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Venuto al mondo il 6 marzo del 1475

Venni al mondo lunedì 6 marzo del 1475 in quel di Caprese e, come scrisse il Papini, dei fiorentini veri all’antica ebbi tutte le qualità: l’amore per la bellezza e la libertà, la smania di guadagnare e di beffeggiare, il senso della grandezza e della tristezza.

Quando nacqui il mi’ babbo Lodovico era podestà di Caprese e di Chiusi ma solo un mese dopo ce ne tornammo a Firenze. L’incarico durava sei mesi e aveva iniziato il suo lavoro il 1 ottobre del 1474. Avrebbe dunque dovuto risiedere per tre mesi a Chiusi con la famiglia e per altri tre a Caprese dove proprio lì la i povera mamma Francesca mi diede alla luce.

Il 30 di marzo e ce ne tornammo a Firenze, o meglio, la mia famiglia tornò a Firenze. Io a pochi giorni di vita ero stato affidato a un balia di Settignano, come s’usava fare al tempo dalle famiglie danarose anche se noi non lo eravamo per niente. Il mi babbo teneva alle apparenze più che alla sostanza.

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Non lasciatevi ingannare dalla storiella che tanto piaceva anche a me: no, non ero imparentato con i conti di Canossa. Mi guardai bene dallo smentire il Condivi quando lo scrisse perché mi piaceva pensare d’avere origini nobili e prestigiose ma io con quella famiglia non ebbi proprio niente a che fare.

Quell’equivoco nacque l’8 Ottobre del 1520, quando il conte Alessandro di Canossa mi inviò una lettera da Bianello a Roma, appellandomi come parente onorando. Tutto nacque da lì: con quella lettera mi venne affibbiata in pratica una discendenza che non mi apparteneva ma della quale mi appropriai con molto piacere.

Per darmi a bere quella parentela, il conte fece riferimento a un messer Simone di Canossa podestà di Firenze che sarebbe divenuto poi capostipite della mia famiglia Buonarroti Simoni. Non ci fu alcun Simone podestà di Firenze fra i il 1100 e il 1321 o meglio, ce ne fu uno ma era di origine padovana, un Simone Vico d’Argina.

Insomma, nessuna parentela altolocata a conti fatti

Copia del documento scritto dal mio babbo che attesta la mia nascita e il battesimo appartenente a Casa Buonarroti
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Come era usanza al tempo, due giorni dopo la mia nascita, i miei genitori mi battezzarono nella chiesetta di San Giovanni, alla presenza di qualche testimone. I bimbi una volta si battezzavano subito: purtroppo la mortalità fra i neonati era alta e non si voleva rischiare che qualcuno potesse morire senza aver ricevuto il sacramento del Battesimo.

In una copia di un documento di uno scritto del mio babbo, viene riportato l’evento nel dettaglio, con tanto di nomi di quelli che assisterono come testimoni alla breve cerimonia.

Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti per il momento vi saluta nel giorno del suo compleanno e va a festeggiare con un bicchiere di Trebbiano, quattro mandorle e un libro che al momento ha scritto solo per metà.

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Born into the world on March 6, 1475

I came into the world on Monday 6 March 1475 in Caprese and, as Papini wrote, I had all the qualities of true old-fashioned Florentines: the love of beauty and freedom, the eagerness to earn and to mock, the of greatness and sadness.

When I was born my father Lodovico was mayor of Caprese and Chiusi but only a month later we returned to Florence. The assignment lasted six months and he had begun his work on 1 October 1474. He would therefore have had to reside for three months in Chiusi with his family and for another three in Caprese where poor mother Francesca gave birth to me right there.

The 30th of March and we went back to Florence, or rather, my family returned to Florence. Within a few days of my life, I had been entrusted to a wet nurse in Settignano, as was the custom at the time by wealthy families, even if we weren’t wealthy at all. My father cared more about appearances than substance alas.

Don’t be fooled by the little story that I liked so much: no, I was not related to the Counts of Canossa. I was careful not to deny Condivi when he wrote it because I liked to think I had noble and prestigious origins but I had absolutely nothing to do with that family.

That misunderstanding arose on 8 October 1520, when Count Alessandro di Canossa sent me a letter from Bianello to Rome, appealing to me as an honoring relative. It all started from there: with that letter I was basically given a lineage that did not belong to me but which I appropriated with great pleasure.

In order to make me laugh at that kinship, the count referred to a messer Simone di Canossa, podestà of Florence who would later become the progenitor of my Buonarroti Simoni family. There was no Simone podestà of Florence between 1100 and 1321 or rather, there was one but he was of Paduan origin, a Simone Vico d’Argina.

In short, no high-ranking kinship on balance.

As was the custom at the time, two days after my birth, my parents baptized me in the little church of San Giovanni, in the presence of some witnesses. Once children were baptized immediately: unfortunately mortality among newborns was high and we did not want to risk that a child could die without having received the sacrament of Baptism.

In a copy of a document written by my father, the event is reported in detail, complete with the names of those who witnessed the short ceremony as witnesses.

For the moment your Michelangelo Buonarroti for the moment greets you on his birthday and goes to celebrate with a glass of Trebbiano, four almonds and a book that he has only half written at the moment.

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