Il sogno del Cardiere e la mia fuga da Firenze
Sul finire del Quattrocento a Firenze non tirava una buona aria. Diverse settimane prima della caduta dei Medici, me ne andai di lì assieme a due amici, probabilmente il Cardiere e il Granacci.
Francesco Granacci era un mio caro amico e l’avevo conosciuto a bottega dai Ghirlandaio mentre Johannes Cordier, italianizzato in Cardiere, l’avevo conosciuto a casa del Magnifico che tanto lo ammirava per le sue doti di improvvisatore con la lira. Era un abile suonatore anche di viola originario di Bruges e dopo la morte di Lorenzo, continuò a vivere col figliolo Piero de’ Medici.
Nel 1496 addirittura il Cardiere aveva accompagnato Piero de’ Medici fino a Roma per congratularsi con papa Alessandro VI Borgia per la sua elezione, avvenuta il 26 agosto del 1492.
Ebbene, accadde che il Cardiere un bel giorno di ottobre del 1493, mi raccontò di essersi sognato Lorenzo il Magnifico che già era morto e stecchito, abbigliato con una tunica consunta e lacera. li ordinava di dire al figliolo Piero che presto sarebbe stato condotto fuori da Firenze per non farne più ritorno.
Il Cardiere non voleva riferire nulla di quello strano sogno a Piero e m’arrabbiai parecchio con lui: era un sogno premonitore e non poteva non essere preso in considerazione. Rividi qualche giorno dopo il Cardiere, più sconvolto dell’ultima volta che l’avevo incontrato.
Il Magnifico era tornato a fargli visita in sogno arrabbiato perché non aveva riferito nulla a Piero. Quella volta mi diede ascolto e andò di corsa verso la Villa di Poggio a Caiano per cercare Piero. Lo trovò sul cammino assieme al confidente del quale oramai non si separava più, Piero Dovizi di Bibbiena. Il Dovizi si fece beffe del Cardiere e di conseguenza nemmeno Piero gli credette.
Due giorni dopo, forse il 10 o l’11 ottobre del 1493, me ne andai da Firenze assieme al Cardiere e al Granacci a Bologna, passando prima da Venezia. Scappai senza lasciar detto niente a nessuno tanto che, nella lettera scritta da Ser Amedeo, un membro della casa di Piero, al fratello Adriano, del 14 ottobre del 1493, si legge:
“Sapi che Michelangelo Ischultore del giardino se n’è ito a Vinegia senza dire nulla a Piero, tornando lui in chasa: i pare che Piero l’abia auti molto a male”
Poco dopo anche Piero de’ Medici lasciò Firenze per andare a trattare con Carlo VIII. Come finì quella storia? Male. Cedette alla Francia senza dir nulla a nessuno le fortezze di Pisa, Livorno, Pietrasanta e Sarzana.
Quando però il 9 novembre del 1493 tentò di rientrare a Firenze, gli fu negato l’accesso a Palazzo Vecchio e fuggì verso Bologna accompagnato dai fratelli Giuliano e Giangiovanni lasciando a Carlo VIII via libera per entrare in città il 17 novembre.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
Cardiere’s dream and my escape from Florence
At the end of the fifteenth century in Florence there was not a good air. Several weeks before the fall of the Medici, I left there with two friends, probably Cardiere and Granacci.
Francesco Granacci was a dear friend of mine and I had met him in the Ghirlandaio’s workshop while Johannes Cordier, Italianized in Cardiere, I had met him at the Magnifico’s house who admired him so much for his skills as an improviser with the lyre. He was also a skilled viola player from Bruges and after Lorenzo’s death, he continued to live with his son Piero de ‘Medici.
In 1496 even Cardiere had accompanied Piero de ‘Medici to Rome to congratulate Pope Alexander VI Borgia for his election, which took place on 26 August 1492.
Well, it happened that Cardiere, one beautiful day in October 1493, told me that he had dreamed of Lorenzo the Magnificent who was already dead and dry, dressed in a worn and torn tunic. he ordered them to tell their son Piero that he would soon be led out of Florence to never return.
Cardiere did not want to report anything about that strange dream to Piero and I got very angry with him: it was a premonitory dream and could not be taken into consideration. A few days later I saw Cardiere again, more upset than the last time I had met him.
The Magnificent had returned to visit him in a dream angry because he had not reported anything to Piero. That time he listened to me and ran towards the Villa di Poggio a Caiano to look for Piero. He found him on the way together with the confidant from whom he no longer separated, Piero Dovizi from Bibbiena. Dovizi made fun of Cardiere and consequently not even Piero believed him.
Two days later, perhaps on 10 or 11 October 1493, I left Florence with Cardiere and Granacci in Bologna, first passing through Venice. I ran away without letting anyone say anything, so much so that, in the letter written by Ser Amedeo, a member of Piero’s house, to his brother Adriano, dated 14 October 1493, we read:
“Know that Michelangelo scultore from the Garden of San Marco has gone to Venice without saying anything to Piero. Piero, returning home, seems to have been very upset. “
Shortly thereafter, Piero de ‘Medici also left Florence to go and negotiate with Charles VIII. How did that story end? Bad. He ceded the fortresses of Pisa, Livorno, Pietrasanta and Sarzana to France without saying anything to anyone.
However, when on 9 November 1493 he tried to return to Florence, he was denied access to Palazzo Vecchio and fled to Bologna accompanied by the brothers Giuliano and Giangiovanni, leaving Charles VIII the green light to enter the city on 17 November.
For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by giving you an appointment at the next posts and on social networks.

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