23 giugno 1406: nasce a Firenze Filippo Lippi
Il 23 giugno del 1406 nacque a Firenze Filippo Lippi: uno dei protagonisti indiscussi della scena artistica fiorentina della seconda metà del Quattrocento.
Maestro di Sandro Botticelli e padre e maestro di Filippino Lippi, fu costretto a entrare in convento dai frati carmelitani a soli otto anni, come narra il Vasari.

Il su babbo Tommaso di Lippo era un macellaio e la mamma Antonia di ser Bindo Sernigi morì dandogli la vita. A soli due anni Filippo e il fratello più grande Giovanni furono affidati alla zia Lapaccia, sorella del babbo.
Tempi duri quelli: a otto anni così fu spedito dai frati carmelitani con fratello nel convento del Carmine e diversi anni dopo, l’8 giugno del 1421, Filippo prese i voti mantenendo il proprio nome di battesimo.
«Fu fra Philippo gratioso et ornato et artificioso sopra modo: valse molto nelle composizioni et varietà, nel colorire, nel rilievo, ne gli ornamenti d’ogni sorte, maxime o imitati dal vero o finti» -Cristoforo Landino-
Nel 1432 si diresse verso Padova e i documenti che attestano la sua presenza in città risalgono al 1 luglio dello 1434, momento in cui ricevette ben undici once di lapislazzuli per dipingere il Tabernacolo delle Reliquie nella Basilica del Santo.
Narra il Vasari che in quegli anni il Lippi fu rapito addirittura dai Mori e fatto schiavo durante una gita in barca assieme a degli amici. Dopo aver scontato più di un anno di prigionia, l’artista disegnò con il carbone su una parete il ritratto del suo padrone. Chi lo teneva prigioniero rimase tanto colpito da lasciarlo libero.
“E trovandosi nella Marca d’Ancona, diportandosi un giorno con certi amici suoi in una barchetta per mare, furono tutti insieme dalle fuste de’ Mori, che per quei luoghi scorrevano, presi e menati in Barberia, essendo ciascuno di loro condotto alla catena in servitù e tenuto schiavo, dove stette con molto disagio per XVIII mesi. Ma advenne un giorno, che avendo egli molto in pratica il padrone, gli venne commodità e capriccio di dipignerlo; per il che preso un carbone spento del fuoco, con quello tutto intero lo ritrasse co’ suoi abiti indosso alla moresca, in un muro bianco. Fu da gli altri schiavi detto questo al padrone, perché a tutti un miracolo pareva, non s’usando il disegno né la pittura in quelle parti, e ciò fu cagione di dargli premio e di liberarlo da la catena dove per tanto tempo era stato tenuto”.
Vasari
Nel 1456, Filippo Lippi che aveva all’epoca una cinquantina d’anni e rivestiva l’incarico di Cappellano presso il convento di Santa Margherita di Prato, era impegnato a realizzare la pala con La Madonna che dà la cintola a San Tommaso.
Per raffigurare Santa Margherita, chiese alla Badessa se potesse dipingere il volto di una suora. Scelse Lucrezia Buti, ventenne e con un viso angelico.
Entrambi costretti a prendere i voti in tenera età più per questioni economiche delle misere famiglie che avevano alle spalle che per credo religioso, si innamorarono. Filippo escogitò un finto rapimento durante una processione e portò nella sua casa di Prato Lucrezia.
La questione destò non poco scandalo ma grazie all’intervento di Cosimo il Vecchio che era particolarmente legato al pittore, papa Pio II gli diede la dispensa dai voti ecclesiastici concedendogli la possibilità di sposarsi per regolarizzare la loro situazione considerata scandalosa per la società dell’epoca.
La coppia continuò a vivere assieme decidendo di non sposarsi. Nel 1457 nacque il loro primo figlio Filippino seguito dalla secondo genita Alessandra. Filippino seguendo le orme del padre divenne un pittore particolarmente ambito dalle corti dell’epoca.
Lucrezia continuò ad essere la musa ispiratrice di Filippo Lippi per il resto della vita e l’opera più celebre che la ritrae è quella che da lungi è conservata nella Galleria degli Uffizi: la “Madonna col Bambino e Angeli”.
Si tratta di un vero e proprio tributo alla bellezza di Lucrezia con quel profilo così sublime e gli occhi di un azzurro che pare quasi trasparente. Nella parte in basso a destra si riconoscono nei tratti di Gesù Bambino quelli del figlio Filippino.
Filippo Lippi passò a miglior vita nel 1469 e lasciò la moglie con i figli e con troppi debiti da saldare. Il figlio più grande però iniziò a essere un pittore molto richiesto tanto da diventare più celebre del padre. Riuscì a saldare i conti in sospeso e ad acquistare una casa per la madre, dinnanzi al Convento di Santa Margherita in cui aveva vissuto per i primi vent’anni.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
23 June 1406: Filippo Lippi is born in Florence
On 23 June 1406 Filippo Lippi was born in Florence: one of the undisputed protagonists of the Florentine art scene of the second half of the fifteenth century.
Master of Sandro Botticelli and father and teacher of Filippino Lippi, he was forced to enter the convent by the Carmelite friars when he was only eight years old, as Vasari tells us.
His father Tommaso di Lippo was a butcher and his mother Antonia di ser Bindo Sernigi died giving him life. At the age of two, Filippo and his older brother Giovanni were entrusted to aunt Lapaccia, father’s sister.
His times were hard: at the age of eight he was sent by the Carmelite friars with his brother to the convent of the Carmine and several years later, on June 8, 1421, Philip took his vows keeping his baptismal name.
His father Tommaso di Lippo was a butcher and his mother Antonia di ser Bindo Sernigi died giving him life. At the age of two, Filippo and his older brother Giovanni were entrusted to aunt Lapaccia, father’s sister.
Those were hard times: at the age of eight he was sent by the Carmelite friars with his brother to the convent of Carmine and several years later, on June 8, 1421, Philip took his vows keeping his baptismal name.
In 1456, Filippo Lippi, who was about fifty years old at the time and held the post of chaplain at the convent of Santa Margherita di Prato, was busy making the altarpiece with the Madonna giving her belt to St. Thomas. To portray Santa Margherita, he asked the Abbess if he could paint the face of a nun. He chose Lucrezia Buti, twenty years old and with an angelic face.
Both forced to take vows at an early age more for economic reasons of the poor families behind them than for religious beliefs, they fell in love. Filippo devised a fake kidnapping during a procession and brought Lucrezia to his house in Prato.
The issue caused considerable scandal but thanks to the intervention of Cosimo the Elder who was particularly attached to the painter, Pope Pius II gave him the dispensation from ecclesiastical vows, granting him the opportunity to marry to regularize their situation considered scandalous for the society of the time. .
The couple continued to live together and decided not to marry. In 1457 their first Filipino child was born followed by second daughter Alessandra. Filipino following in his father’s footsteps became a particularly coveted painter by the courts of the time.
Lucrezia continued to be Filippo Lippi’s muse for the rest of her life and her most famous work that portrays her is the one that is kept in the Uffizi Gallery from afar: the “Madonna with Child and Angels” .
It is a real tribute to the beauty of Lucrezia with that sublime profile and eyes of a blue that seems almost transparent. In the lower right part we recognize the features of the Child Jesus those of the Filipino son.
Filippo Lippi passed away in 1469 and left his wife with the children and with too many debts to pay. The eldest son, however, began to be a painter in great demand, so much so that he became more famous than his father. He was able to settle the outstanding bills and buy a house for his mother, in front of the Convent of Santa Margherita where he had lived for the first twenty years.
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