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13 febbraio 1571: muore il Cellini

Era il 13 febbraio del 1571 quando Benvenuto Cellini passò a miglior vita lasciando ai posteri una grande eredità artistica. Genio e sregolatezza si potrebbe dire di lui: grande artista con un temperamento assai focoso, altro che il mio.

Di casini ne combinò parecchi ma creò anche immensi capolavori come il meraviglioso Perseo che ancora veglia su Piazza della Signoria.

Autoritratto di Benvenuto Cellini, grafite su carta (1540–1543), Biblioteca Reale, Torino.
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Il Cellini era nato il 3 novembre del 1500 da Giovanni d’Andrea del Cellini, un capomastro parecchio colto, e Elisabetta Granacci.

Vi racconto una cosa curiosa. Il su babbo Giovanni Cellini nel 1504 faceva parte della commissione istituita per decidere la collocazione del David e l’anno successivo era impegnato nel realizzare i ponteggi per far affrescare la Battaglia di Anghiari a Leonardo da Vinci, nel Salone de’ Cinquecento di Palazzo Vecchio.

Animoso, fiero, vivace, prontissimo e terribilissimo

Così definì il Vasari il Cellini nelle Vite
Il Cristo del Cellini dell’Escorial
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Fin da bimbetto Benvenuto iniziò a imparare l’arte dell’oreficeria presso diversi maestri prima a Bologna, poi Pisa e infine Roma. A Roma andò a finire per scappare dalla condanna che pendeva sulla sua testa.

Sono assai conosciuti sono i suoi litigi con la famiglia di orafi Guasconti. Dopo un diverbio assai impetuoso, il Cellini sferrò una pugnalata a Gherardo Guasconti e quel litigio gli costò la condanna a morte in contumacia. Ecco perché l’artista subito dopo scappò a Roma e fu accolto nella bottega di Lucagnolo da Iesi.

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I suoi casini però mica finirono lì. Per essere accusato di aver rubato beni a papa Clemente VII durante il sacco di Roma finì nel carcere di Castel Sant’Angelo. Evase quasi subito rompendosi pure una gamba ma, poco dopo, venne ripreso e riconsegnato al papa che lo fece rinchiudere prima a Tor di Nona e poi ancora una volta a Castel Sant’Angelo fino al 1539.

Insomma non era un tipetto tranquillo. Scrisse anche un’autobiografia parecchio auto celebrativa che potete trovare QUA. “Tutti gli uomini di ogni sorte, che hanno fatto qualche cosa che sia virtuosa, doverieno, essendo veritieri e da bene, di lor propria mano descrivere la loro vita” scrisse il Cellini.

photo by Renata Bandelloni
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Cosimo I gli commissionò il Perseo: un’opera che lo fece tribolare assai soprattutto per i problemi che ebbe durante la fusione del metallo. Poco prima realizzò il busto di Cosimo I de’ Medici con gli occhi d’argento oggi visibile al Museo Nazionale del Bargello.

Sapete che il Cellini era un mio amico? Era assai più giovane di me ma le sue opere erano così belle e intense che non era proprio possibile non riconoscere il suo grande talento. Si innamorò a prima vista dei miei cartoni della Battaglia di Cascina e li studiò a lungo. “La scuola del mondo” li chiamava.

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Nato libero, e così libero mi volevo vivere e come lavorante libero volevo andare dove mi piaceva

Il Cellini nella sua autobiografia

Il Cellini passò a miglior vita il 13 febbraio del 1571 a Firenze e fu sepolto nella Cappella degli Artisti all’interno della chiesa della Santissima Annuniziata.

Il libro

Se volete conoscere meglio la vita del Cellini, vi consiglio di leggere la sua autobiografia. E’ parecchio enfatica e autocelebrativa ma ben rende l’idea di quale fosse i temperamento di questo straordinario artista.

Il primo uomo del mondo

Così si definisce nella sua autobiografia il Cellini

Il libro Vita di Benvenuto Cellini lo trovate QUA.

Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

13 February 1571: Cellini dies

It was February 13, 1571 when Benvenuto Cellini passed away, leaving a great artistic legacy to posterity. Genius and recklessness could be said of him: a great artist with a very fiery temperament, other than mine.

He made a lot of messes but also created immense masterpieces such as the wonderful Perseus who still watches over Piazza della Signoria.

Cellini was born on 3 November 1500 by Giovanni d’Andrea del Cellini, a very cultured master builder, and Elisabetta Granacci.

I’ll tell you a curious thing. His father Giovanni Cellini in 1504 was part of the commission set up to decide the location of the David and the following year he was engaged in creating the scaffolding to have Leonardo da Vinci fresco the Battle of Anghiari in the Salone de ‘Cinquecento of Palazzo Vecchio.

Animated, proud, lively, most prompt and most terrible

This is how Vasari called Cellini in the Lives

As a child, Benvenuto began learning the art of goldsmithing from various masters, first in Bologna, then in Pisa and finally in Rome. In Rome he ended up escaping the condemnation that hung over his head.

His quarrels with the Guasconti family of goldsmiths are well known. After a very violent quarrel, Cellini stabbed Gherardo Guasconti and that quarrel cost him the death sentence in absentia. This is why the artist immediately fled to Rome and was welcomed into Lucagnolo’s workshop by Iesi.

But his mess didn’t end there. To be accused of stealing goods from Pope Clement VII during the sack of Rome, he ended up in the prison of Castel Sant’Angelo. He escaped almost immediately, even breaking a leg but, shortly after, he was taken back and returned to the pope who had him locked up first in Tor di Nona and then once again in Castel Sant’Angelo until 1539.

In short, he was not a quiet chap. He also wrote an autobiography that was very self-celebrating. “All men of all kinds, who have done something virtuous, should, being authentic, write their own life for themselves,” wrote Cellini.

Cosimo I commissioned the Perseus from him: a work that troubled him very much above all for the problems he had during the casting of the metal. Shortly before, he created the bust of Cosimo I de ‘Medici with silver eyes, now visible in the Bargello National Museum.

Do you know that Cellini was a friend of mine? He was much younger than me but his works were so beautiful and intense that it was just not possible not to recognize his great talent. He fell in love at first sight with my cartoons of the Battle of Cascina and studied them for a long time. “The school of the world” he called them himself.

Born free, and so free I wanted to live and as a free worker I wanted to go where I liked

Cellini in his autobiography

Cellini passed away on February 13, 1571 in Florence and was buried in the Artists’ Chapel inside the church of the Santissima Annuniziata.

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