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Presepe napoletano: i personaggi e il loro significato

Il presepe napoletano non è solo la ricostruzione della Natività più classica ma una lunga tradizione fatta di maestria, aneddoti, storie e leggende che si intrecciano con la nascita di Gesù.

L’arte presepiale napoletana prevede la ricostruzione di un ambiente settecentesco partenopeo all’interno del quale si muovono i vari personaggi, tutti rigorosamente con il proprio significato. Le figure che lo compongono sono 72 e oltre ai figuranti comprendono elementi del paesaggio ben precisi come per esempio il banco del pesce, il banco del fruttivendolo e molto altro ancora.

Il presepe della Reggia di Caserta
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Altra caratteristica del presepe partenopeo è lo scenario che ha sempre un’atmosfera notturna con un cielo sereno trapuntato di stelle.

Fra i presepi napoletani preziosi e conosciuti vale la pena menzionare quello della Reggia di Caserta con statuine in terracotta realizzate nel Settecento.

Vediamo allora assieme quali sono i personaggi e gli oggetti che caratterizzano il presepe rendendolo unico nel suo genere e sempre riconoscibile.

Il paesaggio

Come accennato prima, il paesaggio del presepe napoletano ha una simbologia non meno importante di quella dei personaggi che lo abitano. Ci sono le tre montagne all’interno delle quali si aprono altrettante grotte. Non può mancare il ponte che sta simboleggia il passaggio verso l’ignoto così come ci sarà il fiume che scorre, allegoria del tempo che non si ferma ma anche della vita stessa.

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Benino

Benino è il pastorello addormentato da posizionare alla fine della discesa delle montagne. C’è chi sostiene sia proprio lui a sognare tutta la scena del presepe e nel caso in cui dovesse svegliarsi, non esisterebbe più nemmeno la Natività. E’ un po’ il simbolo dell’attesa che ci porta al Natale e alcuni preferiscono metterlo nel pagliaio.

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Il cacciatore

Il cacciatore porta sempre con sé un fucile come allegoria della morte. Viene collocato verso la zona più alta del fiume e, assieme al pescatore, rappresenta la dualità del giorno e della notte, della vita e della morte .

Il pescatore

Ha i calzoni arrotolati fino al ginocchio e la camicia aperta sul petto. Il pescatore viene raffigurato con la canna da pesca o senza ma costantemente vicino al suo banco del besce ben fornito. Col suo aspetto trasandato e le vesti colorate rappresenta la vita. Richiama anche la pesca delle anime con un chiaro riferimento a Gesù, pescatore di anime.

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La lavandaia

Vicino al fiume c’è la lavandaia inginocchiata, intenta a lavare i panni. La sua figura è l’allegoria della levatrice che ha assistito la Madonna durante la nascita del Salvatore. I panni usati per pulire Gesù Bambino appaiono perfettamente puliti per simboleggiare la sua nascita miracolosa.

La Sacra Famiglia

La Madonna con Giuseppe e Gesù Bambino occupano la grotta centrale. La Vergine indossa un abito rosa e un manto rosa mentre San Giuseppe tradizionalmente viene abbigliato con un abito viola e un mantello giallo. Il bue e l’asinello che scaldano il nuovo Nato non sono altro che l’allegoria del Bene e del Male.

Zi’ Vicienzo e zi’ Pascal

Zi’ Vicienzo e zi’ Pascal sono i due personaggi seduti si danno alla pazza gioia, brindando in qualche osteria e magari giocando pure a carte. Sembra siano particolarmente allegri ma in realtà rappresentano dure realtà contrastanti: uno il carnevale e l’altro la morte.

Ciccibacco

Nella grotta vicino alla Sacra Famiglia c’è sempre un carretto trainato dai buoi carico di botti di vino, condotto dal personaggio Ciccibacco. Si vede già dal suo aspetto che di vino ne deve bere assai ed è un po’ la rievocazione del dio pagano Bacco. Con il suo viso paffuto e la pancia prominente, viene spesso accompagnato da suonatori di flauto e zampognari che richiamano sempre i riti dionisiaci. È la figura di confine fra sacro e profano, fra il bene e il male.

