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La Scultura del giorno: il monumento funebre di Galileo Galilei e la sua travagliata esecuzione

Era l’8 gennaio del 1642 quando Galileo Galilei, padre della scienza moderna, morì ad Arcetri.

Era nato a Pisa tre giorni prima che io passassi a miglior vita a Roma. Fummo contemporanei per soli tre giorni: dal 15 al 18 febbraio del 1564 ma le nostre sepolture si trovano l’una dinnanzi all’altra, nella Basilica di Santa Croce a Firenze.

Vincenzo Viviani, il discepolo più giovane di Galileo Galilei, per tutta la sua esistenza cercò di far realizzare un sepolcro che celebrasse il suo maestro. Non riuscì a portare a termine l’impresa ma vincolò i propri eredi alla costruzione della tomba che avrebbe potuto accogliere dignitosamente le spoglie di Galileo ma anche quelle di Vincenzo Viviani stesso.

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Nel Settecento erano state avviate numerose iniziative per restituire a Galileo il meritato riconoscimento come uomo di scienza. Oramai, passato a miglior vita anche Cosimo III de’ Medici, i movimenti intellettuali ostili alle intromissioni della Chiesa, furono sostenuti dal nuovo granduca Gian Gastone.

L’edificazione della tomba di Galileo diventerà il simbolo del nuovo potere laico che a Firenze si stava instaurando. Non essendo stati rinvenuti documenti che imponessero un divieto nel realizzare la tomba di Galileo all’interno di una chiesa, l’Inquisizione non poté nemmeno negare il permesso di collocarla in Santa Croce.

Così nel 1737 finalmente il monumento funebre dedicato al grande Galileo Galilei, realizzato con marmi bianchi e policromi, pietra serena e stucco policromo, fu portato a termine e la salma trovò il meritato riposo senza tanto clamore.

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Il progetto originario ideato dal Viviani prevedeva l’inserimento dell’allegoria della Filosofia che però era vietata dalla Sacra Congregazione dell’Indice. 

Furono così sistemate in loco solo la Geometria e l’Astronomia, disperate per la morte di Galileo. L’epigrafe considerata troppo enfatica dalla Chiesa scritta dal Viviani fu sostituita con una più moderata redatta da Simone di Bondo Peruzzi.

Una curiosità non trascurabile che riguarda anche me: le spoglie di Galileo vennero deposte all’interno del sepolcro assieme a quelle del Viviani il 12 marzo del 1737 alle 6 del pomeriggiolo stesso giorno e la stessa ora in cui furono tumulati i miei resti circa due secoli prima per affermare la continuità delle idee fra le più alte glorie toscane.

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Fu il notaio Camillo Piombanti a redigere tutti gli atti di quella traslazione delle spoglie ma non scrisse niente riguardo all’asportazione da parte di alcuni presenti di una vertebra, un dente e tre dita di Galileo, reliquie laiche che oggi vengono conservate in parte al Museo Galileo e in parte all’Università di Padova.

Il Busto di Galileo fu scolpito su progetto di Giulio Foggini mentre è di Vincenzo Foggini l’Astronomia. Girolamo Ticciati realizzò l’allegoria della Geometria.

Prima di salutarvi vi propongo un libro dedicato a Galileo Galilei e all’importanza del pensiero scientifico dal titolo Galileo. Contro i nemici del pensiero scientifico, scritto da Marco Livio. Lo trovate QUA

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Sculpture of the day: Galileo Galilei’s funerary monument and his troubled execution

It was January 8, 1642 when Galileo Galilei, father of modern science, died in Arcetri.

He was born in Pisa three days before I passed away to a better life in Rome. We were contemporaries for only three days: from 15 to 18 February 1564 but our tombs are located in front of each other, in the Basilica of Santa Croce in Florence.

Vincenzo Viviani, Galileo Galilei’s youngest disciple, tried throughout his life to have a tomb built to celebrate his master. He was unable to complete the undertaking but bound his heirs to the construction of the tomb which could have accommodated Galileo’s remains with dignity but also those of Vincenzo Viviani himself.

In the eighteenth century numerous initiatives were launched to restore Galileo’s deserved recognition as a man of science. By now, with Cosimo III de’ Medici also having passed away, the intellectual movements hostile to the interference of the Church were supported by the new Grand Duke Gian Gastone.

The building of Galileo’s tomb would become the symbol of the new secular power that was being established in Florence. Since no documents were found that imposed a ban on the construction of Galileo’s tomb inside a church, the Inquisition could not even deny permission to place it in Santa Croce.

So in 1737 the funerary monument dedicated to the great Galileo Galilei, made with white and polychrome marble, pietra serena and polychrome stucco, was finally completed and the body found its deserved rest without much fanfare.

The original project conceived by Viviani envisaged the inclusion of the allegory of Philosophy which, however, was prohibited by the Sacred Congregation of the Index.

Thus, only Geometry and Astronomy were placed on site, desperate due to the death of Galileo. The epigraph written by Viviani considered too emphatic by the Church was replaced with a more moderate one written by Simone di Bondo Peruzzi.

A non-negligible curiosity which also concerns me: Galileo’s remains were placed inside the tomb together with those of Viviani on 12 March 1737 at 6 in the afternoon, the same day and the same time in which my remains were buried approximately two centuries earlier to affirm the continuity of ideas among the highest Tuscan glories.

It was the notary Camillo Piombanti who drew up all the documents of that transfer of the remains but he wrote nothing about the removal by some present of a vertebra, a tooth and three fingers of Galileo, secular relics which today are partly preserved in the Museum Galileo and partly at the University of Padua.

The Bust of Galileo was sculpted based on a design by Giulio Foggini while the Astronomy is by Vincenzo Foggini. Girolamo Ticciati created the allegory of Geometry.

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