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Versi irriverenti

Non ho solo scritto versi seri e intrisi di sentimenti. Ogni tanto ho dato sfogo anch’io alla mia parte più divertente creando sonetti irriverenti come quello che vi riporto a seguire. Se riesco a strapparvi un mezzo sorriso, per oggi posso ritenermi soddisfatto e andarmene in giro per la mia Firenze piena di gente e di sole.

 

20

Tu ha’ ‘l viso più dolce che la sapa,

e passato vi par sù la lumaca,

 tanto ben lustra, e più bel c’una rapa;

 e’ denti bianchi come pastinaca,

in modo tal che invaghiresti ‘l papa;

e gli occhi del color dell’utriaca;

e’ cape’ bianchi e biondi più che porri:

ond’io morrò, se tu non mi soccorri.

    La tua bellezza par molto più bella

che uomo che dipinto in chiesa sia:

la bocca tua mi par una scarsella

di fagiuo’ piena, si com’è la mia;

le ciglia paion tinte alla padella

e torte più c’un arco di Sorìa;

le gote ha’ rosse e bianche, quando stacci,

come fra cacio fresco e’ rosolacci.

    Quand’io ti veggo, in su ciascuna poppa

mi paion duo cocomer in un sacco,

ond’io m’accendo tutto come stoppa,

bench’io sia dalla zappa rotto e stracco.

    Pensa: s’avessi ancor la bella coppa,

ti seguirrei fra l’altre me’ c’un bracco;

dunche s’i massi aver fussi possibile,

io fare’ oggi qui cose incredibile.

Michelangelo - Tutt'Art@ (2)

il vostro Michelangelo Buonarroti

 

1 commento »

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