I venditori di cibo

I personaggi che all’interno della scena vendono cibo sono dodici e simboleggiano i mesi dell’anno. Gennaio è rappresentato dal macellaio mentre febbraio è il venditore di formaggi. Marzo il venditore di polli, aprile quello che vende le uova e maggio gli sposi che vendono la frutta.

Giugno è personificato dal panettiere mentre luglio dal venditore di pomodori. Per agosto c’è il venditore di anguria e a settembre quello che vende i fichi maturi. A ottobre il vinaio e a novembre il venditore di castagne o di caldarroste. Infine dicembre è raffigurato da pescivendolo. 

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Zingara

Si narra che una zingara avesse predetto la venuta del Salvatore e che poi fosse stata trasformata in civetta per aver peccato di presunzione. La zingara che ha fra le braccia un bambino e rappresenta la Fuga in Egitto mentre quella senza neonato rappresenta la Passione di Cristo.

I Re Magi

In ogni presepe che si rispetti, i Re Magi non mancano mai. Simboleggiano il mondo e il tempo che si fermano per la nascita di Gesù

Baldassarre è quello più vecchio in sella al cavallo nero, Gasparre è giovane che monta un cavallo bianco mentre Melchiorre è il moro con il cavallo fulvo. I tre cavalli sono l’allegoria dei tre momenti del giorno; notte, mezzogiorno e alba.

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I mestieri

I mestieri che vengono svolti all’interno del presepe napoletano hanno sempre un significato simbolico. C’è il venditore di stoffe raffigurato sempre come un mercante straniero riccamente abbigliato che rappresenta l’incontro fra il mondo sacro e quello profano e c’è la fioraia con il suo banco rigoglioso che simboleggia la nascita di Gesù

La lattaia che sistema i secchi con il latte e il falegname che richiama il mestiere di Giuseppe, il padre putativo di Gesù Bambino. Altra figura immancabile è il monaco che è un po’ l’anello di congiunzione fra passato e presente.

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I libri

Il libro Il Presepe pubblicato da Il Mulino Edizioni è stato scritto dai due antropologi Elisabetta Moro e Marino Niola e propone aspetti molto interessanti della tradizione divenuta pressoché universale da quando la iniziò San Francesco di Assisi ma che trova nella versione partenopea la sua massima espressione.

C’è poco da fare, nei presepi napoletani la devozione si mescola con il profano e in pochi centimetri quadrati di sughero e cartapesta, si raduna una traboccante folla multicolore e multietnica: pastori, mercanti, suonatori, venditori ambulanti, osti, lavandaie, cuoche, contadine, tessitrici, balie, re neri, visir ottomani, schiavi nubiani. Cui anno dopo anno si aggiungono personaggi dell’attualità. Insomma, una storia infinita e sorprendente, nella quale alla viva voce degli autori si sovrappone il racconto di testimonial eccellenti. Viaggiatori, artisti, scrittori, teologi e anche Papa Francesco che, in una lettera ai fedeli, esorta le famiglie a continuare questa tradizione che si può considerare un Made in Italy della religione.

Il libro Il Presepe lo trovate QUA.

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Se siete alla ricerca di un libro che vi racconti la storia del presepe e le sue numerose simbologie, vi consiglio il libro Storia del presepe. Personaggi, miti, simboli di Petoia.

Dietro le statuine che animano la scena della Natività si nascondono dispute teologiche, tradizioni, interpretazioni, significati, assimilati nel patrimonio mitico e religioso cui fa riferimento il presepe ecclesiastico e, in misura maggiore, quello popolare. Personaggi, animali, miti e simboli, nati sotto la spinta di specifiche esigenze dottrinali, che nel corso dei secoli acquisiscono una loro sacralità e che conferiscono al presepe la poeticità, il fascino e la magia che giustificano, in parte, la sua indistinta diffusione tra credenti e laici.

Il libro lo trovate QUA. Buona lettura

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Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

The Neapolitan nativity scene: its characters and their meaning

The Neapolitan nativity scene is not only the reconstruction of the most classic Nativity but a long tradition made of mastery, anecdotes, stories and legends that are intertwined with the birth of Jesus.

The Neapolitan crib art involves the reconstruction of an eighteenth-century Neapolitan environment within which the various characters move, all rigorously with their own meaning. The figures that compose it are 72 and in addition to the figures they include very specific elements of the landscape such as the fish counter, the greengrocer’s counter and much more.

