La Biblioteca Medicea Laurenziana e i suoi tesori
Firenze è una città ricca di tesori. Anche se aveste la possibilità di visitarla ogni singolo giorno dell’anno, scoprireste sempre cose nuove, angoli che ancora non avevate visto, gallerie e musei più o meno noti, giardini, edifici e molto altro ancora.
Fra tutti i suoi capolavori, Firenze ne conserva uno che ha in sé la memoria di generazioni e generazioni di uomini che si sono avvicendati su questa terra. Vi sto parlando della Biblioteca Medicea Laurenziana. Al suo interno è conservata una delle più grandi raccolte di manoscritti esistenti al mondo e, ciliegina sulla torta, si trova all’interno di un importante complesso architettonico ideato da me tra il 1519 e il 1534.
Facendo qualche rapido conteggio, la biblioteca custodisce un patrimonio di 68.405 volumi stampati, 406 incunaboli, 4058 cinquecentine e un totale di 11.044 manoscritti di inestimabile valore. Ah, quasi stavo dimenticando che presso la Laurenziana c’è la più grande raccolta italiana di papiri egizi. La raccolta più completa al mondo delle opere di Virgilio realizzata solo 18 anni dopo la caduta dell’Impero Romano di Occidente è gelosamente custodita fra queste pareti impregnate di storia.

La realizzazione di questo complesso architettonico mi venne affidata nel 1519 dal cardinale Giulio de’ Medici, divenuto poi papa Clemente VII. Diressi di persona il cantiere anche se in maniera non continuata. Tuttavia dopo che il mi babbo e papa Clemente VII passarono a miglior vita andai a Roma per non fare più ritorno a Firenze. La costruzione della Biblioteca però proseguì. Furono altri architetti a realizzarla materialmente ma, seppur malvolentieri, fui sempre io a dirigere i lavori inviando da Roma a Firenze scritti, modelli e disegni.
Fra i vari artisti che si avvicendarono per concludere il lavoro ci furono il Tribolo, il Vasari e l’Ammannati. Proprio all’Ammannati scrissi la lettera che potete leggere a seguire con alcune indicazioni assai precise.
Roma, 13 Gennaio 1559
Messer Bartolomeo,
io vi scrissi com’io avevo fatto un modello piccolo di terra della scala della libreria ora ve lo mando in una scatola e, per esser cosa piccola, non ho potuto fare se non l’inventione, ricordandomi che quello che già vi ordinai era isolato e non s’appoggiava se non alla porta della libreria.
Sommi ingegnato tenere il medesimo modo, e le scale che mettono in mezzo la principale non vorrei ch’avessin nella stremità balaustri, come la principale, ma fra ogni dua gradi un sedere, come è accennato.
Degli adornamenti, base e cimase a que’ zoccoli et altre cornicie, non bisogna che io ve ne parli, perché siate valente e, essendo nel luogo, molto meglio vedrete il bisogno che non fo io.
Della ertezza e larghezza occupatene il luogo manco che potete col ristringere e allargare come a voi parrà.Ho openione che quando detta scala si facesse di legname, cioè d’un bel noce, che starebbe meglio che di macignio e più a proposito a’ banchi, al palco e alla porta.
Altro non mi accade. Son tutto vostro, vecchio, cieco e sordo e mal d’accordo con le mani e con la persona.Vostro Michelagnolo Buonarroti in Roma.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti che adesso se ne va zonzo per Firenze in cerca di eterne bellezze da ammirare.
The Laurentian Library and its treasures
Florence is a city rich in treasures. Even if you had the opportunity to visit it every single day of the year, you would always discover new things, corners that you haven’t seen yet, more or less known galleries and museums, gardens, buildings and much more.
Among all his masterpieces, Florence preserves one that has in itself the memory of generations and generations of men who have come and gone on this earth. I’m talking about the Laurentian Library. Inside it is preserved one of the largest collections of manuscripts in the world and, icing on the cake, it is located inside an important architectural complex designed by me between 1519 and 1534. Making some quick counting, the library holds a patrimony of 68,405 printed volumes, 406 incunabula, 4058 cinquecentine and a total of 11,044 manuscripts of inestimable value. Ah, I was almost forgetting that at the Laurentian there is the largest Italian collection of Egyptian papyrus. The most complete collection in the world of Virgil’s works made only 18 years after the fall of the Western Roman Empire is jealously guarded among these walls steeped in history.

The realization of this architectural complex was entrusted to me in 1519 by Cardinal Giulio de ‘Medici, who later became Pope Clement VII. I personally directed the site even if not in a continuous manner. However, after my father and Pope Clement VII passed away, I went to Rome to never return to Florence. However, the construction of the Library continued. It was other architects who made it materially but, albeit reluctantly, I was always in charge of directing the works by sending writings, models and drawings from Rome to Florence. Tribolo, Vasari, and the Ammannati. Just at Ammannati I wrote the letter you can read below with some detailed instructions.
Roma, 13 Gennaio 1559
Messer Bartolomeo,
io vi scrissi com’io avevo fatto un modello piccolo di terra della scala della libreria ora ve lo mando in una scatola e, per esser cosa piccola, non ho potuto fare se non l’inventione, ricordandomi che quello che già vi ordinai era isolato e non s’appoggiava se non alla porta della libreria.
Sommi ingegnato tenere il medesimo modo, e le scale che mettono in mezzo la principale non vorrei ch’avessin nella stremità balaustri, come la principale, ma fra ogni dua gradi un sedere, come è accennato.
Degli adornamenti, base e cimase a que’ zoccoli et altre cornicie, non bisogna che io ve ne parli, perché siate valente e, essendo nel luogo, molto meglio vedrete il bisogno che non fo io.
Della ertezza e larghezza occupatene il luogo manco che potete col ristringere e allargare come a voi parrà.Ho openione che quando detta scala si facesse di legname, cioè d’un bel noce, che starebbe meglio che di macignio e più a proposito a’ banchi, al palco e alla porta.
Altro non mi accade. Son tutto vostro, vecchio, cieco e sordo e mal d’accordo con le mani e con la persona.Vostro Michelagnolo Buonarroti in Roma.
Your ever Michelangelo Buonarroti who is now wandering around Florence in search of eternal beauty to admire.


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Che splendore!
Grazie per il tuo articolo.
Buona giornata
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Bellissima… dove trovi le immagini? Sono davvero molto belle!
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Complimenti. Per me, architetto e professore di arte che studiai a Firenze nel lontano 1979, è come ritornare di continuo in questa amata città.
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La ringrazio per il suo graditissimo apprezzamento e per seguirmi 😀
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