La Cappella Strozzi affrescata dal Filippino
La Cappella di Filippo Strozzi è una delle più belle di tutta la Basilica di Santa Maria Novella a Firenze e si trova al fianco di quella maggiore del Tornabuoni, affrescata dal Ghirlandaio nel tempo in cui ero a bottega da lui. E’ un trionfo di colori, raffinati dettagli e citazioni della Roma antica.
La storia
Nell’anno 1486 Filippo Strozzi acquistò il giuspatronato della cappella del transetto destro della Basilica di Santa Maria Novella a Firenze dedicata a San Giovanni Evangelista, allora appartenente alla famiglia Boni.
Qualche anno più tardi, il 21 aprile del 1487, Filippino Lippi firmava il contratto per la sua decorazione per un compenso stabilito di 350 fiorini d’oro. In quel momento il Filippino era uno degli artisti più apprezzati del momento e avrebbe dovuto completare l’opera, da contratto, entro il 1490. I tempi però si dilatarono in modo importante tanto che il committente passò a miglior vita prima di poter vedere la Cappella Strozzi così come la vediamo oggi.
Non è che il Filippino fosse particolarmente lento a disegnare e affrescare ma durante i lavori si concedette un lungo soggiorno a Roma per realizzare il celebre ciclo di affreschi della Cappella Carafa in Santa Maria sopra Minerva con l’Annunciazione, l’Assunzione e San Tommaso in Cattedra.
Proprio all’interno della Cappella Strozzi ha inizio il Decamerone. Il Boccaccio immagina che proprio in questo luogo si ritrovino “sette fanciulle oneste e di chiaro lignaggio, vestite in abito lugubre, assieme a tre giovani” mentre fuori imperversava la peste del 1348.
I soggetti principali scelti per realizzare gli affreschi furono due: le storie di San Filippo Apostolo e quelle di San Giovanni Evangelista. Il primo soggetto era legato al nome del committente, Filippo Strozzi, mentre il secondo tema alla consacrazione della cappella.
Le storie di San Filippo
La parete destra è dedicata alle storie di San Filippo. Nella lunetta è raffigurata la sua crocifissione mentre nel riquadro in basso si vede San Filippo che fa uscire dal tempio di Hierapolis un mostro il cui fetore uccide il figlio del re.
Impressiona la quantità di dettagli che il Filippino inserisce nella sua opera come le colonne laterali decorate con le grottesche e l’abbigliamento dei vari personaggi.
Armature curate nei particolari e turbanti orientaleggianti che probabilmente il Filippino ha avuto modo di vedere con i suoi occhi durante il suo soggiorno veneziano.
Sulla sommità dell’altare compaiono due sculture di angeli, ciascuna con un prigioniero. Al di sotto dei loro piedi si legge EX H(OC) TRI(UMPHO) D(EO) M(AXIMO) VICT(ORIA) ovvero -da questo trionfo vittoria a Dio massimo-. Era un modo esplicito per ribadire la vittoria dei cristiani sui pagani.
Tutta la scena che si svolge sotto i nostro occhi della cacciata del dragone dal tempio simboleggia di fatto lo scontro fra due culture: quella cristiana e quella pagana.
Le storie di San Giovanni Evangelista
Nella parete di sinistra della Cappella, Filippino Lippi affrescò in basso San Giovanni che resuscita Drusiana mentre nella lunetta superiore realizzò il Martirio di San Giovanni.
Proprio nel riquadro del miracolo di Drusiana Filippino firma l’opera. Se osservate bene, su uno die pilastro del tempio di destra compare la scritta A.S. MCCCII (15902) PHILIPPINUS DE LIPPIS FACIEBAT. C’è anche un’altra insolita scritta alle spalle di Drusiana. Si trova sopra il rocchio di colonna che è dentro il tempietto pagano: ORGIA. Una scritta che da poco adito a fraintendimenti e indica pratiche pagane.
Nella lunetta superiore San Giovanni viene messo in un calderone pieno di olio bollente da quale poi ne uscirà miracolosamente illeso. Anche in questo caso il Filippino usa un gran numero di simboli romani come il fascio littorio o l’abito dell’uomo che addita il Santo che pare quello di un imperatore romano.
Come in ogni scena non mancano accenni esotici come il turbante arabeggiante.
La vetrata, volta e la tomba di Filippo Strozzi
Filippino si occupò anche di dipingere la volta e realizzare i cartoni per la vetrata.
Si mise al lavoro per la vetrata nel 1497 e nel 1503 l’aveva già fatta realizzare e si trovava dove la vedete oggi. La scena è dominata dalla Madonna con Bambino e immediatamente sotto di loro compare lo stemma della famiglia Strozzi. Più in basso si vedono i Santi protagonisti degli affreschi: san Filippo e San Giovanni.
Le vele della volta invece furono decorate con i quattro patriarchi dell’Antico Testamento: Adamo. Noè, Abramo e Giacobbe. Sulla parete di fondo, al di sotto della vetrata, si trova la tomba del committente che fu realizzata da Benedetto da Maiano.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social

Sostienici – Support Us
Se questo blog ti piace e ti appassiona, puoi aiutarci a farlo crescere sempre più sostenendoci in modo concreto condividendo i post, seguendo le pagine social e con un contributo che ci aiuta ad andare avanti con il nostro lavoro di divulgazione. . ENGLISH: If you like and are passionate about this blog, you can help us make it grow more and more by supporting us in a concrete way by sharing posts, following social pages and with a contribution that helps us to move forward with our dissemination work.
5,00 €
1 commento »