Il pavimento del Duomo di Firenze
Firenze è uno scrigno di tesori, taluni molto noti, altri meno. Fra le tante meraviglie che la città offre non si può non parlare dello stupefacente pavimento di Santa Maria del Fiore: un tappeto di marmi policromi incredibile che richiese anni di lavoro, tanti danari e un gran numero di operai.
La storia
La pavimentazione fu avviata dal Cronaca e alla sua morte proseguita da Francesco da Sangallo e Giuliano di Baccio d’Agnolo. Nonostante il passare dei secoli, l’opera si è mantenuta in perfetto stato e ancora desta la meraviglia negli occhi di chi la vede per la prima volta dal vero.
L’idea di cominciare a pensare a una nuova pavimentazione già c’era nell’aria nel maggio del 1500, quando l’Arte della Lana chiese a Simone del Pollaiolo, noto anche come il Cronaca, di provvedere a risistemare quella più antica in cotto oramai consumata e poco bella da vedere.
Quattro anni più tardi gli operai dell’Opera di Santa Maria del Fiore e i Consoli dell’Arte della Lana vollero che il Pollaiolo risistemasse nello specifico la pavimentazione attigua all’ottagono che delineava e delinea tutt’oggi il coro. Il Cronaca pensò a una decorazione a lacunari che avrebbe dovuto rispecchiare quella della cupola, successivamente però decorata in tutt’altro modo.

La realizzazione dell’opera parecchi danari e parecchio tempo più del previsto tanto che, alla sua morte, ancora non erano terminati i lavori da lui pensati.
Nel 1520 ripartirono i lavori sotto la direzione di Baccio d’Agnolo auitato da Francesco di Sangallo. Poco a poco furono ripavimentate con le tarsie marmoree tutte le tribune e la navata centrale.
Realizzare l’enorme pavimentazione fu un’impresa mica da ridere. I costi da sostenere erano sempre più elevati: c’era la necessità di comprare grandi quantità di marmi costosissimi ma anche pagare gli operai che ogni giorno erano al lavoro dal mattino fino a sera per creare quel tappeto di pietra così intricato.
Volete sapere una cosa assai curiosa e non così nota? Ebbene gran parte dei marmi bianchi usati per la pavimentazione arrivavano dalle cave di Seravezza e li avevo fatti estrarre poco tempo prima per la facciata della basilica di San Lorenzo. Quando il pontefice Leone X decise di non far più realizzare la facciata rescindendo il contratto, quei marmi oramai estratti furono lavorati dagli scalpellini e lavorati per creare quei tappeti marmorei strabilianti che tutt’oggi è possibile ammirare nella basilica di Santa Maria del Fiore.
La pavimentazione fu ultimata nel 1660. Fin da subito suscitò stupore e meraviglia per la sua magnificenza. La pavimentazione che vedete oggi è ancora quella originale se non a eccezion fatta di qualche piccola modifica nella zona delle tribune.

I marmi adoperati
Vi siete mai chiesti da dove provengano tutti quei marmi colorati così diversi fra loro?
Il marmo verde arriva da Prato mentre il nero da una vecchia vena nelle cave di Colonnata, oramai esaurita. Il rosso invece proviene da luoghi diversi: c’è infatti il rosso ammonitico estratto nelle Alpi centrali e quello di Monterantoli. Il marmo bianco è tutto apuano.
Oltre a questi marmi che la fanno da padrone, ci sono brecce di varie colorazioni provenienti dalla Toscana ma anche da altre zone d’Italia. Oltre al granito dell’Impruneta, nella navata centrale sono presenti anche intarsi realizzati con il verde antico di Tessaglia e marmo africano che assume differenti colorazioni: giallo, blu e rosa.

Curiosità
Dopo il tremendo alluvione del 1966, il pavimento fu sottoposto a un accurato restauro. Durante i lavori è stato possibile trovare alcuni pezzi di marmo riciclati dalla superba facciata di Arnolfo di Cambio. In pratica sono stati rovesciati mettendo le decorazioni sotto sopra e levigati accuratamente.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti con i suoi racconti
The floor of the Florence Cathedral
Florence is a treasure trove of treasures, some well known, others less so. Among the many wonders that the city offers, one cannot fail to mention the amazing pavement of Santa Maria del Fiore: an incredible polychrome marble carpet that required years of work, a lot of money and a large number of workers.
History
The paving was started by the Cronaca and continued on his death by Francesco da Sangallo and Giuliano di Baccio d ‘Agnolo. Despite the passing of the centuries, the work has remained in perfect condition and still arouses wonder in the eyes of those who see it from life for the first time.
The idea of starting to think about a new flooring was already in the air in May 1500, when the Arte della Lana asked Simone del Pollaiolo, also known as Il Cronaca, to rearrange the older one in terracotta. now worn out and not very nice to see.
Four years later, the workers of the Opera of Santa Maria del Fiore and the Consuls of the Arte della Lana wanted Pollaiolo to rearrange the flooring adjacent to the octagon that outlined and still delineates the choir today. Il Cronaca thought of a lacunar decoration that should have mirrored that of the dome, but subsequently decorated in a completely different way.
The realization of the work was a lot of money and a lot of time more than expected, so much so that, when he died, the works he had planned had not yet been completed.
In 1520 the work resumed under the direction of Baccio d’Agnolo aided by Francesco di Sangallo. Little by little, all the stands and the central nave were repaved with marble inlays.
Making the huge flooring was not a laugh. The costs to be incurred were always higher: there was the need to buy large quantities of very expensive marble but also to pay the workers who were at work every day from morning until evening to create that intricate stone carpet.
Do you want to know something very curious and not so well known? Well, most of the white marbles used for the flooring came from the Seravezza quarries and I had them extracted a short time before for the facade of the basilica of San Lorenzo. When the pontiff decided not to have the façade built anymore by rescinding the contract, those marbles now extracted were worked by the stonecutters and worked to create those amazing marble carpets that can still be admired today in the basilica of Santa Maria del Fiore.
The flooring was completed in 1660. Right from the start it aroused amazement and wonder for its magnificence. The flooring you see today is still the original one except for some minor changes in the grandstand area.
The marbles used
Have you ever wondered where all those colored marbles so different from each other come from?
The green marble comes from Prato while the black comes from an old vein in the Colonnata quarries, now exhausted. The red instead comes from different places: there is in fact the ammonite red extracted in the central Alps and that of Monterantoli. The white marble is all Apuan.
In addition to these marbles that are the masters, there are breccias of various colors from Tuscany but also from other areas of Italy. In addition to the Impruneta granite, in the central nave there are also inlays made with the ancient green of Thessaly and African marble which takes on different colors: yellow, blue and pink.
Curiosity
After the terrible flood of 1966, the floor underwent a thorough restoration. During the works it was possible to find some pieces of recycled marble from the superb facade of Arnolfo di Cambio. In practice they have been turned over by putting the decorations upside down and carefully sanded.
Always yours Michelangelo Buonarroti with his stories

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