Giovedì Santo: l’Ultima Cena dipinta dai più grandi artisti
Siamo giunti al Giovedì Santo, giorno in cui si ricorda l’Ultima Cena di Nostro Signore narrata nei vangeli di Luca, Marco e Matteo. E’ un momento chiave della religione cristiana: durante la cena con gli apostoli, Cristo istituì il Sacramento dell’Eucarestia.
Nella storia dell’arte sono tanti gli artisti che hanno raffigurato la grande tavolata: da Raffaello a Tintoretto, da Andrea del Castagno al Ghirlandaio. L’opera più nota è senza dubbio l’Ultima Cena affrescata da Leonardo da Vinci nel refettorio del convento vicino al santuario di Santa Maria delle Grazie, a Milano.
L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci
L’Ultima Cena, nota anche con il nome di Cenacolo, è l’affresco dipinto da Leonardo da Vinci fra il 1494 e il 1498. Cosa bellissima e meravigliosa, scrisse il Vasari di questo capolavoro. Come dargli torto?
Purtroppo Leonardo era lento a dipingere e la tecnica dell’affresco che richiede un’estrema rapidità di esecuzione, non faceva al caso suo. Ecco perché prima di metter mano all’opera si inventò una tecnica sperimentale che però ha influito in modo negativo sulla sua conservazione.
L’Ultima Cena fu commissionata all’artista da Ludovico il Moro nel 1494, dopo l’abbandono del progetto del monumento equestre a Francesco Sforza. Il duca di Milano aveva elargito importanti fondi per ristrutturare e abbellire tutto il complesso di Santa Maria delle Grazie affidando il progetto nelle mani del Bramante. Subito dopo volle che fosse Leonardo a decorarne il refettorio.
Il Cenacolo di Andrea del Castagno
Andrea del Castagno affrescò l’Ultima Cena per Sant’Appollonia, fra il luglio e il dicembre del 1447. Quest’opera non viene citata da nessuna fonte dell’epoca, nemmeno dal Vasari: le monache benedettine erano le sole che potevano ammirarne ogni dettaglio. Con la soppressione delle corporazioni religiose avvenuta nella metà dell’Ottocento, le porte del convento furono aperte e dal 1891 lo spazio che accoglie il Cenacolo fu adibito a Museo e reso visibile al pubblico.
Sopra la scena principale dell’Ultima Cena rappresentò altri momenti degli ultimi momenti di vita di Cristo come la Crocifissione, la Deposizione e infine la Resurrezione.
Giuda rimane isolato dal resto del gruppo. L’artista riproduce la scena curando ogni minimo dettaglio della stanza: dal pavimento alle lastre marmoree alle spalle degli apostoli.
Il Cenacolo di Ognissanti del Ghirlandaio
Il grande Cenacolo di Ognissanti, largo 8 metri, fu affrescato nel 1480 dal Ghirlandaio e si apre sul chiostro del convento di Ognissanti. Gli apostoli interagiscono fra di loro discutendo su quanto Cristo ha appena detto: qualcuno di loro lo tradirà.
Anche in questo caso Giuda viene posizionato di spalle rispetto allo spettatore e siede su un gradino più basso. E’ ben visibile la borsa con i 30 danari.
Osservate bene il vaso di rose: riporta lo stemma dei frati Umiliati e sulla croce si vedono le lettere OSSC che significa Omnes Sancti.
Mentre nei cenacoli precedenti vengono rappresentate anche altre scene della Passione, in questo c’è solo la scena centrale con l’aggiunta di piante e uccelli sullo sfondo.
L’Ultima Cena di Palautilla Nelli
Il Cenacolo affrescato da Palautilla Nelli è la prima e l’ultima volta in cui un’artista donna si cimentò con questo specifico tema nel Rinascimento.
Plautilla era una suora domenicana che non ebbe modo di studiare pittura presso qualche bottega attiva in città ma fu completamente autodidatta. Imparò l’arte del disegno prima e della pittura poi ammirando dal vero le grandi opere presenti a Firenze. Nemmeno le fu data l’opportunità di studiare anatomia: era una pratica proibita non consentita alle donne.
