La casa che mi regalò il cardinale Leonardo a Macel de’ Corvi
Negli anni in cui ero intento ad affrescare la volta della Sistina, fra il 1508 e il 1512, avevo avuto la possibilità di ottenere in comodato d’uso un immobile in cui lavoravo e vivevo.
Quella casa lì però apparteneva al capitolo di San Pietro ma sapevo che non appena Giulio II fosse deceduto, non avrei più goduto di quel beneficio. L’abitazione infatti mi era stata concessa in virtù del servizio presso il pontefice.
Quando papa Giulio II venne a mancare nella notte fra il 20 e l’21 febbraio del 1513 persi di fatto il diritto di vivere in quella dimora e dovetti mettermi alla ricerca di una nuova sistemazione.
Le carrate di marmo che avevo fatto cavare a Carrara per la tomba di Giulio II ancora giacevano dinnanzi la Basilica di San Pietro e lì rimasero perlomeno fino all’elezione del nuovo papa: Leone X de’ Medici. Come faccio a ricordarmelo a distanza di secoli? Ebbene, lo scrissi qualche anno dopo, nel 1523, in una lettera destinata al Fattucci.
“…e decti marmi, che io avevo chondocti, stectono insino alla creatione di papa Leone in sulla Piazza di Santo Pietro”
Nella lettera che scrissi al Fattucci nel 1523.
Fu il cardinale Leonardo a occuparsi della questione della nuova casa e viene citata nel terzo contratto della Tomba di Giulio II, stipulato nel 1516. Avrei potuto vivere nella dimora gratuitamente fino a quando non avessi terminato la sepoltura del pontefice oramai deceduto. Il periodo di utilizzo gratuito era iniziato già due anni prima, nel 1514, e sarebbe dovuto durare in totale nove anni.
“Poi, dopo detta morte di Iulio, Aginensis voles seguitare detta sepultura, ma magior cosa, ond’io condussi e’ marmi al Maciello de’ Corvi, et fece lavorare quella parte che è murata a Sant Pietro in Vincola et feci le fighure che ò in casa”
Lettera mia del 1542
La casa in cui mi trasferii era quella molto più grande ubicata in via Macel’ de Corvi. Aveva stanze molto ampie e alcune più piccole, un giardino con tanto di pozzo e altre pertinenze fra le quali una stalla. Al piano terra aveva spazi talmente ampi da poter accogliere blocchi di marmo di notevoli dimensioni.
Mi diedi da fare parecchio per ottenere la proprietà di quella casa di Via Macel de’ Corvi senza dover sborsare troppi danari fino a quando, nel dicembre del 1517, il cardinale Leonardo non solo mi promise che avrei potuto avere regalata la casa ma a tomba ultimata, ma avrei avuto in dono anche in ufficio papale.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
The house that Cardinal Leonardo gave me in Macel de ‘Corvi
In the years in which I was intent on frescoing the Sistine vault, between 1508 and 1512, I had had the opportunity to obtain on loan for use a property where I worked and lived.
That house there, however, belonged to the chapter of San Pietro but I knew that as soon as Julius II died, I would no longer enjoy that benefit. In fact, the house was granted to me by virtue of my service with the pontiff.
When Pope Julius II passed away in the night between 20 and 21 February 1513, I actually lost the right to live in that house and had to look for a new accommodation.
The cartloads of marble that I had quarried in Carrara for the tomb of Julius II still lay in front of St. Peter’s Basilica and remained there at least until the election of the new pope: Leo X de ‘Medici. How can I remember this after centuries? Well, I wrote it a few years later, in 1523, in a letter addressed to Fattucci.
“… and these marbles that I had brought to Rome remained until the election of Pope Leo in Piazza di Santo Pietro”
In the letter I wrote to Fattucci in 1523.
It was Cardinal Leonardo who dealt with the question of the new house and it is mentioned in the third contract for the Tomb of Julius II, stipulated in 1516. I could have lived in the new home for free until I had finished the burial of the now deceased pontiff. The period of free use had already started two years earlier, in 1514, and was supposed to last a total of nine years.
“Then, after Giulio’s death, Aginensis wanted to continue working on his burial so I took the marbles to Macel de ‘Corvi and had that walled part worked in San Pietro in Vincoli, sculpting the figures I have in the house”
Letter of mine from 1542
The house where I moved was the much larger one located in via Macel ‘de Corvi. It had very large rooms and some smaller, a garden complete with a well and other appliances including a stable. On the ground floor it had spaces so large that it could accommodate large marble blocks.
I worked hard to get the ownership of that house in Via Macel de ‘Corvi without having to shell out too much money until, in December 1517, Cardinal Leonardo not only promised me that I could have given the house as a gift but once the tomb was completed. , but I would also have had as a gift in the papal office.
For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by giving you an appointment at the next posts and on social networks.

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