La prima lettera che scrissi al mio amato Tommaso de’ Cavalieri
“Inconsideratamente, messer Tommaso signor mio carissimo“ così ebbe inizio la prima lettera che scrissi al mio amato Tommaso de’ Cavalieri. Ci vuol coraggio a mettere i propri sentimenti a nudo e lo ebbi con chi si guadagnò il mio affetto.
Era il 30 novembre del 1532, mi trovavo in quel di Firenze mentre lui era a Roma. La lontananza divide fisicamente dalle persone più care e ne fa percepire più forte la loro mancanza.
Ecco, Tommaso in quel frangente mi mancava tremendamente e fui io per primo a scrivergli timorosamente, temendo d’essere mandato a quel paese.
Dinnanzi ai tormenti dell’amore mi sentivo piccolo, impotente e fragile. Mi pareva di camminare su un terreno scivoloso ma di quella dolce tortura non sapevo farne a meno.
ma l’occeano con soprastante onde m’è apparito inanzi, tanto che se potessi, per non esser in tucto da quelle sommerso, alla spiaggia ond’io prima parti’ volentieri mi ritornerei
Insomma, quell’amore impetuoso che all’inizio pareva un piccolo fiume s’era trasformato in un oceano e temevo di esserne sommerso, come scrissi a Tommaso.
Però Vostra Signioria, luce del secol nostro unica al mondo
Luce del secolo nostro unica al mondo, così riferii a lui. Vi immaginate cosa gli passò nella testa al ragazzo quando lesse quelle parole così dense? Io che ero considerato il più grande artista di tutti i tempi, apprezzato e conteso fra corti e papato, che mi rivolgevo a un giovane in quel modo.
Tommaso di sicuro avrà fatto un balzo sulla sedia e gli saranno tremate le mani e finanche le diottrie.
A Vostra Signoria il tempo presente, con tucto quello che per me à a venire, donerò a quella, e dorrami molto forte non potere riavere il passato, per quella servire assai più lungamente che solo con l’avenire, che sarà poco, perché son troppo vechio.
La lettera segue su questo tono: a vostra signoria donerò il tempo presente e tutto quello che verrà, dolendomi assai del fatto di non poter tornare indietro nel tempo per potere servirvi più a lungo. L’avvenire sarà poco perché son troppo vecchio.
Leggiete il cuore e non la lectera, perché ‘la penna al buon voler non può gir presso’
Prima di concludere la lettera e inviarla alla volta di Roma, ci tenni a scrivere a Tommaso di far caso al cuore con il quale scrissi le precedenti righe e non alle parole perché era assai complicato esprimere con la penna i sentimenti che guidavano la mia mano sulla carta.
Fu quella una lettera molto intensa in cui mi misi a nudo senza troppe remore. Chi non si fa scrupolo tutt’oggi nel definirmi scontroso, burbero e poco incline agli affetti, poco sa di me innamorato e dei rapporti che avevo con le persone più care.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
The first letter I wrote to my beloved Tommaso de’ Cavalieri
“Inconsiderately, Messer Tommaso, my dearest lord” thus began the first letter I wrote to my beloved Tommaso de’ Cavalieri. It takes courage to put your feelings bare and I had it with those who earned my affection.
It was November 30, 1532, I was in Florence while he was in Rome. Distance physically separates you from your loved ones and makes you feel their absence stronger.
Here, I missed Tommaso tremendously at that juncture and I was the first to write to him fearfully, fearing being sent to hell.
In the face of the torments of love, I felt small, helpless and fragile. I felt like I was walking on slippery ground but I couldn’t do without that sweet torture.
…ma l’occeano con soprastante onde m’è apparito inanzi, tanto che se potessi, per non esser in tucto da quelle sommerso, alla spiaggia ond’io prima parti’ volentieri mi ritornerei
In short, that impetuous love which at first seemed like a small river had turned into an ocean and I was afraid of being submerged by it, as I wrote to Tommaso.
Però Vostra Signioria, luce del secol nostro unica al mondo
Light of our century unique in the world, so I reported to him. Can you imagine what went through the boy’s head when he read those dense words? I who was considered the greatest artist of all time, appreciated and disputed between the courts and the papacy, who addressed a young man in that way.
Tommaso must have certainly jumped up on his chair and his hands and even his diopters will have trembled.
A Vostra Signoria il tempo presente, con tucto quello che per me à a venire, donerò a quella, e dorrami molto forte non potere riavere il passato, per quella servire assai più lungamente che solo con l’avenire, che sarà poco, perché son troppo vechio.
The letter follows this tone: to your lordship I will give the present time and all that is to come, regretting greatly that I cannot go back in time to be able to serve you longer. The future will be short because I’m too old.
Leggiete il cuore e non la lectera, perché ‘la penna al buon voler non può gir presso’
Before concluding the letter and sending it to Rome, I wanted to write to Tommaso to pay attention to the heart with which I wrote the previous lines and not to the words because it was very difficult to express with the pen the feelings that guided my hand on the paper.
That was a very intense letter in which I laid bare without too much hesitation. Those who still do not scruple to define me grumpy, grumpy and not inclined to affection, know little about me in love and the relationships I had with the closest people.
For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by making an appointment for the next posts and on social media.

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