13 febbraio 1571: Benvenuto Cellini muore
Il 13 febbraio 1571 è una data che segna la fine di un’era per la storia dell’arte italiana. È infatti in questo giorno che il celebre artista Benvenuto Cellini si spense, lasciando dietro di sé un’eredità indelebile.
Nato a Firenze il 3 novembre 1500, Cellini divenne noto non solo per la sua straordinaria abilità artistica, ma anche per il suo temperamento focoso e per aver condotto una vita sopra le righe. Le sue opere, tra cui il magnifico Perseo che troneggia in Piazza della Signoria a Firenze, testimoniano la maestria tecnica, la passione e l’intensità emotiva che lo animavano.
La vita di Cellini fu tutt’altro che quieta, contrassegnata da conflitti, condanne e fuga dalla giustizia. Tuttavia, nonostante ciò, il suo contributo all’arte italiana e internazionale è innegabile. Le sue sculture in marmo e le sue fusioni in bronzo hanno ispirato gli artisti a lui contemporanei e continuano a essere costantemente ammirate oggi.
La sua morte fu la perdita di un grande genio ma il suo lascito artistico rimane immortale, testimoniando la grandezza e la complessità di un uomo che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte.
Animoso, fiero, vivace, prontissimo e terribilissimo.
Così definì il Vasari il Cellini nelle Vite
Fin da bimbetto Benvenuto iniziò a imparare l’arte dell’oreficeria presso diversi maestri prima a Bologna, poi Pisa e infine Roma. A Roma andò a finire per scappare dalla condanna che pendeva sulla sua testa.
Sono assai conosciuti sono i suoi litigi con la famiglia di orafi Guasconti. Dopo un diverbio assai impetuoso, il Cellini sferrò una pugnalata a Gherardo Guasconti e quel litigio gli costò la condanna a morte in contumacia. Ecco perché l’artista subito dopo scappò a Roma e fu accolto nella bottega di Lucagnolo da Iesi.
I suoi problemi però non finirono lì. Per essere accusato di aver rubato beni a papa Clemente VII durante il sacco di Roma, finì nel carcere di Castel Sant’Angelo.
Evase poco dopo rompendosi una gamba ma venne catturato e riconsegnato al papa che lo fece rinchiudere prima a Tor di Nona e poi ancora una volta a Castel Sant’Angelo fino al 1539.
Insomma non era un tipetto tranquillo. Scrisse anche un’autobiografia parecchio auto celebrativa che potete trovare QUA. “Tutti gli uomini di ogni sorte, che hanno fatto qualche cosa che sia virtuosa, doverieno, essendo veritieri e da bene, di lor propria mano descrivere la loro vita” scrisse il Cellini.
Cosimo I gli commissionò il Perseo: un’opera che lo fece tribolare assai soprattutto per i problemi che ebbe durante la fusione del metallo. Poco prima realizzò il busto di Cosimo I de’ Medici con gli occhi d’argento oggi visibile al Museo Nazionale del Bargello.
Sapete che il Cellini era un mio amico? Era più giovane di me ma le sue opere erano così belle e intense che non era possibile non riconoscere il suo grande talento.
Si innamorò a prima vista dei miei cartoni della Battaglia di Cascina e li studiò a lungo. “La scuola del mondo” li chiamava.
Nato libero, e così libero mi volevo vivere e come lavorante libero volevo andare dove mi piaceva
Il Cellini nella sua autobiografia
Il Cellini passò a miglior vita il 13 febbraio del 1571 a Firenze e fu sepolto nella Cappella degli Artisti all’interno della chiesa della Santissima Annuniziata.
I libri
Cellini scellerato lo era per davvero, molto più di quanto a volte viene ricordato. Lo scrisse lui stesso nella sua autobiografia nella quale si elevò sul piedistallo come il primo omo del mondo ma non risparmiò di narrare anche le cose meno onorevoli che lo riguardarono da molto vicino.
Vi consiglio la lettura dell’ottima biografia scritta da Alessandro Masi che trovate QUA.
Se volete conoscere meglio la vita del Cellini narrata da lui in prima persona, vi consiglio di leggere la sua autobiografia. E’ parecchio enfatica e autocelebrativa ma ben rende l’idea di quale fosse i temperamento di questo straordinario artista.
Il libro Vita di Benvenuto Cellini lo trovate QUA.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
13 February 1571: Benvenuto Cellini dies
February 13, 1571 is a date that marks the end of an era in the history of Italian art. It is in fact on this day that the famous artist Benvenuto Cellini passed away, leaving behind an indelible legacy.
Born in Florence on November 3, 1500, Cellini became known not only for his extraordinary artistic ability, but also for his fiery temperament and for having led an over-the-top life. His works, including the magnificent Perseus which dominates Piazza della Signoria in Florence, testify to the technical mastery, passion and emotional intensity that animated him.
Cellini’s life was anything but quiet, marked by conflicts, convictions and escape from justice. However, despite this, his contribution to Italian and international art is undeniable. His marble sculptures and bronze castings inspired contemporary artists and continue to be admired today.
His death was the loss of a great genius but his artistic legacy remains immortal, testifying to the greatness and complexity of a man who left an indelible mark on the history of art.
Since he was a child, Benvenuto began to learn the art of goldsmithing from various masters, first in Bologna, then Pisa and finally Rome. He ended up in Rome to escape the sentence hanging over his head.
His arguments with the Guasconti family of goldsmiths are well known. After a very impetuous argument, Cellini stabbed Gherardo Guasconti and that argument cost him the death sentence in absentia. This is why the artist immediately afterwards fled to Rome and was welcomed into Lucagnolo’s workshop by Iesi.
But his problems didn’t end there. For being accused of stealing goods from Pope Clement VII during the sack of Rome, he ended up in the Castel Sant’Angelo prison.
He escaped shortly after, breaking his leg but was captured and returned to the Pope who had him locked up first in Tor di Nona and then once again in Castel Sant’Angelo until 1539.
In short, he wasn’t a quiet guy. He also wrote a very self-celebratory autobiography which you can find HERE. “All men of every kind, who have done something that is virtuous, should, being truthful and good, describe their lives with their own hand” wrote Cellini.
Cosimo I commissioned Perseus from him: a work that caused him much trouble, especially due to the problems he had while casting the metal. Shortly before, he created the bust of Cosimo I de’ Medici with silver eyes, today visible in the Bargello National Museum.
Do you know that Cellini was a friend of mine? He was younger than me but his works were so beautiful and intense that it was impossible not to recognize his great talent.
He fell in love at first sight with my cartoons of the Battle of Cascina and studied them for a long time. “The school of the world” he called them.
Cellini passed away on 13 February 1571 in Florence and was buried in the Cappella degli Artisti inside the church of the Santissima Annuniziata.
For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you and will meet you in future posts and on social media.

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