L’opera che era stata realizzata per il convento di Santa Caterina di Cafaggio oggi scomparso, ha un’altezza complessiva di 2 metri per una lunghezza di 2. La potete vedere nel grande complesso di Santa Maria Novella ed è stata restaurata da poco.
Il libro
Firenze è la città dei cenacoli. Ne furono dipinti tantissimi e sono ubicati in tutta la città. Vi consiglio un libro assai interessante che vi consentirà di scoprirli tutti: dai più celebri ai meno noti al grande pubblico.
Il libro Alla scoperta dei Cenacoli di Firenze a cura di Ciuti e Cioni, lo trovate qua
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
Holy Thursday: the Last Supper painted by the greatest artists
We have arrived at Holy Thursday, the day in which the Last Supper of Our Lord narrated in the Gospels of Luke, Mark and Matthew is remembered. It is a key moment in the Christian religion: during dinner with the apostles, Christ instituted the sacrament of the Eucharist.
In the history of art there are many artists who have depicted the large table: from Raphael to Tintoretto, from Andrea del Castagno to Ghirlandaio. The best-known work is undoubtedly the Last Supper frescoed by Leonardo da Vinci in the refectory of the convent near the sanctuary of Santa Maria delle Grazie, in Milan.
Leonardo da Vinci’s Last Supper
The Last Supper, also known as the Last Supper, is the fresco painted by Leonardo da Vinci between 1494 and 1498. What a beautiful and wonderful thing, wrote Vasari about this masterpiece. How to blame him?
Unfortunately Leonardo was slow to paint and the fresco technique which requires extremely rapid execution, was not for him. This is why, before starting the work, he invented an experimental technique which, however, had a negative impact on its conservation.
The Last Supper was commissioned to the artist by Ludovico il Moro in 1494, after abandoning the project of the equestrian monument to Francesco Sforza. The Duke of Milan had donated important funds to renovate and embellish the whole complex of Santa Maria delle Grazie, entrusting the project to Bramante. Immediately afterwards he wanted Leonardo to decorate the refectory.
The Last Supper by Andrea del Castagno
Andrea del Castagno frescoed the Last Supper for Sant’Appollonia, between July and December 1447. This work is not mentioned by any sources of the time, not even by Vasari: the Benedictine nuns were the only ones who could admire every detail . With the suppression of the religious corporations which took place in the mid-nineteenth century, the doors of the convent were opened and from 1891 the space that houses the Last Supper was used as a museum and made visible to the public.
Above the main scene of the Last Supper he represented other moments of the last moments of Christ’s life such as the Crucifixion, the Deposition and finally the Resurrection.
Judas remains isolated from the rest of the group. The artist reproduces the scene taking care of every detail of the room: from the floor to the marble slabs behind the apostles.
Ghirlandaio’s Cenacolo di Ognissanti
The large Last Supper of Ognissanti, 8 meters wide, was frescoed in 1480 by Ghirlandaio and opens onto the cloister of the convent of Ognissanti. The apostles interact with each other discussing what Christ has just said: some of them will betray him.
Also in this case Judas is positioned with his back to the spectator and sits on a lower step. The bag with the 30 denarii is clearly visible.
Take a good look at the vase of roses: it bears the coat of arms of the Humiliated friars and on the cross you can see the letters OSSC which means Omnes Sancti.
While in the previous cenacles other scenes of the Passion are also represented, in this one there is only the central scene with the addition of plants and birds in the background.
The Last Supper by Palautilla Nelli
The Last Supper frescoed by Palautilla Nelli is the first and last time a female artist grappled with this specific theme in the Renaissance.
Plautilla was a Dominican nun who did not have the opportunity to study painting in any active workshop in the city but she was completely self-taught. She first learned the art of drawing and then of painting by admiring the great works present in Florence in real life. Not even she was given the opportunity to study anatomy: it was a forbidden practice not allowed to women.
The work that was created for the convent of Santa Caterina di Cafaggio, which has now disappeared, has an overall height of 2 meters and a length of 2. You can see it in the large complex of Santa Maria Novella and it has recently been restored.
For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by making an appointment for the next posts and on social media.

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Buon giovedì santo, Maestro ! ❤️🌿
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Grazie, anche a lei
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Grazie di cuore!
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