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Ancora imberbe conobbi personalità di spicco nella Firenze di fine Quattrocento

Lorenzo il Magnifico m’accolse di buon grado nel suo giardino di San Marco. La bottega dei fratelli Ghirlandaio mi stava stretta: volevo scolpire e non dipingere!

Fu presso quello stesso giardino che iniziai ad apprendere i primi rudimenti della scultura. Assieme a me c’erano altri ragazzini talentuosi, tutti ansiosi di migliorare la loro tecnica esecutiva. Bertoldo di Giovanni ci sorvegliava e ci guidava mentre copiavamo alcune delle sculture della collezione dei Medici presenti nel giardino. Bertoldo era stato un diretto allievo di Donatello: chi meglio di lui avrebbe potuto incanalare i nostri talenti?

Lorenzo de’ Medici mi trattava alla stregua di un figlio tant’è che alla sua mensa ebbi la sorte di conoscere le personalità di spicco della Firenze di allora. Agnolo Poliziano, Pico della Morandola e Marsilio Ficino ebbero non poca influenza sulla mia formazione soprattutto personale negli anni a seguire. Mi coinvolsero nelle loro disquisizioni neoplatoniche mentre si davano da fare a rinverdire l’amore per la rievocazione dell’antico.

Pranzai e cenai assieme a coloro che, dopo la morte del Magnifico, divennero miei committenti come Piero, Giovanni, papa Leone X e Giulio de’ Medici che poi assumerà il nome di Clemente VII sul soglio del papato.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti nella sua Firenze, croce e delizia dei tempi andati

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