30 settembre 1612: muore il Barocci a Urbino
Era il 30 settembre del 1612 quando Federico Barocci chiuse gli occhi per sempre a Urbino, nella città che l’aveva visto nascere 77 anni prima.
L’opera di Federico Barocci rappresenta un ponte tra il tardo Rinascimento e il Barocco. L’artista fu capace di mettere assieme l’eredità di maestri come Raffaello con una sensibilità più intima e personale. Le sue figure, spesso ritratte in pose delicate e malinconiche, sono quasi sempre immerse in atmosfere rarefatte e suggestive, che trasmettono un senso di profonda spiritualità.

A differenza di molti suoi contemporanei, Barocci preferì condurre una vita appartata nella sua città natale, dove creò una bottega fiorente e formò numerosi allievi. La sua fama si diffuse in tutta Italia e oltre, ma egli rimase sempre legato alle sue origini e alla sua terra.
I lavori dell’artista ebbero una profonda influenza sulla pittura italiana successiva, anticipando alcuni dei tratti caratteristici del Barocco. La capacità di creare atmosfere intime e suggestive, l‘attenzione ai dettagli e la sensibilità per la luce hanno reso le sue opere ben riconoscibili.
Una delle opere del Barocci che più mi affascina è ‘Il Riposo durante la Fuga in Egitto, tela dipinta a olio più comunemente nota come ‘la Madonna delle ciliege’.
Fu Simonetto Anastagi di Perugia a commissionare l’opera all’amico urbinate attorno al 1573, anno in cui l ‘opera fu conclusa e inviata a chi l’aveva richiesta.
La composizione del Barocci è particolarmente curata e sembra ispirarsi ai dipinti del Correggio. La scena divina che si svolge sotto gli occhi dello spettatore è portata a una dimensione più umana come i nuovi canoni della Controriforma prediligevano.
I colori brillanti tipici dell’artista abbinati alle forme morbide dei panneggi, riescono a suscitare in chi guarda l’opera un senso di tranquillità.

Vi ricordo che avete tempo fino al 6 ottobre per ammirare la mostra dedicata a Federico Barocci allestita negli spazi di Palazzo Ducale di Urbino.
La grande esposizione monografica, definita dai critici come ‘la più bella mostra del 2024 in Italia’, propone un gran numero di opere di uno dei figli più illustri della città di Urbino. Per l’occasione sono arrivati prestiti eccellenti che giungono da alcuni dei principali musei italiani ed esteri.
Dallo scorso 18 giugno, i circa 73mila visitatori e la critica, hanno apprezzato sempre più la mostra confermando sia il trend di aumento dei visitatori della Galleria Nazionale delle Marche, sia l’alto valore scientifico dell’esposizione, che in qualche caso ha contribuito ad aprire discussioni sullo stile e le tecniche utilizzate da Federico Barocci durante la sua carriera di artista.
«Ancora una settimana per vedere nella sua nativa Urbino i capolavori di Federico Barocci prima che riprendano la strada per le chiese e i musei del mondo. La grande mostra alla GNM, un evento eccezionale preparato per quasi quattro anni, offre la possibilità irripetibile di vedere da vicino ed apprezzare i dettagli e godere della bellezza di una pittura emozionante e emozionata. Vi aspetto a Palazzo Ducale fino domenica 6 ottobre e sarà la giornata gratuita dei Musei Italiani». dice il direttore Gallo

Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
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September 30, 1612: Barocci dies in Urbino
It was September 30, 1612 when Federico Barocci closed his eyes forever in Urbino, the city that had seen him born 77 years earlier.
Federico Barocci’s work represents a bridge between the late Renaissance and the Baroque. The artist was able to combine the legacy of masters such as Raphael with a more intimate and personal sensitivity. His figures, often portrayed in delicate and melancholic poses, are almost always immersed in rarefied and evocative atmospheres, which convey a sense of profound spirituality.
Unlike many of his contemporaries, Barocci preferred to lead a secluded life in his hometown, where he created a thriving workshop and trained numerous students. His fame spread throughout Italy and beyond, but he always remained tied to his origins and his land.
The artist’s works had a profound influence on subsequent Italian painting, anticipating some of the characteristic features of the Baroque. The ability to create intimate and evocative atmospheres, attention to detail and sensitivity to light have made his works easily recognisable.
One of Barocci’s works that fascinates me the most is ‘The Rest during the Flight into Egypt’, an oil painting more commonly known as ‘the Madonna of the Cherries’.
It was Simonetto Anastagi of Perugia who commissioned the work from his friend from Urbino around 1573, the year in which the work was completed and sent to the person who had requested it.
Barocci’s composition is particularly refined and seems to be inspired by Correggio’s paintings. The divine scene that unfolds before the eyes of the spectator is brought to a more human dimension as the new canons of the Counter-Reformation preferred.
The artist’s typical bright colours combined with the soft shapes of the draperies manage to arouse a sense of tranquility in those who look at the work.
I remind you that you have until October 6 to admire the exhibition dedicated to Federico Barocci set up in the spaces of Palazzo Ducale in Urbino.
The large monographic exhibition, defined by critics as ‘the most beautiful exhibition of 2024 in Italy’, offers a large number of works by one of the most illustrious sons of the city of Urbino. For the occasion, excellent loans have arrived from some of the main Italian and foreign museums.
Since last June 18, the approximately 73 thousand visitors and critics have increasingly appreciated the exhibition, confirming both the increasing trend of visitors to the Galleria Nazionale delle Marche and the high scientific value of the exhibition, which in some cases has contributed to opening discussions on the style and techniques used by Federico Barocci during his career as an artist.
«One more week to see the masterpieces of Federico Barocci in his native Urbino before they resume their journey to the churches and museums of the world. The great exhibition at the GNM, an exceptional event prepared for almost four years, offers the unrepeatable opportunity to see up close and appreciate the details and enjoy the beauty of an exciting and emotional painting. I look forward to seeing you at Palazzo Ducale until Sunday 6 October and it will be the free day of the Italian Museums”. says the director Gallo.
For the moment, your always Michelangelo Buonarroti bids you farewell, making an appointment with you in the next posts and on social media.
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