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Le 10 fontane più belle di Roma

Roma e le fontane sono un binomio imprescindibile tanto che Ottorino Respighi volle dedicargli il celebre poema sinfonico ne 1916. La Fontana di Trevi, il Fontanone del Gianicolo, la Fontana delle Tartarughe, le Fontane Gemelle di Piazza Farnese, la Barcaccia, quella dei Quattro Fiumi del Bernini tanto per citarne alcune delle più celebri anche se in totale, fra piccole e grandi, sono circa 2mila.

L’acqua è sempre stata fonte di vita e i romani lo sapevano bene. Basti pensare alle terme costruite dai tempi di Augusto in poi o ai grandi acquedotti edificati per convogliare le acque dalle sorgenti fino alla città.

Quali sono le fontane più belle e conosciute per la loro magnificenza o per particolari curiosi? Ecco qua le dieci più conosciute che dovete sicuramente vedere se andate a Roma.

La Fontana di Trevi

Costruita con marmo bianco di Carrara, travertino, intonaco, metalli e stucco, la Fontana di Trevi è una delle meraviglie del mondo di oggi. Fu progettata da Nicola Salvi e terminata da Giuseppe Pannini nel 1764 su commissione di papa Clemente XII.

La Fontana di Trevi Si appoggia su una facciata di Palazzo Conti di Poli ed è una rappresentazione del mare. La grande vasca rettangolare con angoli arrotondati è sormontata da una scogliera rocciosa con al centro la grande nicchia delimitata dalle colonne. All’interno c’è Oceano, scolpito da Pietro Bracci. 

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La Fontana dei Quattro Fiumi

Al centro di Piazza Navona si staglia contro il cielo l’obelisco della Fontana dei Quattro Fiumi del Bernini, proprio davanti alla chiesa di Sant’Angese in Agone del Borromini. La Fontana, realizzata fra il luglio del 1648 e il 1651, su commissione di papa Innocenzo X.

le quattro grandi sculture in pose fra loro contrastanti raffigurano i quattro grandi fiumi dei diversi continenti: il Nilo, il Danubio, il Gange e il Rio de la Plata. Al centro della fontana c’è la copia romana di un obelisco egizio proveniente dal Circo di Massenzio.

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Fontana del Moro

Piazza Navona è decorata con altre due fontane oltre a quella dei Quattro Fiumi ovvero quella del Moro e quella del Nettuno. La Fontana del Moro fu realizzata ampliando e arricchendo la vasca polilobata progettata fra il 1575 e il 1576 da Giacomo della Porta. Il progetto fu messo nelle mani di Gian Lorenzo Bernini da papa Innocenzo X anche se fu portato a termine da Giovanni Antonio Mari nel 1654.

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Fontana del Nettuno

La Fontana del Nettuno, come quella del Moro, fu realizzata partendo dalla vasca di Giacomo della Porta che risale al 1576. Deve il suo nome ai gruppi scultorei aggiunti nella seconda metà dell’Ottocento: Nettuno che lotta contro una piovra di Antonio della Bitta e le Nereidi con putti e cavalli marini di Gregorio Zappalà.

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Fontana della Barcaccia

La Fontana della Barcaccia si trova ai piedi della Scalinata di Trinità dei Monti, al centro di Piazza di Spagna. E’ una delle fontane più note e fu realizzata da Pietro Bernini, padre di Gian Lorenzo, su commissione di papa Urbano VIII fra il 1626 e il 1629.

In quel frangente Pietro Bernini era impegnato con il rinforzamento dell’acquedotto dell’Acqua Vergine. In quel punto l’acqua non arrivava con molta pressione quindi sarebbe stato impossibile creare zampilli. Bernini optò allora per una vasca con acque a scorrimento più tranquillo aggirando il problema.

Alla morte del padre è probabile ipotizzare che fu Gian Lorenzo Bernini a terminare l’opera.

