Le lunette della Cappella Sistina
Come vi avevo promesso, ecco a voi un post tutto incentrato su alcune particolarità delle lunette che dipinsi nella Cappella Sistina.
Prima dell’ultimo restauro costituivano la parte più sporca di tutto il ciclo di affreschi ed era diventato assai difficile decifrare cosa si nascondesse al di sotto dello spesso strato di depositi. Il tempo, il fumo dei bracieri, i restauri aprossimativi e il pulviscolo avevano annerito così tanto quelle figure da renderle anonime e incomprensibili.
Pensate che per dipingerle usai accostamenti così audaci di colori che solo a distanza di secoli qualcuno osò dinuovo adoperare questa particolare tecnica coloristica. Bisognerà infatti aspettare Cézanne o Seurat nell’Ottocento per notare qualcosa di vagamente paragonabile.
All’interno delle lunette volli raffigurare le 40 generazioni prima della venuta di Nostro Signore, quaranta proprio come i giorni della Quaresima. I numeri ricorrenti sono un leit motiv in tutta la Bibbia.
Gli archi e le pareti di queste porzioni di affreschi li dipinsi con una delicata tonalità di lilla a rievocazione proprio del colore liturgico per eccellenza del periodo precedente la Pasqua di Risurrezione. Gli antenati siedono tutti su blocchi di pietra grigi mentre le cornici prive di mondanature e volute hanno una coloritura verde pisello, in contrasto con il lilla.
Come vedete nessun colore è stato steso a caso e nessuna linea tracciata col pennello è fine a sé stessa. Ogni dettaglio contribuisce a rendere unico questo ciclo pittorico.
Il vostro Michelangelo Buonarroti adesso va a far colazione con un bicchiere di vino e un panino col lampredotto: la mattina con un solo caffé andrei poco lontano.