Anni disperatissimi in quel di Seravezza
Stamani mi son messo a consultare vecchie carte che avevo sotto mano o meglio, erano finite sotto una panca e me l’ero proprio scordate. Si tratta di lettere che scrissi in quel di Seravezza quando Papa Leone Medici voleva a tutti i costi che andassi a cercar marmi per la facciata del San Lorenzo sul Monte Altissimo. Che tempi quelli! M’arrabbiavo un giorno sì e l’altro pure. Se negli anni a seguire ebbi una salute sempre più cagionevole fu pure colpa di quel Papa lì, ve l’assicuro.
Ecco qua una lettera che scrissi in quei momenti non proprio felici al mi’ fratello Buonarroto a Firenze. M’arrivavano scalpellini poco validi e mi facevano ammattire. Prendevano i danari e poi scomparivano e il lavoro che facevano non era certo dei migliori. Per beffa poi parlavano male di me impedendomi di fatto di trovare altri validi collaboratori. Mi fecero dannare assai.
Seravezza, 31 luglio del 1518
Buonarroto,
degli scharpellini che vennon qua, solo c’è restato Meo e cCechone; gli altri se ne sono venuti.
Ebono qua da mme quatro duchati e promessi loro danari chontinuamente da vivere, acciò che e’ potessino sodisfarmi. Ànno lavorato pochi dì e chon dispecto, i’ modo che quel tristerello di Rubechio m’à presso che guasto una cholonna che ò cavata. Ma più mi duole che e’ vengono costà e danno chactiva fama a mme e alle chave de’ marmi per ischarichare loro, in modo che, volendo poi degl’uomini, no ne posso avere. Vorrei almeno, poi che e’ m’ànno ghabato, che e’ si stessino cheti.
Però io t’aviso, acciò che tu gli facci star cheti chon qualche paura, o di Iachopo Salviati o chome pare a cte, perché questi ghioctoncegli fanno gran danno a quest’opera e anche a me. Michelagniolo in Seraveza. A Buonarroto di Lodovicho Simoni in Firenze.
Data in Via Ghibellina, a riscontro alla casa de’ Guardi.
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