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Il Giardino di Ninfa

In questo strano 2020, il meraviglioso Giardino di Ninfa a Cisterna di Latina compie i suoi primi 100 anni di apertura al pubblico.

Proprio dove oggi sorge il superbo giardino, fu edificata nel medioevo la cittadina della Ninfa che però poi fu distrutta e abbandonata. Solo nel 1920, Gelasio Caetani, proprietario della zona, la bonificò e restaurò alcune costruzioni presenti. Coadiuvato dalla mamma mise a punto un vero e proprio orto botanico ispirato allo stile dei giardini inglesi.

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Da cosa deriva il nome del giardino?

Il Nome Ninfa deriva dal tempio pagano edificato in epoca pagana che si trovava nei paraggi ed era dedicato alle divinità delle acque sorgive. Il Giardino di Ninfa, come accennato prima, è stato allestito fra le rovine della città medievale. E’ attraversato dal fiume Ninfa e si estende su circa 8 ettari. Venne aperto al pubblico per la prima volta nel 1920 dalla famiglia Caetani che si fece carico di apportare alcune modifiche all’impianto originale, in linea con i propri gusti personali.

Da chi fu distrutta la città di Ninfa?

La storia della cittadina di Ninfa è lunga e complessa e comprende un gran numero di passaggi di proprietà e cessioni. Nel 1369 Ninfa venne comprata dai Caetani di Fondo, guidati da Onorato I di Fondi. Onorato pagò i conti e i debiti lasciati dai suoi predecessori e riuscì a rimettere in sesto la cinta muraria.

La sorte gli fu benevola per poco dato che ebbe si l’appoggio di Clemente VII, il papa di Avignone ma si inimicò così facendo il pontefice di Roma Urbano VI. Il papa romano, dopo aver scomunicato Onorato, fece assediare nel 1380 Ninfa. Un anno dopo venne depredata e distrutta a colpi di piccone. Da allora non fu più riedificata.

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Scrisse nelle sue Passeggiate Romane Ferdinand Gregorovius: “Ecco Ninfa, ecco le favolose rovine di una città che con le sue mura, torri, chiese, conventi e abitati giace mezzo sommersa nella palude, sepolta sotto l’edera foltissima. In verità questa località è più graziosa della stessa Pompei, le cui case s’innalzano rigide come mummie tratte fuori dalle ceneri vulcaniche.”

Cosa vedere nel Giardino di Ninfa

Il Giardino di Ninfa è uno dei luoghi più romantici del mondo. Qui vive una particolare specie di trota importata dal continente africano centinaia di anni fa e nel laghetto ne potrete vedere diversi esemplari. Passeggiando per i sentieri vi ritroverete fra rovine di chiese e campanili, resti di edifici e un castello con tanto di torre.

Le oltre 1300 piante diverse regalano al giardino un aspetto sempre differente a seconda della stagione dell’anno. Ci sono varietà che regalano rosee fioriture in primavera e altre che danno il meglio di sé con l’abbassarsi delle temperature. Ciliegi, aceri giapponesi, meli ornamentali, rigogliose magnolie e rose rampicanti che si aggrappano tenacemente alle rovine trasformandole in supporti perfetti per i loro profumatissimi fiori nel mese di maggio

Chi ha fortuna potrà avvistare qualche airone cinerino o il falco pellegrino. Più difficile da vedere è il barbagianni che si fa vivo solo dopo il calar del sole.

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I 100 anni del Giardino di Ninfa e la mostra

I festeggiamenti previsti per i 100 anni di apertura al pubblico a causa di questo stramaledetto virus sono stati ridimensionati ma ciò non toglie che a ottobre verrà inaugurata la sala dell’antico municipio fresca di restauro con la mostra curata da Sgamellotti e Caneva:  I colori della prosperità; frutti del vecchio e nuovo mondo. Una mostra che già nel 2017 era stata presentata a Villa Farnesina e che propone la ricchezza e la varietà di specie vegetali che Raffaello scelse di affrescare nella Loggia di Amore e Psiche. Pensate che riuscì a riproporre circa 170 entità botaniche, comprese quelle esotiche e assai rare.

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Il libro

Se non siete mai stati nel Giardino di Ninfa e volete intraprendere un viaggio che attraversi la sua storia e i suoi angoli più belli vi consiglio il libro scritto da Marcello Trabucco: Ninfa nella campagna romana da città dei ruderi a splendido giardino. Ediz. illustrata .

Nel libro troverete tutta la storia del giardino che ha inizio col piccolo centro di Ninfa, ridotto già in macerie dall’anno 1382. Lo trovate QUA.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti per il momento vi saluta dandovi appuntamento al prossimo post.

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