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La Porta del Paradiso del Ghiberti

La Porta del Paradiso è la porta più bella delle tre del Battistero di San Giovanni di Firenze o meglio lo era, fino a quando non si decise di sostituire l’originale fortemente danneggiata durante l’alluvione del 1966 con una copia.

La grandiosa opera fu realizzata da Lorenzo Ghiberti fra il 1425 e il 1452 e reca la sua firma al centro, immediatamente sopra le formelle dell’Adorazione dei Magi e della Natività: OPVS LAUREN/TII.FLOREN/TINI

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La commissione

L’opera fu commissionata dall’Arte di Calimala al Ghiberti il 2 gennaio del 1425, a solo un anno dalla conclusione della seconda porta del Battistero.

L’Arte di Calimala, detta anche dei Mercatanti, era una delle corporazioni delle arti e mestieri più potenti di Firenze. Il loro nome derivava da Via Calimala, nel centro di Firenze, dove allora erano numerose le botteghe d’arte.

Il programma iconografico delle formelle fu affidato a Leonardo Bruni che avrebbe pensato di elaborare le raffigurazioni di scene dell’Antico Testamento su 28 formelle, alla stregua delle altre due porte.

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Alla fine però il Ghiberti optò per ingrandire le formelle e ridurre il numero a 10. Come fece per rispettare il programma previsto? Ci mise del suo raggruppando più episodi in una sola formella.

Alla realizzazione della Porta del Paradiso lavorarono anche due figlioli del Ghiberti: Vittore e Tommaso. E’ noto che anche Michelozzo mise mano nel 1442 alle cesellature delle fusioni, sostituito poi a partire dal 24 giugno 1444 da niente meno che Benozzo Gozzoli per i tre anni a seguire.

Il 2 aprile del 1452 la porta era terminata e i figlioli del Ghiberti si occuparono della sua doratura.

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Da cosa deriva il nome Porta del Paradiso?

Secondo il Vasari fui io a chiamare la porta in questo modo facendo una sorta di gioco di parole: tanto era bella che sarebbe stata degna del Paradiso ma non solo.

Paradisium era la zona d’onore che si trovava davanti al duomo di Santa Maria del Fiore, dov’era appunto collocato quel portone in bronzo dorato.

Elle son tanto belle che starebbon bene alle porte del Paradiso

Così mi fece pronunciare in merito il Vasari nelle Vite
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Il Ghiberti fu consapevole di aver realizzato un vero e proprio capolavoro tanto da scrivere nei suoi Commentari “è la più singolare opera che io abbia prodotta: e con ogni arte e misura et ingegno è stata finita”.

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Il restauro

Se la seconda Guerra Mondiale lasciò incolume la Porta del Paradio, ci pensò l’alluvione del 1966 a rovinarla perbenino. Il turbinio delle acque spalancò le ante staccando sei dei dieci pannelli dai quali è formata.

Si decise quindi di avviare un importante restauro, affidato all’Opificio delle Pietre Dure. Le prime ad essere restaurate furono le sei formelle divelte dall’alluvione e poi le altre.

Il restauro completo dei battenti è giunto al termine nel 2012 e successivamente la Porta del Paradiso è stata collocata all’interno del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.

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Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

Ghiberti’s Gates of Paradise

The Gates of Paradise is the most beautiful of the three doors of the Baptistery of San Giovanni in Florence, or rather it was, until it was decided to replace the original, heavily damaged during the 1966 flood with a copy.

The grandiose work was created by Lorenzo Ghiberti between 1425 and 1452 and bears his signature in the center, immediately above the panels of the Adoration of the Magi and the Nativity: OPVS LAUREN / TII.FLOREN / TINI

The Commission

The work was commissioned by the Art of Calimala to Ghiberti on January 2, 1425, just one year after the completion of the second door of the Baptistery.

The Art of Calimala, also known as the Merchants, was one of the most powerful guilds of arts and crafts in Florence. Their name derives from Via Calimala, in the center of Florence, where then there were numerous art shops.

The iconographic program of the tiles was entrusted to Leonardo Bruni who thought of elaborating the depictions of scenes from the Old Testament on 28 tiles, like the other two doors.

In the end, however, Ghiberti opted to enlarge the tiles and reduce the number to 10. How did he manage to respect the planned program? He put some of it into it by grouping several episodes into a single tile.

Two sons of Ghiberti also worked on the construction of the Gates of Paradise: Vittore and Tommaso. It is known that Michelozzo also put his hand to the chiselling of the castings in 1442, which was then replaced starting from June 24, 1444 by none other than Benozzo Gozzoli for the following three years.

On 2 April 1452 the door was finished and Ghiberti’s children took care of its gilding.

Where does the name Porta del Paradiso come from?

According to Vasari it was I who called the door in this way, making a sort of pun: it was so beautiful that it would have been worthy of Heaven but not only.

Paradisium was the area of ​​honor that was located in front of the cathedral of Santa Maria del Fiore, where that gilded bronze door was located.

They are so beautiful that they look good at the gates of Heaven

Thus Vasari in the Lives made me pronounce on the matter

The restoration

If the Second World War left the Porta del Paradio unscathed, the flood of 1966 thought to ruin it properly. The whirlwind of the waters threw open the doors, detaching six of the ten panels from which it is formed.

It was therefore decided to start an important restoration, entrusted to the Opificio delle Pietre Dure. The first to be restored were the six tiles uprooted by the flood and then the others.

The complete restoration of the doors came to an end in 2012 and subsequently the Gates of Paradise was placed inside the Museum of the Opera del Duomo in Florence.

For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by giving you an appointment at the next posts and on social networks.

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