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Palazzo Vecchio: l’arengario e il cortile

Palazzo Vecchio è uno dei palazzi più celebri del mondo intero. In origine era conosciuto col nome di Palazzo dei Priori ma cominciò ad essere appellato col nome di Palazzo Vecchio quando la corte del Duca Cosimo I si trasferì di fatto a Palazzo Pitti, il nuovo palazzo.

L’arengario

La zona rialzata davanti Palazzo Vecchio viene chiamata arengario. Sapete da cosa deriva questo nome? Ebbene, fino all’Ottocento c’era una ringhiera che poi venne rimossa durante i restauri condotti da Giuseppe del Rosso. Da questa zona sopra elevata, i priori potevano godere di una vista migliore degli eventi e delle cerimonie cittadine che si svolgevano in Piazza della Signoria.

La Giuditta e il Marzocco di Donatello

Questa parte esterna di Palazzo Vecchio è un museo a cielo aperto. Fino a qualche anno fa era decorata con il Marzocco e la Giuditta e Oloferne, opere realizzate fra il 1455 e il 1460 dal grande Donatello. Da tempo entrambe sono state sostituite con copie e gli originali trasferiti al riparo degli agenti atmosferici: il Marzocco è al Museo del Bargello mentre la Giuditta è stata ospitata direttamente all’interno di Palazzo Vecchio.

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Il David e l’Ercole e Caco

Dal 1504, l’ingresso di Palazzo Vecchio è diventato ancora più bello grazie alla presenza del mio David. Dai, non posso essere modesto: quella scultura lì ha aggiunto valore e significato a tutta la piazza e non solo. Oggi però al suo posto troneggia la copia dell’Arrighetti: il David dopo secoli di esposizione agli agenti atmosferici e di sbilanciamento dovuto a un cedimento del terreno, aveva bisogno di essere trasferito in un luogo più adeguato per la sua conservazione.

A bilanciare la grande figura del David è stata posta quella un po’ più sgraziata e per nulla bella del Bandinelli: l’Ercole e Caco. Ha sempre voluto imitare la mia maniera di scolpire e di riprodurre le figure ma non aveva alle spalle i miei studi anatomici e il risultato è quello che vedete: ammassi di muscoli appiccicati sulle ossa un po’ a caso. Oh, il Bandinelli un m’è mai garbato ma credo si sia capito da tempo. Quell’opera lì venne parecchio criticata anche dai contemporanei e non è certo un caso. L’Ercole e Caco che vedete sull’arengario è l’originale.

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I due termini marmorei

Mentre le altre sculture che decorano l’arengario di Palazzo Vecchio sono assai conosciute, quelle posizionate proprio davanti agli stipiti del portone d’ingresso lo sono molto meno. Sono due termini marmorei realizzati da Baccio Bandinelli (la donna) e da Vincenzo de’ Rossi (l’uomo). Ispirati dalla statuaria classica, in origine sostenevano una catena che di fatto sbarrava l’entrata.

Sopra il portale troneggia il frontespizio in marmo del 1528 dedicato a Cristo Re. Vi ho raccontato la sua storia per filo e per segno QUA.

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Il Cortile di Michelozzo

Entrando dal portone principale vi ritroverete direttamente nel Cortile di Michelozzo, progettato da lui nel 1453. Tutte quelle decorazioni che vedete furono invece realizzate su progetto del Vasari qualche anno dopo. Nel 1556 infatti al mio carissimo amico Giorgio venne chiesto di rendere ancora più spettacolare questo spazio, in occasione delle nozze di Giovanna d’Austria e il figliolo di Cosimo I ovvero Francesco I de’ Medici.

Guardando le lunette che decorano la parte alta del porticato vedrete le insegne delle chiese ma anche i simboli delle potenti corporazioni delle arti e dei mestieri di Firenze. Nei riquadri sotto invece sono state dipinte le vedute di alcune città dell’impero di Asburgo per rendere omaggio a Giovanna d’Austria. Lo stato di conservazione di questi dipinti non è dei migliori ma c’è una spiegazione: non sono affreschi notoriamente più duraturi ma opere dipinte a secco.

