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La mia prima volta a Roma

Il 25 giugno del 1496 arrivai per la prima volta a Roma. Il cardinale Riario volle a tutti i costi conoscermi dopo che l’antiquario Baldassare gli propose l’acquisto di un putto spacciato per antico. Ebbene, dell’inganno io non ne sapevo nulla ma quel truffatore m’aveva pagato pochi spiccioli quel bambinello per poi anticarlo e rivenderlo a caro prezzo al cardinale. Siccome il cardinale Riario d’arte se ne intendeva assai aveva subito capito l’inganno ma era ammaliato dalla destrezza con la quale avevo realizzato l’opera e mi volle al suo cospetto.

Il giorno stesso del mio arrivo a Roma, Riario mi mostrò orgoglioso la sua mirabile collezione di statue antiche e mi chiese se avessi potuto scolpire per lui qualcosa di simile. Cercammo alla svelta un blocco di marmo e pochi giorni dopo già ero all’opera per realizzare il Bacco che oggi si trova al Bargello, a Firenze.

Oggi vi propongo la lettera che scrissi a Piero di Lorenzo de’ Medici, primogenito del Magnifico e suo successore, pochi giorni dopo il mio arrivo nella città eterna.

Roma, 2 Luglio 1496

Magnifico Lorenzo etc.,

solo per avisarvi chome sabato passato g[i]ugnemo a ssalvamento, e ssubito andamo a visitare el chardinale di San G[i]org[i]o e lli presentai la vostra lettera. Parmi mi vedessi volentieri e volle inchontinente ch’io andasse a vedere certe figure, dove i’ ochupai tutto quello g[i]orno, e però quello g[i]orno non detti l’altre vostre lettere.

Dipoi domenicha el Chardinale venne nella chasa nuova e ffecemi domandare andai da llui e me domandò quello mi parea delle chose che avea viste.

Intorno a questo li dissi quello mi parea, e certo mi pare ci sia molte belle chose. Dipoi el Chardinale mi domandò se mi bastava l’animo di fare qualchosa di bello. Risposi ch’io non farei sì gran chose, ma che e’ vedrebe quello che farei.

Abiamo chonperato uno pezo di marmo d’una figura del naturale, e llunedì chomincerò a llavorare.

Dipoi lunedì passato presentai l’altre vostre lettere a pPagolo Rucellai, el quale mi proferse que’ danari mi bisogniassi, e ‘1 simile que’ de’ Chavalchanti.

Dipoi detti la lettera a Baldassarre, e domanda’gli e el ba(n)bino, e ch’io gli renderia e’ sua danari. Lui mi rispose molto aspramente e che ne fare’ prima cento pezi, e che e’ banbino lui l’avea chonperato e era suo, e che avea lettere chome egli avea sodisfatto a chi gniene mandò, e non dubitava d’avello a rrendere; e mmolto si lamentò di voi, dicendo che avete sparlato di lui.

Èccisi messo qualchuno de’ nostri Fiorentini per achordarci, e nnon ànno fatto niente; ora fo chonto fare per via del Chardinale, che chosì sono chonsigliato da Baldassarre Balducci.

Di quello seghuirà, voi intenderete. Non altro per questa. A vvoi mi rachomando. Dio di male vi guardi. Michelagniolo in Roma. Sandro di Botticello in Firenze.

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