La chiesa di Pietro e quella degli uomini
La Chiesa che ebbi modo di conoscere a Roma era ben diversa da quella affidata da Cristo a Pietro. L’umiltà e la morigeratezza venivano predicata a gran voce ma mica le vedevo messa in pratica da coloro che dall’altare le imponevano alle umili genti. I poveracci spesso erano l’espressione più alta e nobile del Vangelo.
Il papa che avrebbe dovuto rappresentare Cristo in terra non metteva in pratica nessuno degli insegnamenti del suo predecessore. Essere papa era una questione di potere e poco aveva a che fare con l’essere una guida spirituale per le genti.
Per me che ero devoto a Cristo e tentavo in tutto e per tutto di mantenermi fedele ai suoi insegnamenti fu un duro colpo. Misi anche in versi il mio disappunto. Ho lavorato per diversi papi, certo, ma rischiai pure di finire arrostito sul rogo in vecchiaia per la mia vicinanza con gli spirituali resa nota pure nel cuore pulsante della Chiesa…la Cappella Paolina.
Vi lascio i versi miei, sempre attuali ahimé. Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti
Qua si fa elmi di calici e spade
e ‘l sangue di Cristo si vend’a giumelle,
e croce e spine son lance e rotelle,
e pur da Cristo pazïenzia cade.
Ma non ci arrivi più ‘n queste contrade,
ché n’andre’ ‘l sangue suo ‘nsin alle stelle,
poscia c’a Roma gli vendon la pelle,
e ècci d’ogni ben chiuso le strade.
S’i’ ebbi ma’ voglia a perder tesauro,
per ciò che qua opra da me è partita,
può quel nel manto che Medusa in Mauro;
ma se alto in cielo è povertà gradita,
qual fia di nostro stato il gran restauro,
s’un altro segno ammorza l’altra vita?