7 dicembre 1598: nasce il Bernini
Il 7 dicembre del 1598 Napoli udì i primi gemiti di Gian Lorenzo Bernini, appena venuto al mondo. Chi lo avrebbe mai detto che quel frugoletto così piccino sarebbe diventato un così grande artista tanto da far dire a papa Urbano VIII Barberini “Huomo raro, ingengo sublime, e nato per disposizione divina, e per gloria di Roma a portar luce al secolo”.

Bernini; grande scultore, sublime architetto e urbanista ma anche pittore, scenografo e pure commediografo.
Io non ho avuto modo di conoscerlo: siamo vissuti in tempi diversi anche se abbiamo lavorato entrambi al grandioso progetto della basilica di San Pietro. Ciascuno dei due ha apportato a quella grandiosa opera le proprie idee, il proprio talento creativo fino a renderla quella che è oggi.

Come vi ho detto il Bernini nacque a Napoli dove suo padre Pietro e la mamma Angelica Galante, si erano trasferiti da non molto.
Nel 1606 i Bernini erano di nuovo nella città eterna. Il babbo Pietro ottenne la protezione del potente cardinale Scipione Borghese e proprio in quell’ambiente il giovanissimo Gian Lorenzo ebbe modo di mostrare il suo incontenibile talento.
Sappiamo da fonti, e anche da incisioni, che grandi artisti, come Gian Lorenzo Bernini, si sono dedicati alla fattura di dolci monumentali per l’aristocrazia romana. Queste opere erano fatte in gelatina, in panna montata, in creme di vario colore e solidità. Tali produzioni dovevano essere estremamente libere, capricciose, perché è molto più facile modellare in gelatina che non in creta o, addirittura, in marmo.
Federico Zeri

Sono numerose le opere che ha lasciato ai posteri, tutte di una bellezza e armonia stupefacente. Tanto per citarne una posso parlarvi del gruppo di Apollo e Dafne che si trova a Galleria Borghese, scolpito fra il 1622 e il 1625.
Sapete che in quest’opera c’è anche la mano dello scultore di Carrara Giuliano Finelli? Fu lui che si dedicò a scolpire le radici e il fogliame per aiutare il suo maestro a consegnare l’opera ultimata al cardinale Borghese.
Questa opera era stata commissionata a Gian Lorenzo dal cardinale Scipione Borghese che, per giustificare la presenza a palazzo di quest’opera pagana, fece comporre al suo caro amico cardinale Maffeo Barberini un motto in latino che in qualche modo spiegasse il motivo per cui si trovava lì.
“Chi ama seguire le fuggenti forme dei divertimenti, alla fine si trova foglie e bacche amare nella mano”.
Maffeo Barberini sull’Apollo e Dafne del Bernini
Del Baldacchino, della Cattedra e della Gloria ma anche del Colonnato di San Pietro vi ho parlato a lungo a suo tempo. Di opere Bernini ne ha create molte, tutte mirabili e che hanno lasciato in qualche modo il segno.

Gian Lorenzo Bernini passò a miglior vita il 28 novembre del 1680 e le sue spoglie trovarono riposo nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Colui che innalzò grandiose tombe ai papi, ebbe una modesta sepoltura a destra dell’altare. Sul pavimento un’iscrizione ricorda la grandezza di questo immenso artista.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti che in questa giornata volentieri ricorda uno dei più grandi scultori di sempre.

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Molto bravo infatti.
Buon fine settimana.
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Grazie, anche a lei
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