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Chi era Vittoria Colonna?

La mia carissima amica Vittoria Colonna era una raffinata intellettuale, devota a Cristo e facente parte del gruppo degli Spirituali.

Nacque nel 1490 dal matrimonio di Agnese di Montefeltro, discendente della potente famiglia di Urbino, e del capitano Fabrizio Colonna. Ebbe modo di ricevere una buona educazione, cosa non scontata per quel tempo. Scriveva poesie ispirandosi un po’ alle liriche del Petrarca.

Come era usanza al tempo, i matrimoni erano legami d’affari e contratti di alleanze fra famiglie più che unioni d’amore. Fin da piccola fu promessa come sposa di Ferdinando Francesco della potente famiglia d’Avalos. Si sposarono poi nella Cattedrale del Castello Aragonese di Ischia con un fasto infinito.

Vittoria Colonna ritratta da Sebastiano del Piombo
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Quel matrimonio basato su un’alleanza fra famiglie però funzionò davvero e i due si innamorarono perdutamente. Il destino volle metterci del suo e l‘unione non durò a lungo.

Nel 1511 Ferdinando Francesco, su ordine del suocero, partì in guerra per combattere contro la Francia nelle milizie spagnole. Dopo varie peripezie rimase ferito nella Battaglia di Pavia il 24 febbraio del 1525. La moglie Vittoria partì per andare da lui ma durante il tragitto gli arrivò la notizia che già s’era spento.

In in quel frangente ancora non l’avevo conosciuta. Il nostro incontro avvenne molto più tardi, quando ero al lavoro sul Giudizio Universale. Ci scrivemmo intense lettere e ci incontravamo per confrontarci su temi relativi alla spiritualità. Lei evitò l’inquisizione perché morì prima che la scure delle persecuzioni di quel tempo potesse abbattersi su di lei. Io pure evitai l’inquisizione perchè sull’edificazione della Basilica di San Pietro si stava giocando l’onore e la credibilità della Chiesa tutta. Altri elementi del gruppo degli spirituali ebbero sorte peggiore.

Il mio ritratto di Vittoria Colonna
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Vittoria affranta da quanto era successo all’amato marito, si ritirò nel convento delle Clarisse della Chiesa di San Silvestro a Roma.

Lì ebbe modo di conoscere e stringere relazioni molto strette con personalità che stavano pensando a una riforma della chiesa come Bernardo Ochino e Juan de Valdés.

Vittoria Colonna si circondò dei più grandi artisti, filosofi e letterati del tempo. Da Angelo di Costanzo a Jacopo Sannazaro, da Reginald Pole a Annibale Caro, Ludovico Ariosto e finanche l’Aretino Pietro.

La Pietà che disegnai per la mia cara amica Vittoria Colonna
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Ma come dice il detto: il male sempre non regna e il bene sempre non dura.

Suo fratello Ascanio I Colonna era conflitto aperto con papa Clemente VII e lei dovette tornare a Ischia per cercare di trovare un accordo fra i tue litiganti.

Gli anni passarono e decise di trasferirsi in Terra Santa. Nell’attesa a Ferrara di aspettare il nulla osta per partire, si ammalò e dovette rinunciare al suo sogno.

Copia Settecentesca di un ritratto della Colonna fatto da Sebastiano del Piombo
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Per amor suo e per l’appassionata fede che ci legava, dipinsi e disegnai per lei opere straordinarie come la Crocifissione con il Cristo vivo in Croce. Quel disegno tanto fece infuriare papa Carafa che da quel momento in poi, con un motu proprio, proibì la rappresentazione in quel modo, ancora vivo e inchiodato sulla Croce.

Nel 1547 la mia carissima amica Vittoria morì e lasciò in me un vuoto e una tristezza difficile non solo da raccontare ma anche da ricordare.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e i suoi racconti.

Who was Vittoria Colonna?

My dear friend Vittoria Colonna was a refined intellectual, devoted to Christ and part of the group of spirituals.

He was born in 1490 from the wedding of Agnese di Montefeltro, a descendant of the powerful family of Urbino, and of the captain Fabrizio Colonna. He had the opportunity to receive good education, which is not obvious for that time. He wrote poems inspired by the lyrics of Petrarch.

As was custom at time, marriages were business ties and alliances of alliances between families more than love unions. From an early age he was promised as a bride of Ferdinand Francesco of the powerful family of Avalos. They then married in the Cathedral of the Aragonese Castle of Ischia with an infinite pomp.

That marriage based on an alliance between families, however, really worked and the two fell madly in love. Destiny wanted to put us on his and union did not last long. In 1511 Ferdinando Francesco, on the orders of the father -in -law, left in war to fight against France in the Spanish militias. After various vicissitudes he was injured in the battle of Pavia on February 24, 1525. His wife Vittoria left to go to him but during the journey the news that had already passed away.

In that juncture I had not yet known her. Our meeting took place much later, when I was working on the universal judgment. We wrote intense letters and we met to deal with the issues related to spirituality. She avoided the inquisition because she died before the dark persecutions of that time could hit her. I also avoided the inquisition because the honor and credibility of the whole Church was playing on the construction of the Basilica of San Pietro. Other elements of the spiritual group had arisen worse.

Vittoria heartbroken from what had happened to the beloved husband retired to the convent of the Clarisse of the Church of San Silvestro in Rome.

There he had the opportunity to know and tighten very close relationships with personalities who were thinking of a reform of the Church such as Bernardo Ochino and Juan de Valdés.

Vittoria Colonna surrounded the greatest artists, philosophers and writers of the time. From Angelo di Costanzo to Jacopo Sannazaro, from Reginald Pole to Annibale Caro, Ludovico Ariosto and even as far as the Arezzo Pietro.

But as the saying says: evil always does not reign and the good always does not last.

Her brother Ascanio the column was open conflict with Pope Clement VII and she had to return to Ischia to try to find an agreement between your quarrels.

The years passed and decided to move to the Holy Land. While waiting for Ferrara to wait for the clearance to leave, he fell ill and had to give up his dream.

For his love and for the passionate faith that bound us, painted and designed extraordinary works for her such as the crucifixion with Christ I live on the cross. That drawing so much infuriated Pope Carafa who from that moment on, with a motu proper, prohibited representation in that way, still alive and nailed on the cross.

In 1547 my dear friend Vittoria died and left in me a void and a difficult sadness not only to tell but also to remember.

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