Gli stucchi scenografici che decorano le colonne invece vennero realizzati da Pier Paolo Mincio di Forlì.

La fontana

Al centro del cortile c’era un antico pozzo che però venne sostituito da una fontana in porfido realizzata su disegno del Vasari. Sopra la vasca troneggia il Putto con Delfino del Verrocchio. In realtà l’originale in bronzo del 1470 è stato trasferito all’interno di Palazzo Vecchio dal 1959 e quello che vedete lì sopra è una copia.

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Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta andandosi a bere il secondo caffè della mattinata…e non sono ancora le otto.

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Palazzo Vecchio: the arengarium and the courtyard

Palazzo Vecchio is one of the most famous palaces in the whole world. It was originally known as Palazzo dei Priori but began to be called Palazzo Vecchio when the court of Duke Cosimo I actually moved to Palazzo Pitti, the new palace.

The arengario

The raised area in front of Palazzo Vecchio is called arengario. Do you know where this name comes from? Well, until the nineteenth century there was a railing which was then removed during the restorations conducted by Giuseppe del Rosso. From this elevated area, the priors could enjoy a better view of the city events and ceremonies that took place in Piazza della Signoria.

The Giuditta and the Marzocco by Donatello

This external part of Palazzo Vecchio is an open-air museum. Until a few years ago it was decorated with the Marzocco and the Giuditta and Oloferne, works created between 1455 and 1460 by the great Donatello. For some time, both have been replaced with copies and the originals moved away from the elements: the Marzocco is in the Bargello Museum while the Giuditta was housed directly inside Palazzo Vecchio.

David and Hercules and Cacus

Since 1504, the entrance to Palazzo Vecchio has become even more beautiful thanks to the presence of my David. Come on, I can’t be modest: that sculpture there added value and meaning to the whole square and beyond. Today, however, the copy of Arrighetti stands in its place: the David after centuries of exposure to atmospheric agents and imbalance due to land subsidence, needed to be moved to a more suitable place for its conservation.

To balance the great figure of David, the slightly more clumsy and not at all beautiful figure of Bandinelli was placed: Hercules and Cacus. He has always wanted to imitate my way of sculpting and reproducing figures but he did not have my anatomical studies behind him and the result is what you see: masses of muscles stuck on the bones a little at random. Oh, Bandinelli has never been polite to me but I think he has understood for some time. That work there was also heavily criticized by contemporaries and it is certainly not a coincidence. The Hercules and Cacus you see on the arengario is the original.

The two marble terms

While the other sculptures that decorate the arengarium of Palazzo Vecchio are well known, those positioned right in front of the door jambs are much less so. They are two marble terms created by Baccio Bandinelli (the woman) and by Vincenzo de ‘Rossi (the man). Inspired by classical statuary, they originally supported a chain that effectively barred the entrance.

Above the portal stands the marble frontispiece of 1528 dedicated to Christ the King. I have told you the story of him in detail HERE.

Michelozzo’s courtyard

Entering through the main door you will find yourself directly in Michelozzo’s courtyard, designed by him in 1453. All those decorations you see were instead made on a Vasari project a few years later. In fact, in 1556 my dear friend Giorgio was asked to make this space even more spectacular, on the occasion of the wedding of Joan of Austria and the son of Cosimo I or Francesco I de ‘Medici.

Looking at the lunettes that decorate the upper part of the portico, you will see the insignia of the churches but also the symbols of the powerful guilds of the arts and crafts of Florence. In the boxes below, on the other hand, views of some cities of the Habsburg Empire were painted to pay homage to Joan of Austria. The state of conservation of these paintings is not the best but there is an explanation: they are not known to be more durable but dry-painted works.

The scenographic stuccos that decorate the columns, on the other hand, were made by Pier Paolo Mincio of Forlì.

Fountain

In the center of the courtyard there was an ancient well which, however, was replaced by a porphyry fountain built to a design by Vasari. Above the basin stands the Putto with Dolphin by Verrocchio. In fact, the original bronze from 1470 has been moved inside Palazzo Vecchio since 1959 and what you see above is a copy.

For the moment your Michelangelo Buonarroti greets you as he goes to drink his second coffee of the morning… and it is not yet eight o’clock.

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