6 marzo 1475: venni al mondo 549 anni fa
Il 6 marzo del 1475, 549 anni fa, venni al mondo in quel di Caprese.
Quando nacqui il mi’ babbo Lodovico era podestà di Caprese e di Chiusi ma solo un mese dopo ce ne tornammo a Firenze.
L’incarico all’epoca durava sei mesi e aveva iniziato il suo lavoro il 1 ottobre del 1474. Avrebbe dunque dovuto risiedere per tre mesi a Chiusi con la famiglia e per altri tre a Caprese dove proprio lì la povera mamma Francesca mi diede alla luce.
Come secoli dopo volle mettere nero su bianco il Papini, dei fiorentini veri all’antica ebbi tutte le qualità: l’amore per la bellezza e la libertà, la smania di guadagnare e di beffeggiare, il senso della grandezza e della tristezza.
Due giorni dopo esser nato, i miei genitori mi battezzarono nella chiesetta di San Giovanni, alla presenza di qualche testimone. I bimbi una volta si battezzavano subito: purtroppo la mortalità fra i neonati era alta e non si voleva rischiare che qualcuno potesse morire senza aver ricevuto il sacramento del Battesimo.
In una copia di un documento di uno scritto del mio babbo, viene riportato l’evento nel dettaglio, con tanto di nomi di quelli che assisterono come testimoni alla breve cerimonia.
Della mia venuta al mondo scrisse il Vasari nella seconda edizione delle Vite: “Nacque dunque un figliuolo sotto fatale e felice stella nel Casentino, di onesta e nobile donna, l‘anno 1474 (anno fiorentino) a Lodovico di Lionardo Buonarruoti Simoni, disceso, secondo che si dice, della nobilissima et antichissima famiglia de’ Conti di Canossa.
Io però con i Conti di Canossa non ebbi nulla a che fare sebbene mi piacesse crederlo. Un equivoco durato a lungo, nato l’8 Ottobre del 1520, quando il conte Alessandro di Canossa mi inviò una lettera da Bianello a Roma, appellandomi come parente onorando. Tutto nacque da lì.
Con la mia famiglia di origine rimasi ben poco.
Al tempo era usanza che le famiglie facoltose affidassero i neonati alle balie affiché trascorressero con loro i primi anni di vita. Vista con gli occhi di oggi pare una crudeltà ma tant’era. La mia di famiglie facoltose lo era ben poco ma il mi babbo ci teneva a far pensare agli altri che lo fossimo. Così, dopo esser nato, fui messo nelle braccia di una Balia che viveva a Settignano, moglie di uno scalpellino.
“Giorgio, s’i’ ho nulla di buono nell’ingegno, egli è venuto dal nascere nella sottilità dell’aria del vostro paese d’Arezzo; così come anche tirai dal latte della mia balia gli scarpegli e ‘l mazzuolo con che io fo le figure”, dissi al Vasari scherzando.
Il 30 marzo tutta la mia famiglia tornò a Firenze e io rimasi in casa di sconosciuti per un bel po’. Pensate poi che quando ebbi sei anni la mi povera mamma morì: con lei son stato veramente poco.
In questa giornata dedicata al mio compleanno, vi saluto dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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March 6, 1475: I came into the world 549 years ago
On March 6, 1475, 549 years ago, I came into the world in Caprese.
When I was born, my father Lodovico was mayor of Caprese and Chiusi but only a month later we returned to Florence.
At the time the assignment lasted six months and he had started his work on 1 October 1474. He would therefore have had to reside for three months in Chiusi with his family and for another three in Caprese where poor mother Francesca gave birth to me right there. .
As Papini wanted to put pen to paper centuries later, I had all the qualities of true old-fashioned Florentines: the love of beauty and freedom, the desire to earn and mock, the sense of greatness and sadness.
Two days after I was born, my parents baptized me in the little church of San Giovanni, in the presence of some witnesses. Once upon a time, children were baptized immediately: unfortunately, mortality among newborns was high and we did not want to risk that someone might die without having received the sacrament of Baptism.
In a copy of a document from my father’s writing, the event is reported in detail, complete with the names of those who attended the brief ceremony as witnesses.
Vasari wrote about my coming into the world in the second edition of the Lives: “Therefore, a son was born under a fatal and happy star in the Casentino area, of an honest and noble woman, in the year 1474 (Florentine year) to Lodovico di Lionardo Buonarruoti Simoni, descended, according to what is said, of the very noble and ancient family of the Counts of Canossa.
However, I had nothing to do with the Counts of Canossa although I liked to believe so. A long-lasting misunderstanding, born on 8 October 1520, when Count Alessandro of Canossa sent me a letter from Bianello to Rome, calling me an honorable relative. Everything started from there.
I stayed with my family of origin for very little.
At the time it was customary for wealthy families to entrust newborns to wet nurses to spend the first years of life with them. Seen with today’s eyes it seems cruel but that’s how it was. My family was very wealthy but my father was keen to make others think that we were. So, after being born, I was placed in the arms of a wet nurse who lived in Settignano, the wife of a stonemason.
“Giorgio, if I have anything good in mind, he came from being born in the thin air of your town of Arezzo; just as I also took the shoes and the mallet with which I make the figures from my nurse’s milk”, I told Vasari jokingly.
On March 30th my whole family returned to Florence and I stayed in a stranger’s house for quite a while. Then think that when I was six years old my poor mother died: I spent very little time with her.
On this day dedicated to my birthday, I greet you and look forward to seeing you in future posts and on social media.

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