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La Fontana dell’Acqua Paola

La Fontana dell’Acqua Paola, conosciuta anche come il Fontanone del Gianicolo, è la mostra finale dell’acquedotto ripristinato da Papa Paolo V Borghese fra il 1608 e il 1610. Fu commissionata a Giovanni Fontana che la realizzò fra il 1611 e il 1612, con l’aiuto di Flaminio Ponzio. L’opera ha molte affinità con quella commissionata da papa Sisto V per l’Acqua Felice ovvero la fontana nota per il cosiddetto Mosè Brutto.

Fontana del Tritone

La Fontana del Tritone è il un capolavoro di Gian Lorenzo Bernini di Piazza Barberini. Fu commissionata da papa Urbano VIII per decorare la piazza dinnanzi al palazzo di famiglia e venne realizzata fra il 1642 e il 1643.

Per realizzare questa opera il Bernini scelse non il marmo bianco di Carrara ma il travertino. Dalla vasca si ergono quattro delfini con la bocca aperta che con le code sorreggono una conchiglia bivalve aperta. Al centro della conchiglia compare Tritone con le gambe ricoperte di squame mentre soffia in una conchiglia per far zampillare l’acqua.

Le Quattro Fontane

Le Quattro Fontane decorano gli angoli smussati di altrettanti edifici che si trovano sull’incrocio di Via Quattro Fontane e Via XX Settembre e furono commissionate da papa Sisto V.

Le sculture in travertino che sormontano le rispettive vasche sono le allegorie del Tevere, dell’Arno, di Diana e Giunone. Il Tevere rappresenta Roma mentre l’Arno Firenze, Diana simboleggia la fedeltà mentre Giunone è stata scelta come simbolo della Fortezza.

Sembra che il progetto del Tevere, dell’Arno e fin’anche di Giunone possa essere ricondotto a Domenico Fontana mentre Diana a Pietro da Cortona.

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Fontana delle Tartarughe

La Fontana delle Tartarughe fu realizzata su progetto di Giacomo della Porta fra il 1581 e il 1588. Si trova in Piazza Mattei, nel rione Sant’Angelo. La cosa curiosa è che la fontana prende il nome dalle tartarughe che gli efebi sembra sorreggano nella loro lenta corsa verso il bordo della vasca superiore.

Le tartarughe però vennero aggiunte in un restauro del 1658 voluto da papa Alessandro VII. Il restauro infatti aveva di fatto allontanarono gli efebi dalle vasche che non riuscivano più a toccare con le dita il bordo superiore. Così sembra che il Bernini o Andrea Sacchi, risolsero il problema aggiungendo le graziose testuggini.

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Fontana dell’Acqua Felice

La Fontana dell’Acqua Felice, nota anche come Fontana del Mosè brutto, fu chiamata così per rendere omaggio a papa Sisto V, al secolo Felice Peretti. Fu questo pontefice che si adoperò per ripristinare l’antico acquedotto Alessandrino per far convogliare le acque provenienti dalla Pantanella e dai Prati del’Osteria ai rioni che stavano sorgendo al Viminale e al Quirinale ma anche alla sua villa Montalto.

Come sapete a Roma era in uso l’arte del riciclo dai tempi dei tempi. Per costruire la fontana si pensò di saccheggiare le terme di Dioclaziano per reperire travertino mentre i leoni originali arrivarono dal Pantheon e dalla Basilica di San Giovanni in Laterano. Furono sostituiti poi con copie eseguite da Adamo Tadolini sotto papa Gregorio XVI e trasferiti al Musei Vaticani.

Il Mosè brutto scopiazzato almeno nel volto dal mio ma con scarso successo, è opera di Leonardo Sormani con l’aiuto di Prospero Antichi.

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Di fontane Roma ne ha molte altre da scoprire e da ammirare. Magari avrò modo di parlarvene nei prossimi giorni in maniera approfondita. Per il momento vi saluto e vi do’ appuntamento al prossimo post. Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti.

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