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La Scultura del giorno: il Crocifisso del Cellini

La scultura del giorno che vi propongo oggi è il Cristo del Cellini, appeso alla croce di marmo nero che oggi si trova all’interno di una cappella del monastero spagnolo di San Lorenzo a El Escorial.

Il mio amico Benvenuto Cellini, dopo aver dato forma all’opera in bronzo più bella della sua epoca, il Perseo, tentò di raggiungere un risultato simile nell’arte della scultura, mostrando al contempo di seguire i miei insegnamenti.

Scriveva di me: “del quale uomo à meglio lavorato il marmo che tutti gli altri uomini di che ci fusse notizia”.

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L’artista scelse come soggetto la raffigurazione di un Cristo in Croce. Fino al momento, per tradizione ma anche per convenienza, i Crocifissi venivano scolpiti nel legno.

Non solo il materiale più caldo conferiva maggiore pathos e realismo al lavoro finito ma, scolpendo un Crocifisso di marmo in un blocco unico, si deve affrontare inevitabilmente un enorme spreco di materiale.

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Il Cellini invece volle sfidare sé stesso e i predecessori scegliendo scientemente di scolpire un crocifisso a grandezza naturale in un unico blocco di marmo di Carrara. Cercava di prendersi una rivincita contro tutti coloro che mettevano in dubbio le sue doti personali di scultore.

Quel Cristo, nelle intenzioni iniziali dell’artista, avrebbe dovuto decorare la sua sepoltura nella chiesa di Santa Maria Novella, che già ospitava uno dei Crocifissi più significativi del Rinascimento: quello in legno del Brunelleschi.

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Il Cellini racconta nella sua autobiografia di aver avuto una visione durante il periodo in cui fu incarcerato, prima a Tor di Nona e poi a Castel Sant’Angelo, con l’accusa di aver rubato a seguito del Sacco di Roma del 1527 due pietre preziose incastonate nel triregno papale.

In una notte del 1539 vide dinnanzi a se il Cristo Crocifisso, la Madonna in Trono con il Bambino e San Pietro. Sempre lui scrisse che chiese alle guardie carceriere della cera per poter modellare il Cristo che aveva visto.

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Anni dopo, nel 1556, il Cellini mise mano al marmo per trasformare quel modellino in una scultura a grandezza naturale.

Poco dopo però finì di nuovo in galera e per uscir fuori scrisse una supplica al duca Cosimo I. Se lo avesse fatto uscire gli avrebbe regalato il Crocifisso, scolpito per la sua sepoltura. Le vicende che seguirono sono assai intricate. Fatto sta che il duca pagò l’opera al Cellini non prima di averla fatta valutare a Vincenzo de’ Rossi e all’Ammannati.

Nel 1576, quando sia Cosimo I che l’artista erano passati a miglior vita, Francesco I de’ Medici inviò l’opera come dono diplomatico a Filippo II, re di Spagna che lo volle far sistemare nella chiesa all’Escorial, dove tutt’oggi è visibile.

Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

Sculpture of the day: the Crucifix by Cellini

The sculpture of the day that I propose to you today is Cellini’s white marble Christ, hanging from the black marble cross which today is located inside a chapel of the Spanish monastery of San Lorenzo in El Escorial.

Cellini, after giving shape to the most beautiful bronze work of his time, the Perseus, attempted to achieve a similar result in the art of sculpture, showing at the same time that he followed my teachings.

He wrote about me “of which man worked marble better than all the other men of whom there was news”.

He chose as subject the depiction of a Christ on the Cross. Until now, by tradition but also for convenience, the Crucifixes were carved in wood.

Not only did the warmer material lend greater pathos and realism to the finished work, but sculpting a marble crucifix in a single block results in a huge waste of material.

Cellini instead wanted to challenge himself and his predecessors by knowingly choosing to sculpt a life-size crucifix in a single block of Carrara marble. He tried to take his revenge against all those who questioned his personal skills as a sculptor.

That Christ, in the artist’s initial intentions, should have decorated his burial in the church of Santa Maria Novella, which already housed one of the most significant crucifixes of the Renaissance: the wooden one by Brunelleschi.

Cellini recounts in his autobiography that he had a vision during the period in which he was imprisoned, first in Tor di Nona and then in Castel Sant’Angelo, accused of having stolen two precious stones following the Sack of Rome in 1527 set in the papal tiara.

On a night in 1539 he saw in front of him the Cridto Crucifix, the Madonna Enthroned with Child and St. Peter. He also wrote that he asked the prison guards for wax to be able to model the Christ he had seen.

Years later, in 1556, Cellini used the marble to transform that model into a life-size sculpture.

Cellini ended up in jail again and to get out he wrote a plea to Duke Cosimo I. If he had let him out he would have given him the Crucifix that he had carved for his burial. The events that followed are very intricate. The fact is that the duke paid Cellini for the work not before having had it appraised by Vincenzo de’ Rossi and Ammannati.

In 1576, when both Cosimo I and Cellini had passed away, Francesco I de’ Medici sent the work as a diplomatic gift to Philip II, King of Spain who wanted it to be placed in the church at the Escorial, where it still stands today. it is visible.

For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by making an appointment for the next posts and on social media.

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