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Al mi babbo, da Roma

Arrivai a Roma per la prima volta il 25 luglio del 1496. Il cardinale Riario, vittima della truffa allestita da un antiquario poco onesto che aveva anticato un mio cupido dormiente, volle conoscermi. Ebbe così inizio sul serio la mia carriera artistica: se con il Bacco iniziai a farmi conoscere nell’ambiente dei grandi mecenati, con la Pietà Vaticana divenni lo scultore più ricercato e apprezzato del momento.

Vi riporto la prima lettera che scrissi da Roma a mio padre o perlomeno la più datata che sia stata rintracciata.

Roma, 1 luglio del 1497

Reverendissimo e charo padre,

non vi maravigliate che io non torni, perché io non ò potuto ancora achonciare e’ fatti mia col Cardinale, e partir no’ mi voglio se prima io non son sodisfatto e rremunerato della fatica mia; e con questi gra’ maestri bisogna andare adagio, perché non si possono sforzare.

Ma credo in ogni modo di questa settimana che viene essere sbrigato d’ogni cosa. Avisovi come fra Glionardo ritornò qua a rRoma, che dicie che gli era bisognato fuggire da Viterbo e che gli era statto tolto la cappa e voleva venire chostà; onde io gli detti un ducato d’oro che mi chiese per venire, e chredo che ‘1 dobiate sapere, perché debe esser giunto costà. Io non so che mi vi dire altro, perché sto sospeso e non so ancora come la s’andrà; ma presto spero esser da voi. Sano così spero di voi.

Raccomandatemi agli amici. Michelagniolo scultore in Roma. Domino Lodovicho Buonarroti in Firenze.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e i suoi racconti

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