Difendimi da me
Mi sono alzato presto stamane, son vecchio e il caldo mi da noia. Mi son rigirato nella tomba per tutta la notte ma sapete, mi ci sono abituato: è da quando son morto che mi volto da una parte e dall’altra senza riposo. “Dopo ti riposo” mi dicevano e invece eccomi qua a lavorar seppur in modo diverso quanto prima e a dover fare i conti col caldo e con Morfeo che non m’accoglie fra le sue braccia. Vi scrivo qualche verso prima di metter mano a certe vecchie scartoffie che ho ritrovato accatastate dietro a un vecchio codice scritto da chissà chi.
Sie pur, fuor di mie propie, c’ogni altr’arme
difender par ogni mie cara cosa;
altra spada, altra lancia e altro scudo
fuor delle propie forze non son nulla,
tant’è la trista usanza, che m’ha tolta
la grazia che ‘l ciel piove in ogni loco.
Qual vecchio serpe per istretto loco
passar poss’io, lasciando le vecchie arme,
e dal costume rinnovata e tolta
sie l’alma in vita e d’ogni umana cosa,
coprendo sé con più sicuro scudo,
ché tutto el mondo a morte è men che nulla.
Amore, i’ sento già di me far nulla;
natura del peccat’ è ‘n ogni loco.
Spoglia di me me stesso, e col tuo scudo,
colla pietra e tuo vere e dolci arme,
difendimi da me, c’ogni altra cosa
è come non istata, in brieve tolta.
Mentre c’al corpo l’alma non è tolta,
Signor, che l’universo puo’ far nulla,
fattor, governator, re d’ogni cosa,
poco ti fie aver dentr’a me loco;
. . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . .
che d’ogn’ uomo veril son le vere arme,
senza le quali ogn’ uom diventa nulla.
Il vostro Michelangelo Buonarroti per il momento lasciandovi uno scatto dei fratelli Alinari con un piede del Giorno.
1 commento »