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La lungimiranza di Raffaele Riario

Se Raffaele Riario non avesse avuto uno smisurato senso artistico e una passione ardente per l’arte, probabilmente adesso non sarei qui a raccontarvi le mie vicissitudini. Sarei un morto qualsiasi, uno di quelli che riposano appollaiati come uccelli sui rami e che lasciano i loro corpi mortali da qualche parte sotto terra o in sepolcri imbiancati.

Niente accade per caso, ne sono estremamente convinto. Riario mi chiamò al suo cospetto a Roma dopo che un antiquario truffaldino gli volle vendere un mio cupido dormiente spacciandolo per antico: da lì in poi la mia esistenza avrebbe preso una piega sperata ma inaspettata.

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E pensare che anni prima, quando ancora ero un ragazzino, eravamo entrambi sotto il cielo di Firenze e non ci siamo mai incontrati. Proprio Raffaele Riario fu uno degli organizzatori della sanguinosa Congiura dei Pazzi. Venne trovato dai Medici e rinchiuso in gattabuia per qualche mese ovvero dal 12 di aprile del 1478 fino al 12 di giugno del medesimo anno.

Riario venne nominato cardinale di San Giorgio dal su’ zio papa. La vocazione religiosa poco c’entrava: esser papi e cardinali era una questione di potere. Una famiglia nobile o comunque ricca che non aveva mai avuto un papa in famiglia contava meno del due di picche quando briscola è denari.

Riario era un uomo molto colto, lucido e ambizioso. Iniziò con audacia la costruzione del palazzo romano più importante di tutto il Quattrocento il Palazzo della Cancelleria. Finanziò i lavori vincendo a dadi una partita passata alla storia.

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Il cardinale non si accontentò di scegliere materiali pregiati, di inaugurare fornaci in terra fiorentina per farsi fare tutti i mattoni che voleva e di riadoperare parti di pregevoli colonne preesistenti per abbellire la sua dimora, ma volle per sé un giardino ricco di opere d’arte greche e romane.

Appena arrivai al suo cospetto mi portò ne giardino delle meraviglie e ne rimasi estasiato. Pochi giorni dopo, il 4 luglio, ero già al lavoro su un blocco di marmo per realizzare il Bacco che il cardinale mi commissionò. Avevo ventun anni e m’ero già guadagnato la fiducia della Roma bene riempiendomi le tasche con 150 fiorini d’oro. Una cifra capace di far impallidire anche l’artista più affermato.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti

The far-sightedness of Raffaele Riario

If Raffaele Riario hadn’t had an inordinate artistic sense and a burning passion for art, I probably wouldn’t be here now to tell you about my vicissitudes. I would be any dead man, one of those who rest perched like birds on branches and who leave their mortal bodies somewhere underground or in whitewashed tombs.

Nothing happens by chance, I am extremely convinced. Riario called me in front of him in Rome after a fraudulent antiquarian wanted to sell him a sleeping cupid of mine, passing him off as an antique: from then on my existence would take a hoped-for but unexpected turn.

And to think that years before, when I was still a kid, we were both under the sky of Florence and we never met. Raffaele Riario was one of the organizers of the bloody Pazzi conspiracy. He was found by the Medici and locked up in jail for a few months, ie from 12 April 1478 until 12 June of the same year.

Riario was appointed cardinal of San Giorgio by his uncle pope. The religious vocation was of little importance: being popes and cardinals was a question of power. A noble or otherwise rich family that had never had a pope in the family counted less than the two of spades when trump is denarii.

Riario was a very cultured, lucid and ambitious man. He boldly began the construction of the most important Roman palace of the entire fifteenth century, the Palazzo della Cancelleria. He financed the work by winning a game that went down in history with the dice.

The cardinal was not content with choosing precious materials, inaugurating kilns in Florentine land to have all the bricks he wanted made and re-using parts of valuable pre-existing columns to embellish his home, but wanted a garden full of works of art for himself. Greek and Roman.

As soon as I arrived in front of him he took me to the garden of wonders and I was delighted. A few days later, on July 4, I was already working on a block of marble to create the Bacchus that the cardinal commissioned me. I was twenty-one and had already earned Roma’s trust well by filling my pockets with 150 gold florins. A figure capable of making even the most successful artist pale.

Always yours Michelangelo Buonarroti

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