Gli uccelli del Giambologna
Nel Museo Nazionale del Bargello c’è un meraviglioso gruppo di volatili di bronzo che in epoca passata era custodito all’interno della Grotta Medicea di Castello. Fu il Giambologna, alias Jean de Boulogne, a dargli forma nel 1567, mostrando di avere una conoscenza approfondita degli atteggiamenti di quei pennuti.
Gli uccelli se ne stavano appollaiati fra le rocce, al di sopra degli animali a grandezza naturale, scolpiti nel 1555 dal Fancelli.
Fino al 1816 gli uccelli rimasero all’interno della grotta poi vennero prima trasportati all’interno della Galleria degli Uffizi e successivamente nel Museo del Bargello dove tutt’oggi possono essere ammirati a distanza ravvicinata.
I 9 volatili
Il gruppo è formato da nove uccelli: il gufo, il pavone, il gallo, il barbagianni, l’astore, il tacchino, l’aquila, il falco e la fagiana. Probabilmente il Giambologna aveva avuto modo di vedere dal vero più volte tutti questi esemplari per poterli riprodurre in maniera così dettagliata e fedele.
L’aquila che spesso usata come simbolo araldico con le ali spiegate, l’artista preferì raffigurarla con ali chiuse e capo chino rivolto verso il basso proprio come quella che il duca aveva nella sua voliera.
Come accennato prima, in questo gruppo fa la sua comparsa anche il tacchino: un animale al tempo considerato esotico. Era arrivato da poco dalle Americhe e incuriosiva per quel suo aspetto buffo. Tanto è veritiero questo animale che pare quasi il Giambologna lo abbia realizzato su un calco dal vero.
“Dopo Michelangelo, il massimo scultore del suo secolo e anche se le sue opere furono scolpite o gettate in bronzo a Firenze e per Firenze i bronzetti prodotti nella sua bottega trasformarono il suo stile in un idioma universale” -Pope-Hennessy-
Quando visitate il Museo Nazionale del Bargello, guardate con attenzione questo gruppo di uccelli realizzato con tanta minuzia e conoscenza da parte del Giambologna: sono un vero capolavoro che ahimè viene poco notato.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e i suoi racconti.

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Grazie, molto belli.
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