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5 ottobre 1542: la commissione della Sala dei Gigli al Ghirlandaio

Era il 5 ottobre del 1542 quando la Signoria di Firenze commissionò a Domenico Ghirlandaio la decorazione della Sala dei Gigli.

L’ambiente era stato ricavato precedentemente dalla divisione in due parti della Sala Grande, realizzata da Benedetto e Giuliano da Maiano: una porzione divenne quella che oggi conosciamo come Sala delle Udienze e l’altra, per l’appunto, la Sala dei Gigli.

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Il ciclo di affreschi fu ultimato nel 1484 raffigura l’Apoteosi di san Zanobi la serie di uomini illustri.

Nell’Apoteosi si vede San Zanobi affiancato dai due diaconi Eugenio e Crescenzio, in una finta architettura che simula un arco di trionfo illusionisticamente aperto sul paesaggio. Proprio sotto l’arco sono raffigurati, entro nicchie, i ritratti di uomini illustri romani come Bruto, Camillo e Cicerone.

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Sapete da cosa prende il nome questa sala? Ovvio, dai gigli dorati su campo azzurro che si vedono sulle pareti. Quello raffigurato però non è il giglio fiorentino bensì quello che rappresenta la corona di Francia.

Si distingue da quello di Firenze per il colore oro e blu invece del più classico rosso e argento ma anche per la mancanza dei due stami. In pratica la decorazione della sala con questi gigli presenti sulle pareti e sul soffitto a cassettoni fu una sorta di omaggio ai protettori della parte guelfa.

Giglio Francese nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio
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È l’unica sala di Palazzo Vecchio ad aver conservato in gran parte il suo aspetto originale quattrocentesco, non essendo stata alterata in modo significativo dai rifacimenti vasariani del Cinquecento.

L’ambiente è impreziosito da un magnifico soffitto a cassettoni, anch’esso parte della decorazione quattrocentesca.

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Dal 1988 nella Sala dei Gigli venne collocata anche la mirabile Giuditta di Donatello. In quell’anno venne spostata sull’alto piedistallo in un angolo della sala per ragioni conservative mentre sull’arengario di Palazzo Vecchio fu posizionata una copia.

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Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti per il momento vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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October 5, 1542: Ghirlandaio commissioned the Hall of Lilies

On October 5, 1542, the Signoria of Florence commissioned Domenico Ghirlandaio to decorate the Hall of Lilies.

The room had previously been created by dividing the Great Hall into two parts, created by Benedetto and Giuliano da Maiano: one portion became what we know today as the Audience Hall, and the other, precisely, the Hall of Lilies.

The fresco cycle, completed in 1484, depicts the Apotheosis of Saint Zenobius and a series of illustrious men.

In the Apotheosis, Saint Zenobius is depicted flanked by the two deacons Eugenius and Crescentius, in a false architecture that simulates a triumphal arch that opens onto the landscape. Just below the arch, in niches, are portraits of illustrious Romans such as Brutus, Camillus, and Cicero.

The room is adorned with a magnificent and splendid coffered ceiling, also part of the 15th-century decoration.

Do you know what this room gets its name from? Obviously, from the golden lilies on a blue field seen on the walls. However, the one depicted is not the Florentine lily, but rather the one representing the crown of France.

It differs from the Florentine lily by its gold and blue color instead of the more traditional red and silver, and also by the lack of the two stamens. In essence, the decoration of the room with these lilies on the walls and coffered ceiling was a sort of homage to the protectors of the Guelph faction.

It is the only room in Palazzo Vecchio to have largely retained its original 15th-century appearance, having not been significantly altered by Vasari’s 16th-century renovations.

Since 1988, Donatello’s magnificent Judith has also been placed in the Hall of Lilies. That year, it was moved to the high pedestal in a corner of the room for conservation reasons, while a copy was placed in the Arengario of Palazzo Vecchio.

Your ever-present Michelangelo Buonarroti bids you farewell for now, and we’ll see you in future posts and on social media.

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