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La Scultura del giorno: Bice del Bernasconi

La scultura del giorno che vi propongo oggi è Bice nel Castello di Rosate, scolpita da Pietro Bernasconi nel 1868 e custodita oggi nella Galleria d’Arte Moderna di Milano.

L’opera prende ispirazione dal romanzo “Marco Visconti” scritto da Tommaso Grossi e pubblicato nel 1834. L’artista infatti volle scolpire Bice fatta prigioniera all’interno del castello per mano di Marco Visconti, accanito rivale in amore del cugino che lei amava: Ottorino Visconti.

In quel momento, rinchiusa e lasciata da sola, ode la voce del giullare Tremalcoldo che canta “Rondinella Pellegrina” e si protende con il busto in avanti per cercare di ascoltare meglio quella melodiosa voce.

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Bernasconi presentò il suo lavoro per la prima volta all’Esposizione di Brera del 1868 proponendo una perfetta traduzione in marmo di un passo che si trova nel ventiseiesimo capitolo del libro:La padrona si mette un dito sulla bocca, tende l’orecchio e sta in ascolto. Quell’aria malinconica non le è nuova: si leva in piedi rinfrancata, move i passi leggera leggera, viene al veroncello, sporgendo il capo per poter cogliere meglio ogni nota, poi dice sotto voce a Lauretta: “È il preludio della Rondinella: ma sta, che comincia la canzone“.»

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Lo scultore segue il filone in voga all’epoca proponendo una figura romantica legata a tematiche letterarie.

Era consuetudine nell’Ottocento dipingere o scolpire personaggi direttamente collegati a romanzi contemporanei e talvolta precedenti.

Basti per esempio pensare al dipinti di Hayez che dipinse proprio la stessa Bice o a Pia de’ Tolomei e Nello della Pietra di Pio Fedi.

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Guardando a distanza ravvicinata la scultura di Bernasconi, non si può fare a meno di notare un trattamento del marmo molto simile a quello che aveva Vincenzo Vela ma è molto di più di una semplice coincidenza.

Bernasconi fu uno dei più promettenti allievi di Vela e apprese a trattare il marmo con magistrale perizia, proprio come il suo maestro.

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Dalla retina che decora i capelli di Bice, alle leziose pieghe della veste finanche al disegno delle mattonelle del pavimento sono state riprodotte in modo fedele, creando giochi di luci e ombre che pare le rendano vive.

Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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Sculpture of the day: Bice by Bernasconi

The sculpture of the day that I propose to you today is Bice nel Castello di Rosate, sculpted by Pietro Bernasconi in 1868 and kept today in the Galleria d’Arte Moderna in Milan.

The work takes inspiration from the novel “Marco Visconti” written by Tommaso Grossi and published in 1834. In fact, the artist wanted to sculpt Bice taken prisoner inside the castle by the hand of Marco Visconti, fierce rival in love of the cousin she loved: Ottorino Visconti. At that moment she, locked up and left alone, hears the voice of the jester Tremalcoldo singing “Rondinella Pellegrina” and she leans forward with her bust to try to better listen to her melodious voice.

Bernasconi presented his work for the first time at the 1868 Brera Exhibition proposing a perfect translation in marble of a passage found in the twenty-sixth chapter of the book: “The mistress puts her finger to her mouth, listens and is listening. That melancholy air is not new to her: she stands up refreshed, takes her steps lightly, comes to the Veroncello, sticking her head out to better understand each note, then says softly to Lauretta: “It’s the prelude of the Rondinella: but stay, let the song begin”.

The sculptor follows the trend in vogue at the time by proposing a romantic figure linked to literary themes. It was customary in the 19th century to paint or sculpt characters directly related to contemporary and sometimes earlier novels. Just think, for example, of the paintings by Hayez who painted Bice herself or Pia de’ Tolomei and Nello della Pietra by Pio Fedi.

Looking closely at Bernasconi’s sculpture, one cannot help but notice a treatment of the marble very similar to the one Vincenzo Vela had but it is much more than a simple coincidence. Bernasconi was one of Vela’s most promising pupils and learned to handle marble with masterly skill, just like his master.

From the net that decorates Bice’s hair, to the affected folds of the dress up to the design of the floor tiles have been faithfully reproduced, creating plays of light and shadow that seem to make them come alive.

For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by making an appointment for the next posts and on social media.

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