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A bruciar carte per non finir bruciato

Come in più occasioni vi ho narrato, i disegni che diedi in pasto alle fiamme furono tanti. Chissà, forse in quei roghi bruciai anche lettere che non volevo fossero lette da estranei. Sui miei fuochi si è detto e scritto tanto. Il primo a scriverne fu il Vasari: “abbruciò gran numero di disegni, schizzi e cartoni fatti di man sua, acciò nessuno vedesse le fatiche durate da lui et i modi di tentare l’ingegno suo, per non apparire se non perfetto”. Questa è la sua versione della faccenda che molto somiglia a quella che volevo tramandare ai posteri.

Non dimenticatevi però che rischiai di essere arrostito sul rogo a causa della mia vicinanza al gruppo degli Spirituali. Papa Carafa volentieri m’avrebbe fatto sparir di giro se non avessi avuto in mano le sorti progetto del nuovo San Pietro. Lì si giocava l’onore della Chiesa tutta e da troppi anni oramai si stavano protraendo i lavori.

Per evitare di finire nelle insanguinate mani della poco santa Inquisizione, probabilmente qualche lettera troppo compromettente o disegni assai espliciti del mio credo li ridussi in cenere. Le carte distrutte furono assai ma tante furono anche quelle che son giunte fino ai vostri tempi.

Prima di salutarvi in questa piovosa giornata, vi lascio con questo disegno da osservare. Appartiene alle collezioni del British Museum ed è uno studio per uno degli angeli che con maniere poco garbate tenta di convincere un dannato a star bono e ad accettar la sorte sua.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e i suoi racconti quasi quotidiani

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