The ancient nativity scene of the Royal Palace of Caserta

Another feature of the Neapolitan nativity scene is the scenery that always has a nocturnal atmosphere with a clear sky quilted with stars.

Among the precious and well-known Neapolitan cribs it is worth mentioning that of the Royal Palace of Caserta with terracotta statuettes made in the eighteenth century.

So let’s see together what are the characters and objects that characterize the nativity scene making it unique and always recognizable.

The landscape

As mentioned before, the landscape of the Neapolitan nativity scene has a symbolism that is no less important than that of the characters who inhabit it. There are three mountains within which there are as many caves. You cannot miss the bridge that symbolizes the passage into the unknown as well as the flowing river, an allegory of time that does not stop but also of life itself.

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Benino

Benino is the sleeping shepherd boy to be placed at the end of the descent of the mountains. There are those who claim it is he who is dreaming of the whole scene of the nativity scene and if he were to wake up, the Nativity would no longer exist. It is a bit of a symbol of waiting that leads us to Christmas and some prefer to put it in the haystack.

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The hunter

The hunter always carries a rifle with him as an allegory of death. He is placed towards the highest part of the river and, together with the fisherman, represents the duality of day and night, of life and death.

The fisherman

He has his trousers rolled up to the knee and his shirt open on the chest. The fisherman is depicted with or without a fishing rod but constantly near his well-stocked besce bench. With his unkempt appearance and his colorful robes, he represents life. He also recalls the fishing of souls with a clear reference to Jesus, fisher of souls.

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The washerwoman

Near the river there is the laundress kneeling, intent on washing clothes. The figure of her is an allegory of the midwife who assisted the Madonna during the birth of the Savior. The cloths used to clean Baby Jesus appear perfectly clean to symbolize his miraculous birth.

The Holy Family

The Madonna with Joseph and the Child Jesus occupy the central grotto. The Virgin wears a pink robe and a pink cloak while Saint Joseph is traditionally dressed in a purple robe and a yellow cloak. The ox and the donkey that warm the new born are nothing more than the allegory of Good and Evil.

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Zi ‘Vicienzo and zi’ Pascal

Zi ’Vicienzo and zi’ Pascal are the two seated characters give themselves over to mad joy, toasting in some tavern and maybe even playing cards. They seem to be particularly cheerful but in reality they represent harsh contrasting realities: one carnival and the other death.

Ciccibacco

In the cave near the Holy Family there is always a cart pulled by oxen loaded with barrels of wine, driven by the character Ciccibacco. You can already see from his appearance that he must drink a lot of wine and it is a bit of a re-enactment of the pagan god Bacchus. With his plump face and prominent belly, he is often accompanied by flute players and bagpipers who always recall Dionysian rites. He is the border figure between the sacred and the profane, between good and evil.

Food vendors

The characters who sell food within the scene are twelve and symbolize the months of the year. January is represented by the butcher while February is the cheese seller. March the chicken seller, April the one who sells the eggs and May the newlyweds who sell the fruit.

June is personified by the baker and July by the tomato seller. For August there is the seller of watermelon and in September the one who sells ripe figs. In October the vinaio and in November the seller of chestnuts or roasted chestnuts. Finally December is depicted as a fishmonger.

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Gypsy

It is said that a gypsy had predicted the coming of the Savior and that she was then turned into an owl for having sin of presumption. The gypsy who has a child in her arms and represents the Flight into Egypt while the one without a baby represents the Passion of Christ.

The Three Wise Men

In any self-respecting nativity scene, the Magi are never lacking. They symbolize the world and the time that stand still for the birth of Jesus.

Baldassarre is the older one riding the black horse, Gasparre is young riding a white horse while Melchior is the dark one with the fawn horse. The three horses are the allegory of the three moments of the day; night, noon and dawn.

The trades

The trades that are carried out inside the Neapolitan crib always have a symbolic meaning. There is the cloth seller always depicted as a richly dressed foreign merchant who represents the encounter between the sacred and the profane world and there is the flower girl with her luxuriant stall that symbolizes the birth of Jesus

The milkmaid who arranges the buckets with milk and the carpenter who recalls the profession of Joseph, the putative father of the Child Jesus. Another inevitable figure is the monk who is somewhat the link between past and present.

For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by giving you an appointment at the next posts and on social networks.

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