiece in silver, enamel and gold dedicated to Saint John, patron saint of Florence, decorated the main altar of the baptistery but was subsequently removed and shown to the faithful only twice a year: on 13 January for the Baptism of Christ and on June 24th, on the occasion of San Giovanni.

The twelve panels finely crafted with incredible details are dedicated to the life of Saint John. The last to be executed was that of Verrocchio in which the Beheading of the Baptist is seen.

You should know that the monumental whole is expertly supported by a wooden structure and is made up of thousands of small parts assembled together.

What are the techniques used to arrive at the final result? The embossing, the chisel, the three-dimensional fusion, the translucent and opaque enamel.

The restoration of the altar lasted six years, from 2006 to 2012. It was coordinated and directed by the restoration laboratory of the Goldsmiths of the Opificio delle Pietre Dure in Florence, then directed by Clarice Innocenti and carried out by a large team of restorers made up of former students of the Opificio. Particular attention was paid to the structural restoration of the whole as well as the individual parts, obtained after the total dismantling of the altar. All the silver parts were carefully cleaned and the enamels consolidated.

For the moment, your always Michelangelo Buonarroti greets you, inviting you to go and see this extraordinary work in person at the Florence Cathedral Museum.

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