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Il Teatro alla Scala: il tempio della lirica, storia e curiosità

Il Teatro alla Scala è uno dei teatri più prestigiosi del mondo, considerato a ragione il tempio della lirica. La sera del 7 dicembre, giorno dedicato al patrono di Milano Sant’Ambrogio, viene inaugurata la nuova stagione. La Prima della Scala è un appuntamento fisso diventato una sorta di rito nel corso degli anni per tutti gli appassionati di musica ma anche per personaggi in vista che scelgono di partecipare a questo evento non tanto per mettersi in mostra.

E’ sempre un’opera lirica quella che viene messa in scena per inaugurare la stagione. Adesso però vi porto con me direttamente al Teatro alla Scala per raccontarvi la sua storia e le sue particolarità.

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La storia della Scala

La Scala fu edificato per volontà di Maria Teresa d’Austria sulle ceneri del precedente Teatro Ducale, divorato dalle fiamme nel 1776. Il nuovo teatro venne progettato da Giuseppe Piermarini e inaugurato due anni dopo: il 3 agosto del 1778. In quell’occasione fu messa in scena l’opera lirica in due atti musicata da Antonio Salieri su libretto di Mattia Verazi: l’Europa riconosciuta.

Per far spazio al nuovo teatro che stava per essere edificato, fu demolita la chiesa di Santa Maria della Scala dalla quale poi eredità il nome.

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La sala

Per progettare la sala del Teatro alla Scala, il Piermarini si ispirò liberamente al San Carlo di Napoli e al teatro nella Reggia di Caserta realizzato dal Vanvitelli. Ha una forma a ferro di cavallo ed è resa particolarmente preziosa da ricche decorazione dal gusto neoclassico.

Con i bombardamenti del 1943 si perse la struttura originaria della volta, che oggi appare decorata a grisaille con il grande lampadario che fu donato proprio dopo la Seconda Guerra Mondiale dai maestri vetrai di Murano.

Appena si entra nella sala si viene avvolti dal rosso intenso arricchito con dettagli oro e avorio. Tutti i decori, i motivi floreali e i medaglioni non sono di stucco come si potrebbe pensare ma bensì di cartapesta dorata mentre i parapetti sono in legno laccato color avorio. Tutta la tappezzeria è in damasco color cremisi.

Scrisse Stendhal del Teatro: “Esco ora dalla Scala. È per me il primo teatro del mondo, perché è quello che procura dalla musica i maggiori piaceri. Quanto all’architettura, è impossibile immaginare nulla di più grande, più solenne e nuovo”.

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I palchetti ieri e oggi

Teatro della Scala ci sono quattro ordini di palchi e due gallerie. Agli inizi della storia del teatro, i palchetti avevano un proprietario. Erano solo le famiglie più abbienti che potevano acquistarne uno ed era un modo assai redditizio per sovvenzionare la Scala.

Ciascuno poteva arredare e arricchire il proprio palchetto come più gli aggradava e proprio dai decori che aggiungeva si poteva riconoscere l’agiatezza economica dei proprietari. Tappezzeria, mobili, specchi, sedie e tappeti di foggia raffinatissima rendevano ogni palchetto una sorta di salotto privato. C’era solamente una regola da seguire per tutti: la tendina che si vede dalla platea doveva avere sempre il medesimo colore. Oggi quelle tende sono color cremisi ma a metà Ottocento i tendaggi erano azzurri.

Il palco reale della Scala con Repubblica Giorgio Napolitano con la moglie Clio alla prima del Don Giovanni di Mozart, diretta da Daniel Barenboim, 7 dicembre 2011 (ANSA / UFFICIO STAMPA)
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Il palchetto 13

Il palchetto numero 13 è sicuramente quello più singolare. La famiglia che lo possedeva un tempo decise di tappezzarlo per intero con specchi, collocati in modo tale da poter osservare sempre tutto il teatro e poter tenere sempre la situazione sotto controllo.

