Ti troverei anche se fossi cieco
Oggi sotto questo bel sole che inizia a farsi sentire dopo troppi giorni di pioggia, voglio riproporvi qualche mio verso antico. Antico sì ma sempre attuale. Quanto mi piaceva scrivere sonetti. Se non avessi fatto l’artista sarei stato un letterato? Chi può dirlo.
In una lettera in cui inviavo un paio di versi al Vasari gli scrissi: “Messer Giorgio, io vi mando dua sonecti; e benché sien cosa scioca, il fo perché veggiate dov’io tengo i mie pensieri”. Già, m veniva bene tradurre quel che mi passava per la mente nero su bianco, verseggiando.
I’ t’ho comprato, ancor che molto caro,
un po’ di non so che, che sa di buono,
perc’a l’odor la strada spesso imparo.
Ovunche tu ti sia, dovunch’i’ sono,
senz’alcun dubbio ne son certo e chiaro.
Se da me ti nascondi, i’ tel perdono:
portandol dove vai sempre con teco,
ti troverei, quand’io fussi ben cieco.

Il libro
Se volete conoscere tutti i miei versi, vi consiglio il libro che trovate QUA. Per capire meglio le mie opere di scultura, architettura e pittura leggere le mie poesie diventa imprescindibile. Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti con i suoi racconti.


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