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Il lampadario della Scala

Il lampadario che illumina dall’alto la sala della Scala è un vero e proprio capolavoro. Per rendere l’idea delle sue reali dimensioni, pensate che la coppa che aderisce al soffitto, potrebbe tranquillamente accogliere un uomo. Il lampadario è stato realizzato in vetro di Murano ed è una copia del precedente che venne distrutto durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Durante la manutenzione ordinaria, la pulizia del lampadario richiede venti giorni di lavoro. Una curiosità: si narra che il tenore Tamagno amato da Giuseppe Verdi e vissuto fra il 1850 e il 1902, fosse in grado di far vibrare il lampadario (quello precedente) con il suo potentissimo do di petto.

Il nostro viaggio all’interno del Teatro alla Scala oggi termina qua ma non perdete l’occasione di vedere questa sera su RaiUno un’insolita Prima. Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti con i suoi racconti.

Teatro alla Scala: everything you always wanted to know

The Teatro alla Scala is one of the most prestigious theaters in the world, rightly considered the temple of opera. On the evening of 7 December, the day dedicated to the patron saint of Milan Sant’Ambrogio, the new season is inaugurated. The Prima della Scala is a fixed appointment that has become a sort of ritual over the years for all music lovers but also for prominent personalities who choose to participate in this event not so much to show off.

It is always an opera that is staged to inaugurate the season.
But now I’m taking you with me directly to the Teatro alla Scala to tell you its history and its particularities.

The history of La Scala

La Scala was built by Maria Theresa of Austria on the ashes of the previous Teatro Ducale, devoured by flames in 1776. The new theater was designed by Giuseppe Piermarini and inaugurated two years later: on 3 August 1778. On that occasion it was staging of the opera in two acts set to music by Antonio Salieri on a libretto by Mattia Verazi: recognized Europe.

To make room for the new theater that was about to be built, the church of Santa Maria della Scala was demolished from which it then inherited its name.

The hall

To design the hall of the Teatro alla Scala, Piermarini was freely inspired by the San Carlo in Naples and the theater in the Royal Palace of Caserta created by Vanvitelli. It has a horseshoe shape and is made particularly precious by rich decorations with a neoclassical taste.

With the bombings of 1943 the original structure of the vault was lost, which today appears decorated in grisaille with the large chandelier that was donated just after the Second World War by the master glassmakers of Murano.

As soon as you enter the room, you are enveloped in an intense red enriched with gold and ivory details. All the decorations, the floral motifs and the medallions are not in stucco as one might think but rather in golden papier-mâché while the parapets are in ivory-colored lacquered wood. All upholstery is crimson damask.

Stendhal wrote of the Teatro: “I am leaving La Scala now. For me it is the first theater in the world, because it is the one that gives the greatest pleasures from music. As for architecture, it is impossible to imagine anything grander, more solemn and new”.

The boxes yesterday and today

Teatro della Scala there are four tiers of boxes and two galleries. In the early history of the theatre, the boxes had an owner. It was only the wealthiest families who could buy one and it was a very profitable way to subsidize the Scala.

Everyone could furnish and enrich their own box as they liked best and it was precisely from the decorations they added that the economic comfort of the owners could be recognized. Upholstery, furniture, mirrors, chairs and carpets of very refined design made each box a sort of private living room. There was only one rule for everyone to follow: the curtain that can be seen from the stalls must always have the same colour. Today those curtains are crimson but in the mid-1800s the draperies were blue.

Box 13

Box number 13 is certainly the most unique. The family that once owned it decided to cover it entirely with mirrors, placed in such a way as to always be able to observe the whole theater and always be able to keep the situation under control.

The Scala chandelier

The chandelier that illuminates the Sala della Scala from above is a real masterpiece. To give an idea of its real size, think that the cup that adheres to the ceiling could easily accommodate a man. The chandelier was made of Murano glass and is a copy of the previous one which was destroyed during the bombings of the Second World War.

During routine maintenance, cleaning the chandelier requires twenty days of work. A curiosity: it is said that the tenor Tamagno loved by Giuseppe Verdi and lived between 1850 and 1902, was able to make the chandelier (the previous one) vibrate with his very powerful chest C.

Our journey inside the Teatro alla Scala ends here today but don’t miss the opportunity to see an unusual Prima on RaiUno tonight. Your always Michelangelo Buonarroti with his stories.

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